Odio gli indifferenti
UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

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giovedì 22 marzo 2012
sabato 10 marzo 2012
domenica 18 dicembre 2011
martedì 13 dicembre 2011
mercoledì 23 novembre 2011
Per non dimentiCarlo
Mortola e De Gennaro assolti.
A noi piace ricordare così:
A noi piace ricordare così:
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martedì 22 novembre 2011
L'operaio della Fiat (la 1100)
Lunedì 28 novembre ore 14 davanti al comune di Torino. Occupy Torino
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sabato 19 novembre 2011
martedì 25 ottobre 2011
giovedì 20 ottobre 2011
23 Ottobre 2011 Val Susa
La Val Susa paura non ne ha
Non un passo indietro.
Non un passo indietro.
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mercoledì 19 ottobre 2011
venerdì 30 settembre 2011
venerdì 9 settembre 2011
giovedì 11 agosto 2011
Speravamo in un mondo diverso e un mondo diverso continuo a sognare.
Bottiglie e battaglie
Morte al capitalismo
Morte al capitalismo
domenica 7 agosto 2011
Nescia Calabria
Sulle note di Nescia sule (esci sole) del Gruppo musicale calabro Il Parto delle Nuvole Pesanti.
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mercoledì 13 luglio 2011
Comunismo
il COMUNISMO per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo COMUNISMO il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Karl Marx
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giovedì 9 giugno 2011
E' morto Enzo Del Re, il poeta proletario. Ricordo di Daniele Sepe.
Lavorare con lentezza. E suonare una sedia per denunciare l'infinita ripetitività del lavoro in fabbrica. E' morto Enzo Del Re, "l'ultimo cantastorie di Mola di Bari", come si definiva. Voce storica della ribellione degli anni Settanta era il musicista degli oggetti della vita. Nato a Mola di Bari nel 1944 ha lavorato, è mancato l'altro ieri, il 7 giugno. Ciao Enzo.
Il poeta proletario di Daniele Sepe
da Il Manifesto
Un giorno mio padre mi portò un disco. Era stato al Festival dell'Unità e aveva assistito a un concerto. Era un disco giallo, senza foto o disegni, fondo giallo e una scritta rossa: Enzo Del Re Il Banditore. Mi disse: «Sentitelo per bene, perché questo c'ha cervello».
Era il '74 e giallo e rosso voleva dire Maoista. Io, anarchico, lo misi sul Lesaphon da tre lire con una certa diffidenza. La musica era come la copertina, essenziale: la voce e qualcosa che pensavo fossero bonghetti. Una stranezza nell'era del pop e del folk. Ma i testi erano strepitosi: Il superuomo, Voglio fare il boia, Lavorare con lentezza. Prese posto a fianco ai dischi di Buttitta e Salvatore.
Cominciai a cercare informazioni su chi era il tipo strano, e mi arrivavano strane voci: è un compagno pugliese, suona da solo con una sedia e niente altro, usa solo i pullman per spostarsi, fa l'autoriduzione e quando arriva il controllore si mette a fare comizio per i passeggeri, contro il biglietto e per il trasporto pubblico gratuito, vuole suonare otto ore e a paga sindacale di operaio...
Non mi capitò di incrociarlo, all'epoca de' I Zezi, tra i festival del Proletariato Giovanile e quelli dell'Unità. Anni dopo decisi di fare un cd dedicato al lavoro, o meglio, alla fatica, e mi ricordai di quel pezzo Lavorare con lentezza e la sua continuazione geniale, Tengo 'na voglia 'e fa niente. E andai a cercarlo.
Avevo conosciuto negli anni molti compagni di Bari. Uno di questi, Alessio 'o prufessore, si era aperto un agriturismo alla buona, ex ML era quello che ne poteva sapere qualche cosa.
Mi disse: «Enzo Del Re? Oggi è giorno di mercato a Mola, andiamo che te lo porto a salutà».
Stava seduto dietro un banchetto, piccolo, minuto, con una barbetta bianca, e sul banchetto decine di cassette, quelle vecchie che non si usano più, e qualche libro piccolo quanto lui.
Mi disse: «L'ho sentito il pezzo come l'hai fatto tu, ma ti sei dimenticato la strofa che parla di Rino Gaetano».
«Dov'è che parla di Rino Gaetano, Enzo?»
«Quando parlo del fatto che se cadi ti fai male e all'ospedale non c'è posto, e ci puoi morire presto. Rino così è morto, cadde dalla moto e l'ambulanza non arrivò in tempo». E m'ero preso pure la cazziata...
Le cassette erano La storia completa di Mola o qualcosa del genere. Le volevo comprare, insomma dare una mano, avevo capito che la situazione non era delle migliori. Gli chiesi: «Quanto costano?».
E lui: «50mila lire».
«Alla faccia! Enzo pe' 'na cassetta è un po' troppo».
Contrattammo e mi presi le cassette e il libri. Alessio 'o prufessore mi fece capire che dissentiva. Insomma Enzo non è che aveva presente il valore dei soldi, in negativo e in positivo. Ne ho avuta conferma qualche anno dopo, quando mi chiamò da Bologna un tizio di una produzione cinematografica. Facevano un film sul '77 e volevano mettere il brano di Enzo, anzi dare proprio il titolo al film, ma mi spiegò che Enzo gli aveva chiesto «nonsoquanta» milioni.
Mi disse: «Tu lo conosci, parlaci tu».
Io lo feci rintracciare dagli amici di Mola e cercai di convincerlo. Non so come andò la trattativa, ma qualunque cosa gli abbiano dato sarà stato sempre troppo poco. Qualche anno fa l'ho visto sul palco del Primo Maggio, al concertone della Triplice, e mi è venuta un po' di tristezza a vederlo lì, lui che non voleva suonare meno di otto ore perché gli operai lavorano otto ore, proprio nel posto dove i sindacati si sono venduti il vendibile della vita dei salariati.
Pensavo a Bonanni e a Angeletti e al testo di Lavorare con lentezza, agli incidenti sul lavoro e a Marchionne, e ragionavo sul fatto che il padrone le nostre canzoni le digerisce sempre bene, e ce le ricaca sempre in testa.
Enzo rimane quello che saliva sugli autobus e faceva l'autoriduzione del biglietto, per principio, da solo, per avere l'occasione di parlare di ingiustizia sociale e sfruttamento. Un folle compagno, un grande militante e un surreale poeta proletario, che ha ricevuto dalla compagneria molto meno di quello che alla compagneria ha regalato.
Buon viaggio Enzo, una sedia la troverai pure dove stai adesso.
E il biglietto di sicuro non l'avrai voluto pagare.
Il poeta proletario di Daniele Sepe
da Il Manifesto
Un giorno mio padre mi portò un disco. Era stato al Festival dell'Unità e aveva assistito a un concerto. Era un disco giallo, senza foto o disegni, fondo giallo e una scritta rossa: Enzo Del Re Il Banditore. Mi disse: «Sentitelo per bene, perché questo c'ha cervello».
Era il '74 e giallo e rosso voleva dire Maoista. Io, anarchico, lo misi sul Lesaphon da tre lire con una certa diffidenza. La musica era come la copertina, essenziale: la voce e qualcosa che pensavo fossero bonghetti. Una stranezza nell'era del pop e del folk. Ma i testi erano strepitosi: Il superuomo, Voglio fare il boia, Lavorare con lentezza. Prese posto a fianco ai dischi di Buttitta e Salvatore.
Cominciai a cercare informazioni su chi era il tipo strano, e mi arrivavano strane voci: è un compagno pugliese, suona da solo con una sedia e niente altro, usa solo i pullman per spostarsi, fa l'autoriduzione e quando arriva il controllore si mette a fare comizio per i passeggeri, contro il biglietto e per il trasporto pubblico gratuito, vuole suonare otto ore e a paga sindacale di operaio...
Non mi capitò di incrociarlo, all'epoca de' I Zezi, tra i festival del Proletariato Giovanile e quelli dell'Unità. Anni dopo decisi di fare un cd dedicato al lavoro, o meglio, alla fatica, e mi ricordai di quel pezzo Lavorare con lentezza e la sua continuazione geniale, Tengo 'na voglia 'e fa niente. E andai a cercarlo.
Avevo conosciuto negli anni molti compagni di Bari. Uno di questi, Alessio 'o prufessore, si era aperto un agriturismo alla buona, ex ML era quello che ne poteva sapere qualche cosa.
Mi disse: «Enzo Del Re? Oggi è giorno di mercato a Mola, andiamo che te lo porto a salutà».
Stava seduto dietro un banchetto, piccolo, minuto, con una barbetta bianca, e sul banchetto decine di cassette, quelle vecchie che non si usano più, e qualche libro piccolo quanto lui.
Mi disse: «L'ho sentito il pezzo come l'hai fatto tu, ma ti sei dimenticato la strofa che parla di Rino Gaetano».
«Dov'è che parla di Rino Gaetano, Enzo?»
«Quando parlo del fatto che se cadi ti fai male e all'ospedale non c'è posto, e ci puoi morire presto. Rino così è morto, cadde dalla moto e l'ambulanza non arrivò in tempo». E m'ero preso pure la cazziata...
Le cassette erano La storia completa di Mola o qualcosa del genere. Le volevo comprare, insomma dare una mano, avevo capito che la situazione non era delle migliori. Gli chiesi: «Quanto costano?».
E lui: «50mila lire».
«Alla faccia! Enzo pe' 'na cassetta è un po' troppo».
Contrattammo e mi presi le cassette e il libri. Alessio 'o prufessore mi fece capire che dissentiva. Insomma Enzo non è che aveva presente il valore dei soldi, in negativo e in positivo. Ne ho avuta conferma qualche anno dopo, quando mi chiamò da Bologna un tizio di una produzione cinematografica. Facevano un film sul '77 e volevano mettere il brano di Enzo, anzi dare proprio il titolo al film, ma mi spiegò che Enzo gli aveva chiesto «nonsoquanta» milioni.
Mi disse: «Tu lo conosci, parlaci tu».
Io lo feci rintracciare dagli amici di Mola e cercai di convincerlo. Non so come andò la trattativa, ma qualunque cosa gli abbiano dato sarà stato sempre troppo poco. Qualche anno fa l'ho visto sul palco del Primo Maggio, al concertone della Triplice, e mi è venuta un po' di tristezza a vederlo lì, lui che non voleva suonare meno di otto ore perché gli operai lavorano otto ore, proprio nel posto dove i sindacati si sono venduti il vendibile della vita dei salariati.
Pensavo a Bonanni e a Angeletti e al testo di Lavorare con lentezza, agli incidenti sul lavoro e a Marchionne, e ragionavo sul fatto che il padrone le nostre canzoni le digerisce sempre bene, e ce le ricaca sempre in testa.
Enzo rimane quello che saliva sugli autobus e faceva l'autoriduzione del biglietto, per principio, da solo, per avere l'occasione di parlare di ingiustizia sociale e sfruttamento. Un folle compagno, un grande militante e un surreale poeta proletario, che ha ricevuto dalla compagneria molto meno di quello che alla compagneria ha regalato.
Buon viaggio Enzo, una sedia la troverai pure dove stai adesso.
E il biglietto di sicuro non l'avrai voluto pagare.
mercoledì 8 giugno 2011
martedì 31 maggio 2011
sabato 28 maggio 2011
Hanno deciso: in Val di Susa anche utilizzando la polizia e la forza.
Venite se volete
Se volete la guerra, noi ci saremo.
Se volete la guerra, noi ci saremo.
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venerdì 13 maggio 2011
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