RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

sabato 30 ottobre 2010

venerdì 29 ottobre 2010

via Don Murialdo 32 a Torino.

Questa mattina ho portato solidarietà ad una famiglia in via Don Murialdo 32 a Torino, vittima di uno sfratto esecutivo.
Una storia sentita molte volte negli ultimi anni, una famiglia colpita dalla crisi, cassaintegrazione o licenziamento e l'impossibilità di pagare l'affitto.
Questa volta tocca ad una famiglia con due minori e un ragazzo di 19 anni.

Oggi c'erano tutti: ufficiale giudiziario, padrone di casa, e forze dell'ordine in divisa e in borghese.
C'eravamo anche noi: sportello diritto alla casa zona San Paolo, il centro sociale Gabrio e tutta la gente del quartiere .In tarda mattinata si è trovato l'accordo sulla proroga dello sfratto fino al 30 Novembre c. m.
Poi si vedrà cosa il Comune intenderà fare, anche perchè con due minori si parla di emergenza abitativa.

Perdere la casa non significa perdere solo quattro mura, ma significa perdere la dignità, perdere i propri sogni, il proprio futuro.

Interessante è stato ragionare anche con i passanti sulla problematica casa e sul lavoro in genere e molti che in un primo momento dicevano: "se non paga è giusto che venga sfattata" , in seguito ad argomentazioni più ampie si è arrivati a dire: " la colpa è del governo che non investe su politiche sociali quali case popolari, sussidi o lavoro stabile".
Nessuno ha demonizzato il padrone di casa che ha anche lui le sue ragioni, ma finalmente si comincia a creare una problematica sociale e a ragionare sulle politiche di uno Stato che pensa solo al Bunga Bunga.

mercoledì 27 ottobre 2010

Eroica nonnina Annarella



E i giovani dove sono? Incazzatevi contro questi incantatori di serpenti.
P.S.
Mi dispiace per il pugno preso da Capezzone da un ignaro passante.

giovedì 21 ottobre 2010

Scoperta infiltrata nei movimenti genovesi

Scoperta infiltrata nei movimenti genovesi
 Genova, 20 ottobre 2010

Comunicato dell'assemblea generale straordinaria di numerose realtà genovesi.

Ciò che scriviamo in seguito tratta di un fatto estremamente grave e pericoloso che riguarda da vicino l'insieme dei movimenti antagonisti genovesi. Scriviamo solo ora che ne abbiamo la certezza assoluta e ne possediamo le prove.

Da due anni una ragazza che ha frequentato parecchi ambiti dei movimenti antagonisti genovesi è stata contattata e pagata dai servizi di intelligence per dare informazioni rispetto alle attività (assemblee, benefit, occupazioni, contestazioni, etc.) e alle persone che ne prendevano parte. Tale lavoro era svolto con incontri in cui venivano fatte domande più o meno specifiche e in seguito supportati da relazioni scritte su ciò che lei osservava e sentiva. Il tutto era poi consegnato al suo “referente”.
Sappiamo che il contatto è avvenuto nei primi mesi del movimento dell'Onda (ottobre 2008), tramite la scusa di collaborare a delle ricerche sulle politiche giovanili. Soltanto nell'estate del 2009 questa ragazza avrebbe realizzato che si trattava di “un'operazione di polizia”; di fatto, a partire dall'occupazione anarchica della Casa (29 luglio) di Castelletto, le domande dell'agente di contatto si sarebbero fatte più pressanti e le richieste più puntuali e particolareggiate (nomi, contenuti e prese di posizione). Il rapporto si sarebbe così manifestato e chiarito per ciò che era (infiltrare una persona per prevenire e monitorare il movimento antagonista genovese) e si è consolidato in un pagamento fisso mensile. I rapporti sono continuati (anche sporadicamente) fino a dieci giorni fa. La ragazza in questione, Ana Pillaca di 22 anni, di origine peruviana, studentessa universitaria, in attesa di cittadinanza, è dunque consapevole da almeno un anno e mezzo di lavorare per fornire informazioni all'apparato repressivo. Una volta contattata da alcuni compagni, ha confermato e rilasciato una completa “confessione” (orale e scritta, depositata presso un legale di fiducia che per ovvie ragioni di sicurezza resterà anonimo).
Ogni realtà antagonista genovese e italiana si senta in dovere di allontanare questa persona.
Riterremo altrettanto grave che dei compagni continuino ad intrattenere dei rapporti con quella che si è rivelata un'informatrice.
Per ragioni di sicurezza e incolumità dei compagni che hanno avuto la necessità di esporsi particolarmente in questa odiosa faccenda, auspichiamo che venga garantita l'incolumità di Ana Pillaca. Sappiamo con chi abbiamo a che fare e ci attendiamo una reazione da parte degli apparati. Con questo documento, dunque, vogliamo rendere pubblico il fatto che qualunque attacco repressivo che potremmo subire in risposta a questa denuncia è da inscriversi nell'ottica di una montatura.

Le compagne e i compagni da Genova

martedì 19 ottobre 2010

Antagonisti contro la crisi

Antagonisti a Roma al corteo della Fiom

domenica 17 ottobre 2010

16 ottobre. Se vi sembrano pochi questi lavoratori!



Alla faccia di Maroni, Sacconi, Bonanni, Marchionne, Berlusconi...

Dai che forse è la volta buona per riprenderci tutto.

giovedì 7 ottobre 2010

Intervista a Marco Revelli



orgoglioso di averlo avuto come docente all'Università. Marco Revelli, figlio del grandissimo Nuto Revelli.

mercoledì 6 ottobre 2010

Ed ora alla Cisl arrivano frittate, vernice e fumogeni.

Frittate, vernice e fumogeni.

[Verso il 16 ottobre]

Non si fermano le iniziative di contestazione dal basso che, di giorno in giorno, individuano nella Cisl e nella testa d'ariete Marchionne i principali corresponsabile della svendita - a braccetto: padronato e sindacato - dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Ultime in ordine di tempo, la sede nazionale dei 'gialli' a Roma, in via Po, e una sperduta località nei pressi di quel ramo del lago di Como, dopo le uova di ieri a Jesi contro una sede Fiat
Come a dire, dalla capitale alla più remota provincia del Belpaese, l'insofferenza per la sfacciataggine di certi loschi figuri che si presentano come "legittimi rappresentanti dei lavoratori", non accetta più di essere trattenuta ed esce, seppur ancora troppo raramente, allo scoperto.
Anche i soggetti in campo sono i più svariati e non si può certo più marginalizzare l'operato come beau geste dei soliti estremisti di turno. Se scontate sono le condanne della Cgil come organismo centrale, più sfumate le prese di posizioni di Fiom o minoranza Cgil della seconda mozione (La Cgil che vogliamo), a seconda dei casi.
Quando non son frutto di giovani precari/e, cresciuti nei movimenti degli ultimi anni o nei centri sociali, non di rado queste contestazioni sono portate avanti da militanti di base della Fiom, spesso delegati rsu. E se Epifani non perde occasione nel biasimarli e definire "tutte le sedi sindacali" - indistintamente - come "sacre" (in una società in cui l'homo economicus ha da tempo sotterrato il sacro in ogni sua forma - quando non lo ha reso merce) pazienza... i fatti, per ora almeno, si commentano da soli.

A quanti non volessero scorgervi l'utilità e la ragione, è bene ricordare che già la  tanto discussa contestazione torinese fu frutto di un consenso generalizzato, dell'interpretazione di un sentimento maggioritario di disprezzo per l'operato dei vari Bonanni e Angeletti. Se in quel caso si lanciava un segnale il giorno dopo la disdetta del contratto nazionale dei metalmeccanici annunciato da Federmeccanica, le contestazioni di ieri e oggi seguono l'inizio dei colloqui tra Confindustria e "parti sociali" (leggi: i sindacati gialli della collaborazione) per l'applicazione del famigerato progetto di "Fabbrica Italia", modello apripista di Marchionne per l'instaurazione di nuovi rapporti generali tra Capitale e Lavoro, il modello Pomigliano che proprio là ha trovato una prima, solida base di resistenza nel mancato plebiscito di quegli operai contro cui era diretto.

lunedì 4 ottobre 2010

16 ottobre: noi ci saremo

Il 16 Ottobre parteciperemo alla manifestazione indetta dalla Fiom in difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Parteciperemo perché riteniamo giusto manifestare al fianco di chi tenta oggi di difendere chi lavora e suoi interessi, a discapito di capitalisti illuminati e sindacalisti venduti.

La distanza dalla Fiom è considerevole dall’idea e della pratica politica del mondo dell’antagonismo ma in questa fase crediamo sia  giusto ed utile supportare una forza che, sebben calata nel sistema sindacale, fin troppo condita da burocrazie e poltrone, provi a costruire un’ opposizione credibile all’attacco che il padronato e i suoi sindacati governativi stanno sferrando con forza.

Percorriamo strade diverse, scontiamo inadeguatezze alla fase e, da parte del sindacato, un’incapacità di rappresentare realmente gli interessi di chi non è interno ai comparti produttivi regolati da forme di contrattazione collettiva.

Il progetto Fabbrica Italia, l’ideologia di Marchionne, la pratica della Mercegaglia e il servilismo di Bonanni e Angeletti, sono parti di un progetto che nasce nell’industria metalmeccanica ma si esporterà in tutta la società. La precarietà generalizzata è l’anteprima di cosa vorrebbero gli industriali, capaci di incassare soldi dallo stato in ogni momento, salvo poi chiedere libertà d’impresa subito dopo.

La partita che si gioca in questa fase è importante e va ben oltre il 16, i metalmeccanici, la Fiom stessa. La sfida a cui siamo chiamati è qualcosa di più di un semplice conflitto su contrattazione e rappresentanza. E’ l’essenza stessa del conflitto, di classe e di parte, l’anima del cambiamento possibile, smaterializzato da questa realtà politica fatta da troppi che per troppo tempo hanno badato solo a mantenere un sistema che ha funzionato fino a che faceva comodo alla controparte. Quel sistema di scambio implicito tra tessere e rappresentanza, tra favori e poltrone, tra cordiali colloqui tra chi affama e chi ha fame.

La crisi in atto dimostra come la lotta di classe e la divisione della società non siano un fantasma del 900’ come vorrebbero alcuni, ma una realtà nitida, in cui padroni, governanti e Confindustria credono, spingendo sull’acceleratore, all’azzeramento dei diritti di chi produce.

Lo abbiamo visto contestando Bonanni a Torino quale sia il livello della politica e del sindacato oggi: assolutamente avulso da qualsiasi realtà. Un fumogeno e due fischi hanno avuto la capacità di mandare in tilt quel clima di cordialità di cui chi non arriva a fine mese non ha assolutamente bisogno. E quanti fantasmi ha evocato la contestazione, quanti distinguo, quanta debolezza, quanta paura del conflitto.

Sono questi i motivi per cui parteciperemo al corteo di Roma, per dire alla Fiom di continuare sulla strada intrapresa, mirando al conflitto, dialogando con i movimenti, con le sue soggettività e le sue forme politiche, per fare quel salto di qualità che la realtà impone. Le diciamo di resistere non solo all’attacco dei padroni ma anche a quello che “arriva da sinistra”, che la rivorrebbe posizionata al tavolo della svendita di diritti di turno.

Non possiamo che salutare con partecipazione tutte quelle iniziative di contestazione che in questi giorni attraversano le città, le  piazze e le strade, indicando nel governo, Confindustria e nei suoi servi sindacali alcuni dei maggiori protagonisti della produzione attuale di povertà e precarietà diffusa. Che vengano promosse dagli operai della Fiom, dai collettivi studenteschi, dai comitati di lotta territoriali non possono che vederci solidali e protagonisti, e farci dire che dietro quella mano che tira il petardo o un uovo c’è anche la nostra mano.

Facciamo appello a quanti si riconoscono nell’autorganizzazione sociale e nell’antagonismo di classe, a partecipare allo spezzone antagonista che sfilerà nel corteo Fiom.
Noi ci saremo!

Nessuna pace sociale con governo e padroni!

Antagonisti contro la crisi
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