RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

domenica 31 gennaio 2010

Perchè essere comunisti oggi

Ad 89 anni dalla nascita del PCI

A Livorno, il 21 gennaio del 1921 la frazione rivoluzionaria del Partito Socialista, detta “dei puri”, trovatasi in minoranza sul tema dell’adesione alla risoluzione dell’Internazionale, esce dal teatro Goldoni di Livorno, dove si teneva il congresso del partito socialista, e fonda al teatro San Marco il Partito Comunista d’Italia, sezione della III Internazionale Comunista. Questo fu un avvenimento epocale, perchè tappa iniziale delle formazioni e delle culture politiche comuniste in Italia.

Nonostante spesso si cerchi di dimenticare e di nascondere la verità storica, quella di unire la storia del movimento operaio italiano a quella della prima rivoluzione del proletariato industriale russo, vittorioso, pur se minoritario in un immenso paese contadino come la Russia zarista, dimostra, per la prima volta nella storia, che la divisione ineguale della proprietà, la gerarchia del comando e della servitù non era immutabile come un “fatto di natura”, necessario e inviolabile. Fu grazie a quella rivoluzione, e poi grazie all’esistenza dello stato sovietico, che fu possibile mettere all’ordine del giorno in tutto il mondo la rivendicazione dei diritti sociali, materiali ed intellettuali per grandi masse di uomini e di donne. E fu per questo evento che altri popoli e nazioni oppresse poterono intraprendere la lotta per la loro emancipazione dal colonialismo e lottarono per la libertà.

Partendo da questa verità storica, ripercorrendo la storia dei comunisti, ci troviamo come orfani di un forte ideale oggi parcellizzato e diviso tra movimenti autoreferenziali che si credono elite intellettuali e politiche da un lato, mentre dall'altro i partiti, pur dichiarandosi comunisti, hanno perso tutta la carica eversiva, rivoluzionaria e di camabiamento che i comunisti hanno sempre avuto. Il perchè di questa situazione è da ricercare nelle scelte devastanti del Partito Comunista Italiano della quali abbiamo spesso parlato su questo giornale.

Alla luce di questo excursus storico perchè ritenere ancora attuale il 21 gennaio 1921? Prima di tutto c'è da dire che non solo il 1921 è attuale ma, data la crisi economica e i nuovi rapporti capitale/lavoro, l'analisi marxista risulta di una contemporaneità impressionante. Così come si dovrebbe sentire ormai l'esigenza di una nuova internazionale, capace di opporsi alla competizione del capitale globale in uno scenario di sfruttamento, attacco e compressione dei diritti del lavoro e dei salari. In questo scenario, oggi come allora, un nuovo “1921” dovrebbe segnare il distacco da ogni possibile mediazione sugli obiettivi e sulle modalità della lotta politica. Dovrebbe portare ad una attualizzazione dei percorsi politici che non significa assolutamente un ripensamento della struttura ma un suo aggiornamento. La mancanza di radicamento sociale, l'incapacità di analisi delle regole di comunicazione moderna e le lotte intestine hanno portato, in Italia, a non avere una via d'uscita da una situazione di stallo dove ampi settori popolari stanno slittando paurosamente a destra. Questo è dovuto in primis alla perdita di identità (un tempo si sarebbe detto “coscienza di classe”), che in alcuni settori della sinistra viene addirittura contrastata, ma che è invece aggressiva e ben sviluppata nella destra, specialmente in quella xenofoba e razzista, che più pesca nei settori popolari. Certo è che sarebbe inutile aggrapparsi alla sola questione identitaria, se questa non collegata ad una capacità di capire e risolvere le problematiche del lavoro. Per questo un “nuovo 1921” servirebbe anche per l'abbandono immediato del vecchio sindacato socialdemocratico e per la creazione di un unico sindacato confederale di base. creato su piattaforme radicali nuove, con nuove rivendicazioni, ma con un “vecchio stile” nel portare avanti le lotte nei momenti di crisi. Purtroppo la situazione italiana non ci riserva un buon orizzonte.

Le divisioni e i personalismi sono all'ordine del giorno. Ogni gruppuscolo ha la verità in tasca: dall'autogestione all'autonomia, dai partiti a chi era comunista, ma ora, dopo salti mortali ideologici, non sa più nemmeno cosa è! Per questo oggi è importante ripensare a quel 21 gennaio1921, per questo oggi sarebbe importante ricrearlo.

Ulisse Ognistrada

21 gennaio 1921 nasce a Livorno il Partito Comunista D’Italia - Cosa vuol dire essere comunisti oggi

A Livorno, nel Teatro Goldoni, al 17° congresso del Partito Socialista Italiano, 89 anni fa, fu scissione, i delegati Comunisti, fra i quali il gruppo piemontese gramsciano dell’Ordine nuovo (Gramsci, Togliatti, Terracini e Tasca) e la frazione astensionista del gruppo bordighiano del Soviet del Partito Socialista (Bordiga), abbandonano il teatro Goldoni, sede del congresso e si riunirono nel vicino teatro S.Marco, deliberano la costituzione del Partito Comunista d’Italia.
Ogni anno un corteo di migliaia di persone ripercorre quel cammino, dal Teatro Goldoni a quello San Marco, in ricordo della nascita di quel partito, nato nel momento in cui il fascismo cominciava a prender piede. Era un partito rivoluzionario, credeva ancora nella presa del potere attraverso una rivoluzione proletaria, che avrebbe distribuito le ricchezze e creato una società più giusta.

Nel 1926 Bordiga e Gramsci vennero arrestati e inviati al confino ad Ustica. Il Partito Comunista d’Italia, come tutte le altre organizzazioni democratiche, venne soppresso dal regine fascista il 5 novembre 1926. Il partito venne ricostituito clandestinamente, in parte rimanendo in Italia dove fu l’unico partito antifascista presente, in parte emigrando all’estero verso la Francia e l’Urss. Dopo la sconfitta del fascismo il partito si riformò, su basi più riformiste, chiamandosi soltanto Partito Comunista, e ha rappresentato per l’Italia del dopoguerra la speranza di tante generazioni di giovani che chiedevano lavoro, giustizia, uguaglianza e diritti. Il Partito Comunista italiano, è stato fondamentale per le conquiste democratiche sul lavoro, per i diritti della donna, per i diritti civili. Ma cosa vuol dire essere comunisti oggi? Lo abbiamo chiesto ad uno degli
organizzatori del corteo.

Che cosa vuol dire essere comunisti oggi?

Il nostro non è un grido nostalgico o un appiglio a modelli passati. Sappiamo bene che le società cambia. Ma ci rendiamo conto che in un mondo dove il ricco è sempre più ricco e potente, e il povero è sempre più povero e isolato, le idee di uguaglianza, conquista e difesa di diritti, giustizia sociale..capisaldi dell’ideologia comunista, sono oggi più che mai da
rivendicare, difendere e attuare. La società capitalista in cui viviamo ha portato enormi ingiustizie sociali ed economiche che tutti scontiamo, dalla mancanza di lavoro, allo sfruttamento delle risorse, alla privatizzazione dell’acqua o degli ospedali, alla sospensione dell’edilizia popolare e all’impossibilità di comprare una casa. I comunisti volevano creare una società più giusta attraverso una economia pianificata che non guardasse solo al profitto, ma che permettesse a tutti di avere dei diritti fondamentali per vivere una vita dignitosa. Casa, lavoro, istruzione, ospedali, servizi per tutti. Noi crediamo ancora che sia necessario cambiare questa società .
Per questo riteniamo importante la data del 21 gennaio 1921, giorno della nascita del Partito Comunista d'Italia e di tutte le lotte popolari ed operaie portate avanti dai comunisti italiani . E di tutte le lotte antifasciste e partigiane.

tratto da IL QUARTIERE n° 10 - Gennaio 2010

2 commenti:

  1. "Ma ci rendiamo conto che in un mondo dove il ricco è sempre più ricco e potente, e il povero è sempre più povero e isolato, le idee di uguaglianza, conquista e difesa di diritti, giustizia sociale..capisaldi dell’ideologia comunista," sono oggi più che mai da.....

    RICONQUISTARE!!!!

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