RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà
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sabato 10 marzo 2012

mercoledì 23 novembre 2011

Per non dimentiCarlo

Mortola e De Gennaro assolti.
A noi piace ricordare così:

martedì 22 novembre 2011

L'operaio della Fiat (la 1100)



Lunedì 28 novembre ore 14 davanti al comune di Torino. Occupy Torino

sabato 19 novembre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

23 Ottobre 2011 Val Susa

La Val Susa paura non ne ha

Non un passo indietro.

mercoledì 19 ottobre 2011

venerdì 30 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

giovedì 11 agosto 2011

domenica 7 agosto 2011

Nescia Calabria


Sulle note di Nescia sule (esci sole) del Gruppo musicale calabro Il Parto delle Nuvole Pesanti.

mercoledì 13 luglio 2011

Comunismo

il COMUNISMO per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo COMUNISMO il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Karl Marx

giovedì 9 giugno 2011

E' morto Enzo Del Re, il poeta proletario. Ricordo di Daniele Sepe.

Lavorare con lentezza. E suonare una sedia per denunciare l'infinita ripetitività del lavoro in fabbrica. E' morto Enzo Del Re, "l'ultimo cantastorie di Mola di Bari", come si definiva. Voce storica della ribellione degli anni Settanta era il musicista degli oggetti della vita. Nato a Mola di Bari nel 1944 ha lavorato, è mancato l'altro ieri, il 7 giugno. Ciao Enzo.


Il poeta proletario di Daniele Sepe

da Il Manifesto


Un giorno mio padre mi portò un disco. Era stato al Festival dell'Unità e aveva assistito a un concerto. Era un disco giallo, senza foto o disegni, fondo giallo e una scritta rossa: Enzo Del Re Il Banditore. Mi disse: «Sentitelo per bene, perché questo c'ha cervello».

Era il '74 e giallo e rosso voleva dire Maoista. Io, anarchico, lo misi sul Lesaphon da tre lire con una certa diffidenza. La musica era come la copertina, essenziale: la voce e qualcosa che pensavo fossero bonghetti. Una stranezza nell'era del pop e del folk. Ma i testi erano strepitosi: Il superuomo, Voglio fare il boia, Lavorare con lentezza. Prese posto a fianco ai dischi di Buttitta e Salvatore.

Cominciai a cercare informazioni su chi era il tipo strano, e mi arrivavano strane voci: è un compagno pugliese, suona da solo con una sedia e niente altro, usa solo i pullman per spostarsi, fa l'autoriduzione e quando arriva il controllore si mette a fare comizio per i passeggeri, contro il biglietto e per il trasporto pubblico gratuito, vuole suonare otto ore e a paga sindacale di operaio...

Non mi capitò di incrociarlo, all'epoca de' I Zezi, tra i festival del Proletariato Giovanile e quelli dell'Unità. Anni dopo decisi di fare un cd dedicato al lavoro, o meglio, alla fatica, e mi ricordai di quel pezzo Lavorare con lentezza e la sua continuazione geniale, Tengo 'na voglia 'e fa niente. E andai a cercarlo.

Avevo conosciuto negli anni molti compagni di Bari. Uno di questi, Alessio 'o prufessore, si era aperto un agriturismo alla buona, ex ML era quello che ne poteva sapere qualche cosa.

Mi disse: «Enzo Del Re? Oggi è giorno di mercato a Mola, andiamo che te lo porto a salutà».

Stava seduto dietro un banchetto, piccolo, minuto, con una barbetta bianca, e sul banchetto decine di cassette, quelle vecchie che non si usano più, e qualche libro piccolo quanto lui.

Mi disse: «L'ho sentito il pezzo come l'hai fatto tu, ma ti sei dimenticato la strofa che parla di Rino Gaetano».

«Dov'è che parla di Rino Gaetano, Enzo?»

«Quando parlo del fatto che se cadi ti fai male e all'ospedale non c'è posto, e ci puoi morire presto. Rino così è morto, cadde dalla moto e l'ambulanza non arrivò in tempo». E m'ero preso pure la cazziata...

Le cassette erano La storia completa di Mola o qualcosa del genere. Le volevo comprare, insomma dare una mano, avevo capito che la situazione non era delle migliori. Gli chiesi: «Quanto costano?».

E lui: «50mila lire».

«Alla faccia! Enzo pe' 'na cassetta è un po' troppo».

Contrattammo e mi presi le cassette e il libri. Alessio 'o prufessore mi fece capire che dissentiva. Insomma Enzo non è che aveva presente il valore dei soldi, in negativo e in positivo. Ne ho avuta conferma qualche anno dopo, quando mi chiamò da Bologna un tizio di una produzione cinematografica. Facevano un film sul '77 e volevano mettere il brano di Enzo, anzi dare proprio il titolo al film, ma mi spiegò che Enzo gli aveva chiesto «nonsoquanta» milioni.

Mi disse: «Tu lo conosci, parlaci tu».

Io lo feci rintracciare dagli amici di Mola e cercai di convincerlo. Non so come andò la trattativa, ma qualunque cosa gli abbiano dato sarà stato sempre troppo poco. Qualche anno fa l'ho visto sul palco del Primo Maggio, al concertone della Triplice, e mi è venuta un po' di tristezza a vederlo lì, lui che non voleva suonare meno di otto ore perché gli operai lavorano otto ore, proprio nel posto dove i sindacati si sono venduti il vendibile della vita dei salariati.

Pensavo a Bonanni e a Angeletti e al testo di Lavorare con lentezza, agli incidenti sul lavoro e a Marchionne, e ragionavo sul fatto che il padrone le nostre canzoni le digerisce sempre bene, e ce le ricaca sempre in testa.

Enzo rimane quello che saliva sugli autobus e faceva l'autoriduzione del biglietto, per principio, da solo, per avere l'occasione di parlare di ingiustizia sociale e sfruttamento. Un folle compagno, un grande militante e un surreale poeta proletario, che ha ricevuto dalla compagneria molto meno di quello che alla compagneria ha regalato.

Buon viaggio Enzo, una sedia la troverai pure dove stai adesso.

E il biglietto di sicuro non l'avrai voluto pagare.

sabato 28 maggio 2011