RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

giovedì 15 dicembre 2011

lunedì 5 dicembre 2011

Lacrime di coccodrillo

La ministra Fornero si commuove quando parla di sacrifici per i soliti tartassati da sempre.
Le tue lacrime di coccodrillo lasciano il tempo che trovano. Fate prima a dire che la pensione ai lavoratori non la date più, piuttosto che vedere queste pagliacciate. Ma ci prendete per il culo? Ci credete fessi? A 70 anni chi c**** ci va in pensione? Ma voi ve lo immaginate un lavoratore a 70 anni? Col morbo di Parkinson o con le stampelle che si alza alle 6 di mattina.
E poi i diritti acquisiti ho sempre saputo che non sono retroattivi.
Buffoni

mercoledì 23 novembre 2011

Per non dimentiCarlo

Mortola e De Gennaro assolti.
A noi piace ricordare così:

martedì 22 novembre 2011

Lettera di un giovane operaio Fiat di Pomigliano

Ricordo ancora quei giorni, da Torino arrivavano notizie agghiaccianti, i compagni di Mirafiori ci raccontavano che i delegati di fim uilm fismic e ugl volantinavano un documento dove si diceva che l'accordo di Pomigliano era nato per dare delle regole a quei lavoratori del sud ( i soliti napoletani) che non rispettano le regole, e che quell'accordo non sarebbe mai stato esteso ne esportato.
Oggi la fiat annuncia che quell'accordo,proprio quello di Pomigliano, verra' esteso a tutti i 70mila lavoratori del gruppo.
Da quel giorno tante cose sono successe. C'è stato il referendum di Pomigliano quello a Mirafiori, c'è stato il 16 ottobre il 28 gennaio c'è stata l'unità con gli studenti con i movimenti, c'è stato un risveglio dei lavoratori che avevano capito fin da subito cosa stava accadendo.
Quello contro cui ci si opponeva non era solo un insieme di regole che aumentava i ritmi di lavoro ( e gia' questo avrebbe giustificato momenti di lotta importanti) ma ci si opponeva ad un nuovo modello di relazioni padrone-operaio.
Ci si opponeva all'idea che per lavorare in questo paese bisognava rinunciare a tutti i diritti conquistati in anni di lotta, compagni in ogni parte d'Italia lottavano per il diritto ad un contratto nazionale che ci rendesse realmente tutti uguali indipendentemente dalla posizione geografica, il diritto ad ammalarsi senza essere giudicati da una commissione ( la famosa santa inquisizione made in fiat), si lottava per il diritto a poter avere una vita sociale al di fuori dei cancelli di una fabbrica, si lottava per IL DIRITTO A POTERSI RIBELLARE QUANDO SI SUBIVA UN INGIUSTIZIA!!! IL DIRITTO A POTER DIRE NO!!!!!
Ma in questa lunga battaglia fiat ha trovato validi alleati perchè sapeva che da sola non c'è l avrebbe mai fatta, senza l'appoggio determinante di sindacati consenzienti e collusi e di una classe politica impegnata a pensare a come preservare il propio orticello, relegando i lavoratori sullo scalino piu' basso della societa', fiat non sarebbe mai passata.
Ricordiamo bene le parole di pseudo-sindacalisti e criminali-politici, bisogna lavorare...c'era chi voleva stendere un tappeto rosso a marchionne, chi si diceva con lui senza se' e senza ma.....
Noi non abbiamo dimenticato niente ed oggi 21 novembre 2011 quelle parole riecheggiano nelle nostre teste, rimbombano quei silenzi dinanzi alle richieste di chi lavora e butta il sangue nei luoghi di lavoro.
Queste persone sono complici e coautori di un delitto, esportare il modello Pomigliano significa esportare un reato....noi tutti ricordiamo la sentenza del tribunle di Torino che dice a chiare lettere CHE QUEL CONTRATTO NASCE CON L UNICO SCOPO DI FARE FUORI LA FIOM DALLE RELAZIONI SINDACALI.
Nasce per far fuori il dissenso.
Il contratto di Pomigliano a prodotto solo false promesse ( ancora oggi l'80% dei lavoratori sono in cassa) e ha messo nelle mani di fiat un mezzo di selezione del personale che farebbe invidia ad una qualsiasi dittatura sud americana.
Vari lavoratori lamentano minacce ed intimidazioni da parte dell'azienda che li avvicina dicendogli chiaramente che per rientrare in fabbrica bisogna cancellarsi dalla FIOM.
Tanti sotto enormi presioni lo hanno fatto e comunque non sono mai stati richiamati per far parte della nuova società.
I pochi lavoratori che sono stati chiamati per fare i corsi (SENZA INTEGRAZIONE AL REDDITO, CIOE' ANDARE IN FABBRICA A SPESE PROPRIE!!! X GENTILE CONCESSIONE DEI FIRMATARI!!!) sono costretti a non marcare il cartellino e se qualcuno osa fare domande sul perche' di tale comportamento o chiede se casomai gli succedesse qualcosa dove risulta che lui era a lavoro, viene avvicinato dai capetti di turno ed invitato a cambiare atteggiamento, pena la non riassunzione.
ECCO QUESTA E' FABBRICA ITALIA, CHIUSURA DI STABILIMENTI ( TERMINI IMERESE IRISBUS, CNH MODENA), MINACCE E REPRESSIONE.
QUESTO E IL MODELLO CHE VIENE ESPORTATO OGGI, E IN TUTTO QUESTO NOI SAPPIAMO BENE CHI SONO I COLPEVOLI E CONOSCIAMO BENE CHE STRADA PRENDERE QUALE COMPITO CI ASPETTA.
LA LOTTA NON E' CERTO FINITA DOBBIAMO CONTINUARE A LOTTARE ANCORA PIU' DECISI ANCORA PIU' CATTIVI, SE FIAT CISL UIL E ALTRI LACCHE' PENSANO CHE CI ARRENDIAMO SI SBAGLIANO DI GROSSO.
I LAVORATORI DI QUESTO PAESE HANNO GIA DATO PROVA IN PASSATO DI SAPERSI DIFENDERE E CONTRATTACCARE!!!
SE FIAT VUOLE ESPORTARE LA REPRESSIONE NOI ESPORTIAMO LA LOTTA DA MIRAFIORI A POMIGLIANO FINO IN SICILIA UNIAMOCI E RIPRENDIAMOCI LE NOSTRE VITE LA NOSTRA LIBERTA', LA NOSTRA DIGNITA'!!!
FORZA COMPAGNI CERTAMENTE SARA' PIU' DURA MA SICURAMENTE NON E' FINITA!!!
ALLA LOTTA!!!!!!!!!

L'operaio della Fiat (la 1100)



Lunedì 28 novembre ore 14 davanti al comune di Torino. Occupy Torino

Marchionne: Lavoratori non contate un cazzo, decidiamo tutto noi.

La Fiat ha disdetto tutti gli accordi sindacali in vigore e “ogni altro
impegno
derivante da prassi collettive in atto” in tutti gli stabilimenti
automobilistici italiani. Lo stop sarà effettivo dal 1 gennaio 2012.

La decisione è molto grave e si sta organizzando per il 28 Novembre
dove si terra un consiglio comunale aperto al quale ci sarà Fassino ( servo
di
Marchionne).
Ritrovo alle 14 o giù di li in piazza Palazzo di città.
Ecco l'evento:
http://www.facebook.com/event.php?eid=204644239612281

domenica 20 novembre 2011

sabato 19 novembre 2011

giovedì 10 novembre 2011

Il Grande golpe globale-Chi sono Monti e Papademos?



Tutto si collega con la nuova Gendarmeria europea.

sabato 5 novembre 2011

Ecco come i colossi della Grande distribuzione organizzata trattano i lavoratori



In questo caso è Esselunga ma vale in toni diversi un pò per tutte le catene commerciali.

venerdì 4 novembre 2011

La Nuova Gendarmeria Europea


Eurogendfor, la nuova polizia europea con poteri illimitati. Praticamente non ne ha parlato nessuno. Praticamente la ratifica di Camera e Senato è avvenuta all’unanimità. Praticamente stiamo per finire nelle mani di una superpolizia dai poteri pressoché illimitati. Che sulla carta è europea, ma che nei fatti è sotto la supervisione statunitense. Tanto è vero che la sede centrale si trova a Vicenza, la stessa città dove c’è il famigerato Camp Ederle delle truppe USA Alzi la mano chi sa cos’è il trattato di Velsen. Domanda retorica: nessuno. Eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale. Una tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale, portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e delle canaglie. Il Trattato Eurogendfor venne firmato a Velsen il 18 ottobre 2007 da Francia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo e Italia. L’acronimo sta per Forza di Gendarmeria Europea (EGF): in sostanza è la futura polizia militare d’Europa. E non solo. Per capire esattamente che cos’è, leggiamone qualche passo. I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero - l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3). Ricapitolando: la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; il nuovo corpo risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali. Ma non è finita. L’EGF gode di una totale immunità: inviolabili locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29). Come si evince chiaramente, una serie di privilegi inconcepibili in uno Stato di diritto. Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Come ha fatto notare il giornalista che ha scovato la notizia, il freelance Gianni Lannes (uno con due coglioni così, che per le sue inchieste ora gira con la scorta), non soltanto è una vergogna constatare che i nostri parlamentari sanciscano una palese espropriazione di sovranità senza aver neppure letto i 47 articoli che la attestano, ma anche che sia passata inosservata un’anomalia clamorosa. Il quartiere generale europeo è insediato a Vicenza nella caserma dei carabinieri “Chinotto” fin dal 2006. La ratifica è dell’anno scorso. E a Vicenza da decenni ha sede Camp Ederle, a cui nel 2013 si affiancherà la seconda base statunitense al Dal Molin che è una sede dell’Africom, il comando americano per il quadrante mediterraneo-africano. La deduzione è quasi ovvia: aver scelto proprio Vicenza sta a significare che la Gestapo europea dipende, e alla luce del sole, dal Pentagono. Ogni 25 Aprile i patetici onanisti della memoria si scannano sul fascismo e sull’antifascismo, mentre oggi serve un’altra Liberazione: da questa Europa e dal suo padrone, gli Stati Uniti.

mercoledì 2 novembre 2011

Come avvengono le crisi economiche


Solo la comprensione del vero meccanismo di creazione del denaro dal nulla da parte dello Stato (con la banca centrale) può spiegare al maggior numero di persone possibile le reali cause della crisi economica.

E questo è ancora più importante in un momento storico come quello attuale, in cui comincia a sfogarsi la (giusta) rabbia dovuta alla crisi economica.

Infatti, se come avviene in tutti i media mainstream, se ci si concentra sui sintomi e si evita di affrontare le cause, il risultato sarà quello di chiedere provvedimenti che peggioreranno la situazione invece di migliorarla, come avvenuto nei primi del '900 quando a seguito delle problematiche dovute alla pratica della riserva frazionaria da parte delle banche, invece di vietare questo fraudolento comportamento è stata istituita la Federal Reserve come soluzione.

Questo video affronta in maniera semplice ed immediata la problematica della creazione del denaro dal nulla, spiegando chi è ne beneficia realmente. Si scopre che casualmente non è la classe dei lavoratori ma al contrario quella dei più ricchi, che possono così arricchirsi sempre più, aumentando il divario con i meno abbienti.

martedì 1 novembre 2011

L'Unesco riconosce la Palestina



P.S.
L'Italia si è astenuta.

giovedì 20 ottobre 2011

23 Ottobre 2011 Val Susa

La Val Susa paura non ne ha

Non un passo indietro.

mercoledì 19 ottobre 2011

domenica 16 ottobre 2011

La rabbia



Non sono d'accordo sul fatto che diverse anime non possano ritrovarsi contro un avversario comune.
Si sa come la pensano gli anarchici a differenza dei militanti di Libera o Lega ambiente, come la pensa Askatasuna rispetto alla Federazione della sinistra, ecc. Ognuno ha una storia e penso che tutti quelli che si indignano perchè ieri è successo il conflitto violento siano in malafede.
Da mesi il passaparola era: andiamo a Roma ad occupare i palazzi del potere. Come pensavano che potesse accadere? Con un mazzo di fiori?
La val di Susa insegna ancora una volta. Siamo tutti valsusini e siamo tutti black bloc. La forza di un movimento è l'eterogeneità. Ognuno lotta per come vuole e sa fare, senza criticare i compagni di lotta perchè agiscono diversamente da noi. Se da una parte c'era chi spaccava le banche e le agenzie interinali, nulla vietava che dall'altra parte ci fosse un'occupazione pacifica delle piazze di Roma.
Chi ha assaltato il ministero della difesa è un mio compagno alla pari di chi ha inscenato un balletto folcloristico per le vie della capitale. E basta con queste dissociazioni da infami. L'obiettivo è comune a molti: che se ne vadano tutti. Questo è l'obiettivo, il resto è mentalità da ben pensanti del cazzo.
Siete tutti coinvolti altrimenti fate parte anche voi del sistema.

venerdì 14 ottobre 2011

15 ottobre 2011. Avviso importante.

AVVISO IMPORTANTE PER TUTTI I partecipanti alla MANIFESTAZIONE di SABATO 15 OTTOBRE: il Legal Team Italia sarà a disposizione di chiunque ne avesse necessità. Il numero da chiamare è il seguente: 06491563. Oppure contattate l'Avv. Antonio Borrasi cell. 3456045728. Segnateli sul braccio e se verrete fermati dalla polizia, USATELI. Fate girare!!

Per chi resta a Torino, presidio ore 15 Piazza Castello

Buona Rivolta a tutti.

venerdì 7 ottobre 2011

Il gioco delle 5 euro

Almeno se ci indebitiamo sappiamo il perchè:

venerdì 30 settembre 2011

venerdì 9 settembre 2011

giovedì 8 settembre 2011

Noi ci siamo e voialtri?

08/09/2011

La maggioranza del Senato, con un'opposizione parlamentare che si è limitata al voto contrario, rinunciando ad un doveroso forte ostruzionismo nelle commissioni ed in aula, ha approvato la manovra del Governo, dettata dai registi delle banche e delle finanze europee e diretta dalla bacchetta dei maestri d'orchestra Napolitano e Draghi.

Una manovra che non risolve i problemi dell'economia, che accentua l'ingiustizia sociale, che premia gli speculatori e un ceto politico mai così poco credibile come oggi.
Una manovra che, con le ultime modifiche, sancisce una spaccatura netta nel Paese tra chi già pagava le tasse e ne pagherà ancora di più e chi è autorizzato a non pagarle, tra chi andrà in pensione sempre più tardi e chi ha rendite e patrimoni che gli permettono di non lavorare per tutta la vita.
Tra chi potrà essere licenziato e chi licenzierà con allegria, tra chi subirà contratti di lavoro ignobili e chi ha inteso distruggere la contrattazione nazionale.
Tra chi pagherà una tassa sulla clandestinità e chi continuerà a sfruttare il lavoro nero, tra chi subirà le privatizzazioni attraverso l'aumento di tariffe e servizi e chi farà ulteriori profitti a spese dello stato, del pubblico e dei cittadini.
Tra coloro che vedranno ulteriormente bloccati contratti, salari, turn-over e TFR e chi se la caverà con un piccolo ed insignificante obolo o, nella maggior parte dei casi non sarà minimamente toccato perché protetto dall'omertà e dall'ombrello di uno “scudo evasione” che continua ad essere perno fondamentale del sistema politico italiano.

A protestare, il 5 settembre alla borsa di Milano e ieri sotto i palazzi del potere di Roma c'era USB, i movimenti che in questi ultimi mesi sono impegnati nel sociale, sui territori e per il diritto all'abitare, spezzoni del resto del sindacalismo di base e pochissime forze politiche non presenti in parlamento.

Ma la rabbia e l'incredulità popolare rispetto a questa nuova dimostrazione di arroganza del potere è sicuramente ampia e coinvolge un parte sempre più vasta dei lavoratori e dei cittadini, stanchi dell'inutilità del sindacato che “collabora”, stanchi di una Cgil che prima firma l'Accordo del 28 giugno e poi scende in piazza contro l'articolo 8 della manovra che lo recepisce per legge, stanchi dei partiti della minoranza parlamentare che balbettano poche e stonate note di dissenso, senza mai sottrarsi alla sinfonia che comunque vuole la società sottomessa alle logiche dei mercati, vuole i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri, vuole l'ingiustizia prevalere sulla giustizia e l'equità sociale.

USB sta dimostrando che è possibile opporsi e che è indispensabile farlo in modo netto e senza infingimenti. Ed è necessario non cadere nell'assurdo gioco che vede presunti esperti e grandi economisti, politici e sindacalisti del palazzo cimentarsi su come apportare poche ed irrilevanti modifiche ad un impianto che di fatto conferma e rafforza la struttura del capitalismo finanziario imperante. Se si vuole affrontare una crisi sistemica l'unica via è iniziare a trasformare il sistema ed inserire concetti quali nazionalizzazione delle banche e delle grandi aziende strategiche, super-patrimoniale non limitata alla limatura di immani capitali e patrimoni, ma quale elemento prioritario di una ormai non più rinviabile redistribuzione delle ricchezze nel nostro paese che renda molto meno ricchi i ricchi e non più poveri i poveri.

USB sta dimostrando che è doveroso opporsi e continuerà a farlo dal 9 ottobre sotto la camera, il 10 nella grande Assemblea nazionale che si terrà a Roma, tutti i giorni che ci separano dalla grande manifestazione nazionale che si prepara per il 15 ottobre ed a seguire, sempre e comunque, perché i lavoratori, i disoccupati, i pensionati , i migranti ed i precari non sono debitori di nulla e, al contrario, sono creditori di giustizia.
L'appuntamento per tutti è venerdì 9 mattina a Montecitorio,
in occasione della discussione della Manovra alla Camera

P.S.
Se deleghi ad altri la difesa dei tuoi diritti e dei tuoi figli, sei complice.

lunedì 5 settembre 2011

Fuori le palle...cazzoooo

E' passato l'emendamento che aggira l'articolo 18. Si potrà licenziare anche senza giusta causa. Gli accordi territoriali e aziendali potranno derogare lo Statuto dei lavoratori.

E'ora di rivolta, a partire da martedi 6 settembre con lo sciopero generale a finire per farli tremare sulla loro poltrona questo autunno. Rivolta ragazzi, è giunta l'ora.
Dovete tremare tutti, voi della maggioranza, parte dell'opposizione, confindustria e sindacati gialli.

sabato 27 agosto 2011

No Tav- incontro con un redattore della rai torinese

Di questo ennesimo presidio alla RAI credo ricorderò le prime e le ultime parole dello pseudo-giornalista-redattore del TGR. Le prime sono state come un'ondata di gas CS, disorientanti, fastidiose, ingiustificabili: "Mi ricordate gli squadristi che nel 1921 occupavano le redazioni, avete atteggiamenti fascisti". Strano. Perché all'epoca per manipolare le informazioni era necessario occupare le redazioni. Oggi basta pagare i loro stipendi, magari con qualche extra. Poi l'auto-compiacimento che ha sfiorato il ridicolo "Io svolgo la mia professione con onestà intellettuale". Un brivido ha percorso il mio corpo a sentire pronunciare da un REDATTORE di quello che forse è il peggior TG Regionale di tutta Italia la parola ONESTA'. Non commento sull'intellettuale... E poi il finale, o quasi, del suo discorso (?) introduttivo: "Avete minacciato persino Bianco, l'altra sera gli avete detto che LO LICENZIATE!". Ecco, qui dimostrano (oltre a non avere il minimo senso dell'ironia) tutto il paradosso di questa situazione. E' vero, non lo nego, che l'altra sera al megafono ho detto "BIANCO, SICCOME LA RAI SIAMO NOI, SIAMO QUI PER DIRTI CHE SEI LICENZIATO". Verissimo. Ma se davvero avessimo questo potere, dovremmo andare un giorno si e un giorno NO a chiedere alla RAI un'informazione corretta, cosa che è nei nostri DIRITTI non solo come NO TAV, ma, soprattutto, come CITTADINI?

Ancora una volta la questione relativa all'ennesimo diritto negato è stata ridotta ad una questione di ordine pubblico, delegando alle forze dell'ordine (che, va detto, hanno gestito con tatto la situazione) un problema che nessun politico, della cosiddetta sinistra o della destra, può o vuole affrontare. L'Italia è al 64esimo posto, nel mondo, per libertà d'informazione. E questo è il fondamento di qualsiasi democrazia. Come cittadini non possiamo più limitarci ad essere indignati, e neanche a dire che "tanto non cambia niente". Perché la RAI siamo noi nella misura in cui siamo determinati a ricordarglielo, a riprenderci questo diritto. Non permettiamogli di mentire, sistematicamente, di omettere, di trasmettere false immagini (e non lo fanno solo per la TAV) per ingannare quelli che, in buona fede, credono in questa scatola magica, manco fosse una religione!

Il problema è sotto gli occhi di tutti, ma la soluzione? Un po' meno. Questi presidi vengono fatti da anni, e senza risultati. Eppure non possiamo mollare, perché se lo facciamo si sentiranno autorizzati ad aumentare il livello di fango, bugie, propaganda. Devono sapere che non siamo più disposti a tollerare questo schifo. Facciamoglielo sapere. Senza reagire alle loro provocazioni, perché le faranno sempre. E diffondiamo la "libera informazione" dal basso. Quando avranno solo il 15% di telespettatori, avranno perso. Continueranno a sentirsi "intellettualmente onesti"?

Simonetta Zandiri

mercoledì 24 agosto 2011

No Tav. A Torino ci si sta organizzando.

Non solo in Val Susa, ma anche a Torino c'è un nutrito gruppo di attivisti che sta crescendo. Oggi 24 agosto c'è questa situazione che i mass media di regime non vi diranno.

domenica 21 agosto 2011

In Val Susa c'è uno stato di polizia che ha instaurato leggi fasciste. Oramai è guerra per la difesa del territorio.

Schedature, posti di blocco, chek point, fogli di via, foto, impronte digitali, ecc.
Oramai c'è di tutto senza parlare di pestaggi ingiustificati e di attivisti intimoriti da chi dovrebbe rappresentare lo Stato Italiano.

Schedature per attraversare il bosco


Orrori dello Stato italiano 1


Orrori dello Stato italiano 2

giovedì 18 agosto 2011

Solidarietà a Simonetta e Daniela

Comunicato stampa No Tav Torino.

Presidio di Torino, 18 Agosto 2011 - Atto intimidatorio ai danni di Simonetta Zandiri e di un’altra attivista NO TAV ?

Il presidio di Torino in piazza Castello davanti al palazzo della regione è proseguito anche oggi pomeriggio. A partire dalle 17 alcune decine di manifestanti NO TAV sia della Val di Susa che di Torino, hanno montato alcuni pannelli con foto e schede che descrivevano quanto sta succedendo in valle, in particolare alla Maddalena da ormai un mese e mezzo. In città molte persone sono ancora via per le ferie e piazza Castello non è gremita come al solito. Però le persone che si sono fermate a guardare i tabelloni e a chiedere non sono state poche. Molti hanno osservato che ciò che si legge sui giornali e si sente in televisione riporta versioni ben diverse. Dopo un po’ un gruppo di pochi manifestanti si è recato in

via Roma e sono entrati dentro a una grossa libreria in quel momento abbastanza affollata. Hanno cominciato a fare volantinaggio e a spiegare alle persone che domandavano quale fosse la reale vicenda di questi mesi. Alcuni uomini della

Digos, che avevano seguito il gruppo appena si era mosso da Piazza Castello, passati pochi minuti, dopo aver parlato con la proprietaria del locale, sono intervenuti per allontanare i NO TAV. Motivazione: si trattava di un locale

commerciale privato e i proprietari non gradivano la loro presenza. Sono stati accompagnati all’uscita con qualche spinta di troppo. Tornati in Piazza Castello hanno continuato insieme agli altri l’attività di presidio. Verso le 20.45 Simonetta Zandiri e Daniela, due attiviste che erano lì presenti, decidono di andar via. Appena arrivate a piedi

all’imbocco di via Po vengono avvicinate da una Fiat Punto scura. Dall’auto scendono due uomini in borghese sui trent’anni di età. Chiedono i documenti senza fare troppi preamboli. Simonetta e Daniela rispondono che i due uomini,

se sono poliziotti, devono farsi identificare prima di chiedere documenti. Gli uomini insistono ma le donne non desistono. Ad un certo punto fanno vedere rapidamente la medaglietta con scritto Polizia e il numero identificativo. Ma col chiaro

intento di non far capire più di tanto, infatti il gesto è fulmineo. A loro volta le donne fanno vedere un documento altrettanto rapidamente e dicono che se le cose stanno così se ne vanno. Gli uomini insistono ma alla fine Simonetta e Daniela si allontanano. Gli uomini allora, uno a piedi e l’altro sulla Punto le seguono.

Le donne si lamentano ad alta voce, tanto che ad un certo punto alcuni passanti chiedono se gli uomini le stanno molestando ed hanno bisogno di una mano. Simonetta arriva alla sua macchina, fa per entrare ma viene trattenuta da uno dei due uomini che con la mano e con forza tiene aperta la portiera. La situazione diventa a quel punto particolarmente tesa e l’uomo fa una telefonata col suo cellulare. Di lì a poco arriva una volante della Polizia. Scendono due agenti che domandano in via definitiva i documenti alle donne, chiarendo che se non lo avessero fatto sarebbero state portate in questura per accertamenti. Simonetta e Daniela alla fine mostrano i loro documenti. Chiedono quale sia il motivo del controllo. Gli agenti rispondono che loro due sono manifestanti implicate in una vicenda politica dove in questo

momento c’è molta tensione. Come tali la Polizia deve fare un’identificazione personale che in caso di filmati e accadimenti gravi può tornare utile. Alla fine Simonetta e Daniela vengono lasciate in pace e possono tornare a casa.

P.S.
Non è che si sta un pò esagerando con i controlli e con lo stato di polizia?

mercoledì 17 agosto 2011

No tav appello presidio oggi ore 14 in piazza castello a torino

Forza, oggi alle 14 presidio No Tav davanti al palazzo della Regione a Torino.
Ieri giornata movimentata con ulteriori lacrimogeni sparati dalla polizia.
Non delegate soltanto e partecipate attivamente.

sabato 13 agosto 2011

Il governo Berlusconi affama sempre più.

La manovra di ieri con tagli per 45 miliardi di euro è la conferma che il Governo Berlusconi affama sempre più il popolo. Partito come il portatore del nuovo miracolo italiano, si sta confermando come tartassatore degli italiani e soprattutto di chi nella vita ha sempre pagato. Loro sperperano e noi dobbiamo pagare, non che sia una musica diversa dal solito, ma il fatto è che oramai a forza di raschiare il barile si è toccati il fondo.
Privatizzazioni, taglio alle pensioni e licenziamento libero, ecco cosa ci aspetta.
Ma anche noi dobbiamo pur mangiare e forse è arrivato il momento di consumare un pasto al Senato alla modica cifra di 1,60 euro. Alla faccia della crisi e della gente comune che oramai non sa più dove sbattere la testa. Hanno accorpato 37 Provincie, bene peccato che 15 giorni fa il Governo Berlusconi aveva votato contro. Veramente lungimirante, come lungimiranti lo sono stati per tutto il periodo fino ad ora trascorso, dove il ritornello è sempre stato lo stesso: la crisi è finita e noi stiamo meglio di altri. Certo per poi andare avanti a manovre lacrime e sangue ogni 15 giorni. Dicono di non aver toccato la Sanità, ma i ticket me li sono sognati io? Dicono di non aver toccato la Scuola, ma i vari tagli me li sono sognati io? Assumono 30 mila persone? Certo un pò come il rimbalzo in Borsa, si recupera 1 dopo aver perso 5. E i tagli agli Enti Locali? Comporta aumenti alle rette degli asili, dei trasporti, e di tutti i servizi in genere.
Caro Governo levati di torno, che a parte i vari Bunga Bunga di leggi serie non ne ho viste. Diceva una canzone: London calling. Sta a noi raccogliere l'invito.

giovedì 11 agosto 2011

mercoledì 10 agosto 2011

Ridateci Roosevelt

Quarant’anni fa Jean Paul Sartre​ si opponeva all’unificazione europea, perché sospettava e temeva che il risultato finale sarebbe stata non un’integrazione politica ed economica dei vari paesi dell’Unione, ma un’egemonia neocapitalista franco-tedesca sui rimanenti.

Il tracollo di Grecia, Spagna e Portogallo dapprima, e dell’Italia ora, conferma le sue previsioni. Il tandem guidato da Sarkozy e dalla Merkel sta infatti imponendo al resto dell’Europa, e in particolare a noi, misure ultra-liberiste che non si discostano molto da quelle già imposte per decenni dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale ai paesi in via di sviluppo, costretti dalle loro difficoltà economiche a chiedere l’aiuto di queste vampiresche e imperialistiche organizzazioni.

Naturalmente, le misure richieste non dispiacciono affatto a Berlusconi e Tremonti, che si sono affrettati a presentare come passi inevitabili la privatizzazione selvaggia degli enti e dei beni pubblici, la riforma radicale del sistema pensionistico, l’abbattimento dei vincoli e dei controlli alla cosiddetta ‘libertà d’impresa’ e lo smantellamento di ciò che ancora rimane dello statuto e dei diritti dei lavoratori.

Inutile dire che quelle misure non sono affatto necessarie (e probabilmente nemmeno sufficienti) per il superamento della crisi, benché come tali vengano presentate. Lo dimostrano, ad esempio, le analisi del premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, che da anni si oppone alle analoghe misure imposte dal FMI e dalla BM (di cui egli era stato un contrastato vicepresidente).

Nello specifico, se in Italia ci fosse una sinistra degna di questo nome, e non solo una sua indegna caricatura, essa cercherebbe di imporre, o almeno di proporre, una svolta radicale in direzione neosocialista, o almeno neosocialdemocratica. In particolare, ricordando al governo che i 50 miliardi di euro di cui ha immediatamente bisogno, e le centinaia che dovranno seguire, si potrebbero reperire spolpando le ossa non delle classi lavoratrici e produttive, ma di quelle speculatrici e parassitarie.

Ad esempio, facendo restituire alle banche gli enormi finanziamenti che hanno permesso il loro salvataggio allo scoppiare della crisi nel 2008. Tassando le rendite azionistiche e i patrimon dei ricchi, invece che i consumi dei poveri. Scatenando una guerra senza presa di prigionieri all’evasione fiscale, invece di giustificarla e addirittura fomentarla. Chiudendo i rubinetti delle miliardarie elargizioni annuali al Vaticano, alla Chiesa e agli enti religiosi. E soprattutto concentrando gli aiuti sui servizi e le infrastrutture sociali, invece che sulle imprese e il commercio privati.

Sappiamo bene, ovviamente, che non una di queste misure verrà proposta, e meno che mai attuata. E che la crisi sarà invece sfruttata come scusa per la restaurazione del capitalismo selvaggio, e lo smantellamento dello stato sociale. Ma possiamo almeno ricordare che nel 1929 le cose sono andate in un altro modo, e che dunque potrebbero andarci anche oggi, se solo al posto di Berlusconi (e anche di Obama) ci fosse un Roosevelt. Che però, purtroppo, non c’è…
Odifreddi

martedì 9 agosto 2011

Eolico e ecomafie in Calabria, Le Procure indagano, la stampa glissa.

Pochi giorni fa, il Tribunale del Riesame di Catanzaro, ha dichiarato inammissibile l’istanza di dissequestro del parco eolico di Girifalco presentata dalla International Power, cessionaria dei diritti sul parco realizzato dalla Brulli di Reggio Emilia. Una notizia battuta dalle agenzie di stampa il 16 giugno scorso e non rimbalzata sulle cronache nazionali nonostante l’estrema rilevanza. Per capire le vicende giudiziarie del parco eolico di Girifalco è necessario un resoconto più ampio sull’argomento. Analizziamo, dunque tutta la storia partendo dal principio.

La favola calabrese sull’eolico pareva dovesse svolgersi come da copione: un investimento cospicuo a favore delle energie sostenibili, un progetto ambizioso, perseguito per di più su un territorio martoriato da criminalità organizzata, dissesti idrogeologici, abusivismo edilizio e chi più ne ha più ne metta. Un piano di sviluppo, insomma, studiato e approntato per il rilancio di un territorio desideroso da anni di sdoganarsi dal ruolo di ‘pecora nera’ d’Italia. E, cosa da non sottovalutare, la possibilità di creare occupazione e di muovere l’economia della regione grazie al business del ‘vento’. E in effetti in Calabria il vento non manca. A partire dal 2000 la corsa all’eolico è diventata inarrestabile: le centinaia di turbine installate hanno formato in breve parchi distribuiti a macchia di leopardo su tutto il territorio regionale, soprattutto nel nord, destando non poche perplessità per l’impatto estetico da alcuni ritenuto ‘deturpante’. Un fiorire di pale su pale che qualcuno ha paragonato a candeline disseminate sull’immensa torta che amministrazioni locali, politici compiacenti, imprenditori spregiudicati e ambienti malavitosi non vedevano l’ora di spartirsi.

Gli interessi che gravitano intorno all’eolico, in Calabria, sono quindi molteplici e intrecciano intrighi economici, politici e criminali. Una congettura frutto dei soliti pregiudizi? Non proprio: ad oggi, la Calabria possiede 19 parchi eolici per altrettante indagini della magistratura su maxitangenti e distrazioni, procedimenti che coinvolgono istituzioni regionali e piccoli comuni, multinazionali e società di sviluppo, adombrate dal fantasma della mafia locale. Insomma, che le energie rinnovabili rappresentino una grande occasione per lucrare dove il vento è più forte e il sole più caldo lo ha capito innanzitutto la criminalità organizzata. Il Rapporto 2011 sulle Ecomafie a cura dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, parla chiaro: al primo posto svetta la Campania con 3.849 illeciti (12,5% deltotale nazionale), 4.053 persone denunciate, 60 arresti e 1.216 sequestri. Seguono a breve distanza Calabria, Sicilia e Puglia, che insieme raccolgono circa il 45% dei reati ambientali; non manca un 12% di reati commessi nell’area del nord Italia, stante il forte incremento degli illeciti accertati in Lombardia.

Dopo la lunga fase di disseminazione selvaggia di aerogeneratori in Calabria, la procura di Catanzaro comincia a indagare su presunti illeciti nel giro d’affari delle rinnovabili e nel dicembre 2010 fa scattare un’ordinanza di sequestro del parco eolico di Girifalco, nel catanzarese. Per la precisione il sequestro riguarda dodici pale eoliche, ma tanto basta per aprire un caso e far scoppiare lo scandalo. Leggendo gli atti ufficiali del provvide mento, si apprende che il sequestro preventivo è stato disposto dal gip per una serie di violazioni alle norme urbanistiche ed alle direttive previste nella delibera regionale. Il parco è stato realizzato dalla società Brulli Energia di Reggio Emilia. L’amministratore delegato della società energetica di Reggio Emilia, Gianluigi Montorsi, il direttore dei lavori, Francesco Diana, e l’ex responsabile dell’area tecnica del Comune di Girifalco, vengono iscritti nel registro sono indagati. È il primo atto di una vicenda dagli strascichi infiniti. Vicenda che porta alla ribalta il paradossale bisogno di ripulire le energie pulite dagli interessi della malavita. Alcune della pale del parco, infatti, sarebbero stateposizionate a meno di 500 metri dalle abitazioni, così come prescrive la legge, e altre a ridosso di un altro parco eolico situato in un comune confinante. Inoltre, il parco eolico di Girifalco sorge in una zona altamente sismica nella totale ignoranza delle regole minime di sicurezza e fattibilità di un simile intervento. Il sequestro era stato chiesto dalla procura nell’aprile scorso ed è stato concesso adesso dal gip ed eseguito dai carabinieri del reparto operativo di Catanzaro.

L’inchiesta era nata sulla base delle denunce presentate, negli anni scorsi, da un professore universitario di Napoli, Salvatore Tolone, proprietario di un terreno nella zona in cui il parco è sorto. Il docente, tra l’altro, è stato vittima di tre atti intimidatori: una bomba è esplosa accanto alla sua auto, un suo trattore è stato incendiato e infine ha avuto l’auto danneggiata.
La vicenda ha destato l’attenzione di Legambiente:

«L’eolico per l’Italia è una grande opportunità e si sta dimostrando tra le fonti alternative più valide per lo sviluppo energetico del Paese e per affrancarci dalla dipendenza dalle fonti fossili ma deve essere ben fatto, secondo criteri rigorosi, nel pieno rispetto delle regole urbanistiche’. ‘Non siamo favorevoli – prosegue la nota – a qualunque tipo d’impianto, in qualunque zona e per questo ci auguriamo che le linee guida nazionali, che le Regioni stanno acquisendo, forniscano le regole per la corretta integrazione delle fonti pulite nei territori. Bene ha fatto dunque la Magistratura a bloccare un impianto fuorilegge. Queste azioni, in una regione come la Calabria esposta a forti rischi d’infiltrazione mafiosa, acquistano un significato particolare che ci auguriamo – conclude l’associazione – possa dare il giusto slancio all’eolico pulito in un territorio dove le potenzialità di questa fonte sono enormi e dove sono già previsti progetti come quello della centrale progetto Rubbia a Crotone che possono consentire uno sviluppo sano e onesto della Calabria e dei calabresi».

Il penultimo atto della vicenda riguarda l’arresto, avvenuto lo scorso maggio, dell’imprenditore Domenico Strumbo, finito in manette con l’accusa di tentata estorsione aggravata. L’arresto rientra nell’ambito dell’inchiesta della Dda su una presunta estorsione ai danni proprio della Brulli Energia. L’atto conclusivo di questa vicenda l’ha scritto il Tribunale di Catanzaro respingendo, come detto, il ricorso avanzato per il dissequestro del parco di Girifalco. Ma perché la mafia ha ritenuto così redditizia l’attività sulle rinnovabili tanto da specializzarsi in questo business? La risposta a questa domanda ci arriva da un’illuminate saggio di Mauro Francesco Minervino, antropologo che ha dedicato allo scandalo dell’eolico un volume dal titolo La Calabria brucia.

Scrive Minervino: “Ci sono meccanismi chiari che spiegano bene tutto questo interesse. Le sovvenzioni all’eolico in Italia sono le più alte e le più ricche d’Europa. Il prezzo dei certificati verdi è il più generoso del Continente. E così da noi, e in Calabria soprattutto, gli impianti eolici sono diventati un affare. Che attrae grandi aziende internazionali. Ma anche la criminalità che controlla i territori. Non è la prima volta che vanno a braccetto amministrazioni compiacenti e interessi malavitosi. Politica e interessi malavitosi si saldano specie quando il potere in Calabria si baratta con le risorse pubbliche, con i beni indisponibili dell’ambiente e della natura, con la terra di un demanio su cui dominano e spadroneggiano i prepotenti. Anche i privati proprietari dei suoli dove sono ubicate le turbine traggono dai mulini un reddito superiore a quello che ricaverebbero dai raccolti o dal pascolo”.

Alla luce di tutte queste considerazioni e delle notizie di cronaca che abbiamo documentato, resta solo da chiedersi quali potranno essere gli scenari futuri legati a queste vicende. Non solo. Quali ricadute avrà l’inchiesta delle magistrature sullo sviluppo delle energie rinnovabili in Calabria? E quale saranno i provvedimenti adottati dalle amministrazioni locali per fugare ogni sospetto di ‘complicità’e collusione con le ecomafie operanti nel territorio? Il vento sta cambiando o è destinato a soffiare sempre nella stessa direzione? I dubbi sono tanti ma una cosa pare ormai certa: la situazione di perenne scandalo legata al business delle rinnovabili, in Calabria, è ormai evidente e sembra destinata a non trovare sbocchi, né a destare il giusto spazio nelle pagine di cronaca nazionale o nei dei telegiornali, e questo assurdo silenzio rende il terreno sempre più fertile all’illegalità.
Tuttogreen

domenica 7 agosto 2011

Nescia Calabria


Sulle note di Nescia sule (esci sole) del Gruppo musicale calabro Il Parto delle Nuvole Pesanti.

mercoledì 20 luglio 2011

Genova e Val Susa strette in gemellaggio

Sabato tutti a Genova, Domenica tutti in Val Susa.
Questo fine settimana si balla.

Direttamente dal Tg3 Piemonte

domenica 17 luglio 2011

Genova no global. In ricordo di Carlo Giuliani



Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai.

Sabato 23 luglio tutti a Genova per il decennale.

Hasta siempre Carlo.

mercoledì 13 luglio 2011

Comunismo

il COMUNISMO per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo COMUNISMO il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Karl Marx

venerdì 8 luglio 2011

Valsusa-La polizia spara sulla folla-03/07/11. Diffondete

Diffondete questo video. Del Movimento 5 stelle non me ne frega niente, ma diffondete il video perchè è fatto bene.

giovedì 7 luglio 2011

Appello Fiaccolata No Tav Torino

Appello di Giorgio Airaudo, Ugo Mattei e Marco Revelli

I sottoscritti, cittadini ed esponenti indipendenti di quell’area politico-culturale che ancora si indica come sinistra, sentono il bisogno di esprimere il loro sconcerto rispetto al livello del dibattito apertosi, nella suddetta area, all’indomani della manifestazione No Tav di Chiomonte.

La maggior parte dell’opinione pubblica italiana ad oggi ignora che domenica in Val di Susa si è svolta la più grande manifestazione popolare di opposizione ad un opera pubblica nella storia della nostra Repubblica. Decine di migliaia di donne e uomini, abitanti della Valle e proveniente da tutto il paese, si sono ritrovate unite, pur nella diversità di ideologia, stile e metodo di lotta, per dire un no deciso all’esecuzione “con pilota automatico” di un’ opera pubblica concepita in un momento storico–politico quanto mai lontano da quello attuale.

Un'opera faraonica, figlia di un modello di sviluppo energivoro e superato, per la quale non ci sono i fondi, e che certamente infliggerà un’inaudita sofferenza alla popolazione della Val di Susa.

La grande crisi economica del 2008 e la campagna referendaria contro il nucleare e la privatizzazione dell’ cqua, costituiscono cambiamenti “al contorno” che indicano la necessità di invertire la rotta rispetto ad un consenso bipartisan (quel famigerato Washington Consensus) che non è più in grado di proporre un modello di sviluppo sostenibile ed accettabile. La battaglia della Valle di Susa contro la TAV ed il grande consenso popolare che è stata capace di raggiungere in tutto il paese mostra come la sensibilità per i beni comuni, categoria politico-giuridica feconda e di grande significato, sia stata capace di conquistare l’egemonia presso il popolo della sinistra e, stando all’esito referendario, anche oltre la stessa.

Esiste oggi un discrimine fra chi sostiene che un diverso modo, basato sul pieno riconoscimento dei beni comuni è possibile e chi, per incapacità culturale di interpretare il cambiamento della società, si trincera dietro un decisionismo autoritario che, lungi dall’essere realista appare, nell’attuale situazione economica ed ecologica, sempre più velleitario. Chi si candida a guidare l’Italia del dopo Berlusconi cercando i voti del popolo della sinistra deve farsi una ragione di questo cambio di sensibilità del popolo sovrano e saperlo interpretare politicamente.

Al di là dell’ importanza di accertare ogni responsabilità per gli atti violenti in tutte le sedi istituzionali a ciò deputate, Iiterpretare i fatti della Val di Susa nella mera logica dell’ordine pubblico, per isolare le forze politiche più sensibili alla necessità di affrontare radicalmente la crisi con un grande piano di ecologia del territorio, costituisce un errore politico gravissimo che fa soltanto il gioco della destra.

Questo nostro appello invita le forze politiche che vorranno accoglierlo ad organizzare per Venerdì 8 luglio un grande girotondo fiaccolata per assediare simbolicamente dal Municipio di Torino al Palazzo della Regione e Prefettura

Giorgio Airaudo, Ugo Mattei, Marco Revelli

mercoledì 6 luglio 2011

Venerdì 8 Luglio No Tav a Torino

La resistenza continua e scende a Torino.
Venerdì sera fiaccolata a Torino con partenza da Piazza Arbarello e al ritorno si va davanti al carcere a salutare gli arrestati nella giornata del 3 luglio.
No Tav

martedì 5 luglio 2011

No Tav - Ora parlano i nostri video

Dopo tutti gli attacchi mediatici filoregime, e parlo sia di telegiornali che di carta stampata che di politici istituzionali, a parlare sono i nostri video, le nostre testimonianze fatte da gente che si trovava sul campo.
Caro Maroni, guarda un pò e poi facci sapere chi sono i terroristi.
L'autodifesa è sacrosanta quando ti arriva addosso di tutto da chi dovrebbe rappresentare la legge.
E ricordatevi che è solo l'inizio, la valle resisterà ora e sempre.





domenica 3 luglio 2011

Giornata epica e partigiana in Val Susa.

La Valle che resiste e che non si arrende' aveva promesso una giornata d'assedio. E così è stato!
L'assedio dei cantieri della Maddalena è stato lungo e combattuto, giocato contemporaneamente su 3 fronti. Una straordinaria giornata di conflitto, l'ennesima dimostrazione della potenza di un movimento che irriducibilmente prosegue lungo la strada di una lotta intrapresa vent'anni fa. Incontrando sulla sua lunga strada sempre più amici e compagni.
La giornata è stata lunghissima. Un lungo assedio, come si diceva. Uomini, donne, anziani e bambini. Un trasversalità sociale da fare invidia a qualunque partito o associazionismo vario. Pezzi di popolo senza rappresentanza ma consci della posta in gioco che ci si contende in alta valle.
Hanno voglia a parlare di buoni e cattivi. Oggi sulle pendici della Maddalena c'era un solo popolo che faceva prove d'insorgenza. Perché il Tav è oggi in Italia il condensato concreto di cosa significa scaricare la crisi e il debito sulle tasche (e la vita) della gente.
L'avevamo scritto nei giorni scorsi. In Italia, oggi, la primavera passa dalla Val Susa o non sarà. E nei tre cortei d'indignazione se n'è vista davvero tanta. Composita, differente, variegata ma intrisa di rabbia e disgusto per un presente statuale che trova normale occupare un territorio bellissimo per realizzare un mega-mostro senza fine né utilità, gasare migliaia di persone per difendere una recinzione e spendere un mucchio di soldi per garantirne l'esecuzione.

Il popolo No Tav oggi ha dimostrato di poter assediare per ore un territorio che difficilmente potrà essere difeso da 'loro' per 25 anni.

Chi è che la spunterà? Noi crediamo di saperlo !

La violenza? E' la diretta conseguenza del mancato dialogo e della militarizzazione della valle .
Poi siamo isolati , osteggiati da tutti i politici che devono mangiarsi la torta , colpiti di continuo con notizie false e prevaricatrici ,anche quando non succedeva niente eravamo da condannare , se parli con chiunque adesso non gliene frega piu' niente di essere accostati ai violenti , vogliono fare terreno bruciato attorno a noi , bene , almeno se ci accusano di essere violenti , lo faranno con ragione.

Ora e sempre resistenza.

giovedì 30 giugno 2011

Logistica per manifestazione di domenica 3 Luglio in Val di Susa. Secondo aggiornamento.

Titolo della giornata sarà "Assedio alla Maddalena". Si tratterà di una marcia fra Chiomonte e il presidio della Maddalena.

Portarsi scarpe comode, acqua, cibo. Chiomonte è un paesino piccolo.


Per chi arriva da fuori Valle con i pulmann l’appuntamento è per le 9 all’autoporto di Susa dove verranno smistati per Exilles.

Dall’Autoporto di Susa partiranno anche dei Bus che porteranno al punto di ritrovo della marcia, quindi si può comunque fermarsi lì e proseguire coi bus.

Per la Valle i concentramenti sono:

- al forte di Exilles ore 10,

- alla Ramats cappella di S.Andrea ore 9

- a Giaglione campo sportivo ore 10.

- per chi arriva in treno da Torino concentramento alla stazione di Chiomonte. Il concentramento alla stazione, che è quello col percorso più breve di corteo fino alla Maddalena, proseguirà fino alle 10,30. Questo consentirà ai partecipanti di scegliere tra tre possibili partenze da Torino Porta Nuova: 7,20 (arrivo 8,26); 8,15 (arrivo 8,56); 9,05 (arrivo 10,07). I ritorni: 17,40 (18,47); 18,31 (19,15); 19,44 (20,50).

Per i Torinesi è la soluzione consigliata per non intasare le strade.


Per chi arriva il giorno prima (Sabato)

In treno:

- ci si può fermare a Torino, presso il PRESIDIO PERMANTE ai Giardini Reali
In Auto o Bus o Camper:

- Ci si può fermare alla Piana di Venaus dove ci sarà un’area attrezzata per il campeggio. Questo comporterà poi, la domenica mattina, uno spostamento da Venaus all’Autoporto di Susa.
Ci si può fermare all’Autoporto di Susa, da dove poi, la domenica mattina, partiranno dei Bus per raggiungere il punto di ritrovo della marcia. Questa soluzione è consigliata a chi ha un Camper.
Ci si può fermare intorno al Forte di Exilles dove sarà possibile mettere sui prati delle tende per la notte. Questo punto è molto comodo ad uno dei ritrovi di partenza della marcia.

Ricordiamo che sabato sera è previsto un concerto dell MTV Days 2011

http://www.mtv.it/mtvdays/calendario-sabato.asp in P.zza Castello a Torino nei pressi del PRESIDIO

Logistica per manifestazione di domenica 3 Luglio in Val di Susa.

Per la manifestazione di Domenica gli arrivi sono 3 distinti:

1) per i Pullmann nel piazzale del Forte di Exilles

2) per il treno la stazione di Chiomonte (orari da Porta Nuova (Torino) ore 7.20 e 8.15)

3) in auto a Giaglione (campo sportivo) ...Avvertenze:

. portarsi da bere e mangiare (nel bosco non esiste nulla)

. i rifiuti si riportano a casa

. ognuno è responsabile di sè stesso ed eviti cazzate perchè crea danno a tutti gli altri

. il cantiere è dotato di telecamere a infrarossi e termiche

. si andrà a visitare il Museo della Regione Piemonte e a comprare il Vino della Azienda vinicola della Maddalena una passeggiata nel bosco.

il cantiere è un vero e proprio campo base Peacekeeping dotato di tutti i mezzi da guerra, doppio newjresy con rete e filo spinato. lavorano dentro un carcere praticamente.

martedì 28 giugno 2011

NO TAV. Appello per manifestazione nazionale 3 LUGLIO


Gente determinata e compatta per combatter una battaglia che non deve e non può rimanere solo degli abitanti della Val di Susa, Domenica 3 luglio, l'Italia si deve incontrare in quella valle per urlare "NO TAV"

3 Luglio Manifestazione Nazionale a Chiomonte.

L'assemblea popolare riunita ieri sera a Bussoleno, ha deciso una manifestazione nazionale per Domenica 3 Luglio a Chiomonte. No Tav ora e sempre.

lunedì 27 giugno 2011

No Tav. La polizia ha attaccato all'alba.

le forze del DIS-ordine stanno attaccando da più parti, elicotteri volteggiano sui manifestanti e centinaia di poliziotti anti sommossa avanzano verso cittadini INERMI, questa è la democrazia della Lega del PDL e di FASSINO, non dobbiamo dimenticare devono pagare TUTTO.
NOI da casa possiamo fare una cosa gridare la nostra indignazione CHIAMIAMO LE REDAZIONI DEI QUOTIDIANI E DICIAMO CHE SIAMO PER IL RISPETTO DEI CITTADINI , CHE QUESTA E' UN OPERAZIONE DI POLIZIA PER FARE ENTRARE SOLDI NELLA CASSE DEI PARTI E DEGLI AMICI DEGLI AMICI...BASTA !
IL FATTO tel 06328181
LA STAMPA 0116568111
LA REPUBBLICA 0115169611
RAI TORINO 0118800
CORRIERE DELLA SERA 0262291
RADIO POPOLARE 0233001001
RADIO ONDA D'URTO 03045670
RADIO BLAKOUT 0112495669
abbiamo il dovere di diffondere in maniera incessante la NOSTRA INDIGNAZIONE per questa azione VILE e FASCISTA .

Alle 15,30 presidio della Cub a Torino davanti la sede del PD.
A Bussoleno ritrovo di No Tav

domenica 26 giugno 2011

Resistere. Tutti uniti e compatti come un pugno chiuso.

Guarda il video
L'assemblea di popolo della Libera Repubblica della Maddalena ha deciso: resistere, con coraggio e determinazione.


Uomini e donne, giovani e anziani, valsusini e non, hanno dimostrato cosa sia la partecipazione diretta, la democrazia dal basso di una lotta popolare come quella notav.
Il movimento si è convocato in assemblea perché ha capito di essere agli ultimi giri di lancette rispetto al blitz, tutto lo fa pensare, sia la data del 30 giugno che molti e numerosi segnali che giungono (ben supportati dai fatti dei tanti amici sparsi per i territori).
Tutto è stato fatto, badando al concreto: domenica sera fiaccolata da Chiomonte paese alla Libera Repubblica, allarme generale in vigore da domenica sera e tutti uniti per resistere, con coraggio e determinazione, perché 22 anni di lotta sono un patrimonio da difendere...anche con le barricate.


Infoaut

venerdì 24 giugno 2011

mercoledì 22 giugno 2011

Presto il Blitz a Chiomonte.

Partito il conto alla rovescia per l’intervento delle forze dell’ordine. Ma al presidio della Maddalena gli occupanti sono pronti alla strenua resistenza. Venti di guerriglia attorno a un’opera che, con ogni probabilità, non verrà mai realizzata.
Voci sempre più insistenti danno per imminente il blitz delle forze dell’ordine per forzare il presidio e consentire l’apertura del cantiere per il tunnel geognostico della Maddalena. Un’ulteriore prova che l’operazione è sul punto di scattare è data dalla sospensione di ferie e permessi degli agenti del Reparto Mobile di via Veglia, ovvero del nucleo forte del contingente di polizia su cui peserà l’onere dell’intervento: 100 uomini al giorno, ai quali si aggiungeranno rinforzi provenienti da altre regioni nonché da carabinieri, fiamme gialle e forestali.
Tutto lascia presagire che lo sgombero non sarà affatto una passeggiata. Un’anteprima indicativa del grado di combattività dei contestatori si è avuta la notte del 23 maggio quando gli operai delle ditte incaricate dei lavori sotto una fitta sassaiola sono stati costretti ad abbandonare l’area.

Sappiano lor signori che si è in grado di mobilitare un migliaio di persone in pochi minuti.

domenica 19 giugno 2011

Roma ladrona: la moglie di Bossi in pensione a 39 anni

La Lega, è risaputo, se l’è sempre presa coi baby pensionati. Solo che forse aveva ‘dimenticato’ di controllare in casa sua. Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi, riceve un vitalizio da quando ha 39 anni, ovvero dal 1992. A tirare fuori la scomoda realtà è Mario Giordano nel suo libro ‘Sanguisughe’ e Luca Telese gli fa eco sul Fatto Quotidiano.

Riepilogando: lui mangia grazie a Roma ladrona, il figlio mangia in consiglio regionale lombardo e la moglie mangia grazie alla baby pensione.

venerdì 17 giugno 2011

Perquisizioni al'alba contro i No Tav

Questa mattina intorno alle 6 agenti della digos torinese hanno perquisito le abitazioni di alcuni notav tra cui Alberto Perino, e il centro sociale Askatasuna di Torino sfondando con un ariete la porta d’ingresso. Con in mano un avviso di garanzia da recapitare agli indagati e l’ordine di perquisizione, gli agenti hanno compiuto un blitz degno di una missione militare. I fatti contestati sono relativi alla notte del 23 maggio a Chiomonte, quando il movimento respinse il primo tentativo di presa del cantiere della Maddalena.

La questura su ordine della procura torinese ha eseguito un’operazione in tempi fulminei come non avviene per nessun’altra inchiesta, il tutto teso a mettere pressione e paura nel movimento notav.

Alle luci dell’alba mentre avvenivano le perquiszioni le notizie sono iniziate a circolare e siccome sembrava, vista la contemporaneità delle perquiszioni e il dispiegamento di forze, il preludio a degli arresti è scattata la mobilitazione. Un presidio si è formato a Condove sotto casa di Alberto Perino per impedire che questo avvenisse e poi, compresa la situazione, si continua per denunciare il fatto e portare solidarietà.

A Perino viene contestato un reato d’opinione (istigazione a delinquere) relativo al comizio finale della manifestazione Rivalta-Rivoli del maggio scorso e un video su Youtube; agli altri : due studenti universitari del Collettivo Universitario Autonomo, uno dei comitati no nuclere di Saluggia e uno del CSOA Askatasuna, vari capi d ‘imputazione relativi alla prima notte di resistenza alla Maddalena. Una logica perversa da parte degli inquirenti che vorrebbero Perino ispiratore e gli altri esecutori.

Un’ennesimo atto, a cui siamo sicuri ne seguiranno altri, che vede la firma del Procuratore Giancarlo Caselli, che dopo i suoi nemici storici, terrorismo e mafia, ora individuato nel movimento notav l’ennesimo avversario da sconfiggere.

Infoaut

mercoledì 15 giugno 2011

Brunetta, è questa l'Italia peggiore? I precari?

L'Italia peggiore è questa classe dirigente.

lunedì 13 giugno 2011

Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Ottimo risultato dalle urne referendarie.
Continua un percorso di cambiamento politico, culturale e sociale in positivo nel nostro paese. Un cambiamento che si è materializzato il 13 febbraio di quest'anno con la manifestazione "Se non ora quando", che è continuata con l'elezione dei sindaci ed ora con i referendum.
Vincere è bello, ma dietro queste vittorie c'è il lavoro di migliaia di avanguardie, ed è a loro/noi che dedico queste vittorie.
Personalmente, ricordo una raccolta firme in quel dell'Hiroshima a Torino sull'acqua pubblica, già quattro anni fa, quando era ancora tutto in fase embrionale. Non posso non ricordare i vari bliz di Greenpeace, non ultimo allo stadio olimpico di Roma nella finale di coppa Italia e conclusa con sette denunce.
Non posso non dedicare questa vittoria ai vari blogger sparsi nella rete e a tutti i comitati di quartiere e alle realtà antagoniste territoriali. Vittoria di chi ci ha creduto anche quando era uno dei pochi salmoni a nuotare controcorrente.

Chi sono gli sconfitti? Sicuramente Pdl e Lega e sicuramente l'informazione tradizionale. Mi riferisco alla tv e ai giornali, sorpassati da altri tipi di informazione/comunicazione, e cioè internet e i vecchi comitati di quartiere.
Il territorio torna ad essere sovrano.

Un appello che rivolgo a tutti, è quello di non lasciare soli i comitati NO TAV, che da diversi anni, stanno tenendo testa alla politica burocrate e dei partiti, per difendere la natura, l'ambiente e l'uomo allo stesso modo di come si è difeso l'acqua pubblica e l'energia alternativa.

Allo stesso modo vorrei vedere più solidarietà verso quelle realtà antagoniste che si stanno opponendo ad un concetto di precarietà diffusa. Per restare sempre nell'area torinese, vedi contestazione a Bonanni e alla Cisl in diverse occasioni, perchè causa di svendita diritti dei lavoratori.

Abbiamo visto che la lotta e il sacrificio pagano, ma pagano ancora di più se a lottare e a sacrificarci siamo in tanti.

Saluti a pugno chiuso.

giovedì 9 giugno 2011

E' morto Enzo Del Re, il poeta proletario. Ricordo di Daniele Sepe.

Lavorare con lentezza. E suonare una sedia per denunciare l'infinita ripetitività del lavoro in fabbrica. E' morto Enzo Del Re, "l'ultimo cantastorie di Mola di Bari", come si definiva. Voce storica della ribellione degli anni Settanta era il musicista degli oggetti della vita. Nato a Mola di Bari nel 1944 ha lavorato, è mancato l'altro ieri, il 7 giugno. Ciao Enzo.


Il poeta proletario di Daniele Sepe

da Il Manifesto


Un giorno mio padre mi portò un disco. Era stato al Festival dell'Unità e aveva assistito a un concerto. Era un disco giallo, senza foto o disegni, fondo giallo e una scritta rossa: Enzo Del Re Il Banditore. Mi disse: «Sentitelo per bene, perché questo c'ha cervello».

Era il '74 e giallo e rosso voleva dire Maoista. Io, anarchico, lo misi sul Lesaphon da tre lire con una certa diffidenza. La musica era come la copertina, essenziale: la voce e qualcosa che pensavo fossero bonghetti. Una stranezza nell'era del pop e del folk. Ma i testi erano strepitosi: Il superuomo, Voglio fare il boia, Lavorare con lentezza. Prese posto a fianco ai dischi di Buttitta e Salvatore.

Cominciai a cercare informazioni su chi era il tipo strano, e mi arrivavano strane voci: è un compagno pugliese, suona da solo con una sedia e niente altro, usa solo i pullman per spostarsi, fa l'autoriduzione e quando arriva il controllore si mette a fare comizio per i passeggeri, contro il biglietto e per il trasporto pubblico gratuito, vuole suonare otto ore e a paga sindacale di operaio...

Non mi capitò di incrociarlo, all'epoca de' I Zezi, tra i festival del Proletariato Giovanile e quelli dell'Unità. Anni dopo decisi di fare un cd dedicato al lavoro, o meglio, alla fatica, e mi ricordai di quel pezzo Lavorare con lentezza e la sua continuazione geniale, Tengo 'na voglia 'e fa niente. E andai a cercarlo.

Avevo conosciuto negli anni molti compagni di Bari. Uno di questi, Alessio 'o prufessore, si era aperto un agriturismo alla buona, ex ML era quello che ne poteva sapere qualche cosa.

Mi disse: «Enzo Del Re? Oggi è giorno di mercato a Mola, andiamo che te lo porto a salutà».

Stava seduto dietro un banchetto, piccolo, minuto, con una barbetta bianca, e sul banchetto decine di cassette, quelle vecchie che non si usano più, e qualche libro piccolo quanto lui.

Mi disse: «L'ho sentito il pezzo come l'hai fatto tu, ma ti sei dimenticato la strofa che parla di Rino Gaetano».

«Dov'è che parla di Rino Gaetano, Enzo?»

«Quando parlo del fatto che se cadi ti fai male e all'ospedale non c'è posto, e ci puoi morire presto. Rino così è morto, cadde dalla moto e l'ambulanza non arrivò in tempo». E m'ero preso pure la cazziata...

Le cassette erano La storia completa di Mola o qualcosa del genere. Le volevo comprare, insomma dare una mano, avevo capito che la situazione non era delle migliori. Gli chiesi: «Quanto costano?».

E lui: «50mila lire».

«Alla faccia! Enzo pe' 'na cassetta è un po' troppo».

Contrattammo e mi presi le cassette e il libri. Alessio 'o prufessore mi fece capire che dissentiva. Insomma Enzo non è che aveva presente il valore dei soldi, in negativo e in positivo. Ne ho avuta conferma qualche anno dopo, quando mi chiamò da Bologna un tizio di una produzione cinematografica. Facevano un film sul '77 e volevano mettere il brano di Enzo, anzi dare proprio il titolo al film, ma mi spiegò che Enzo gli aveva chiesto «nonsoquanta» milioni.

Mi disse: «Tu lo conosci, parlaci tu».

Io lo feci rintracciare dagli amici di Mola e cercai di convincerlo. Non so come andò la trattativa, ma qualunque cosa gli abbiano dato sarà stato sempre troppo poco. Qualche anno fa l'ho visto sul palco del Primo Maggio, al concertone della Triplice, e mi è venuta un po' di tristezza a vederlo lì, lui che non voleva suonare meno di otto ore perché gli operai lavorano otto ore, proprio nel posto dove i sindacati si sono venduti il vendibile della vita dei salariati.

Pensavo a Bonanni e a Angeletti e al testo di Lavorare con lentezza, agli incidenti sul lavoro e a Marchionne, e ragionavo sul fatto che il padrone le nostre canzoni le digerisce sempre bene, e ce le ricaca sempre in testa.

Enzo rimane quello che saliva sugli autobus e faceva l'autoriduzione del biglietto, per principio, da solo, per avere l'occasione di parlare di ingiustizia sociale e sfruttamento. Un folle compagno, un grande militante e un surreale poeta proletario, che ha ricevuto dalla compagneria molto meno di quello che alla compagneria ha regalato.

Buon viaggio Enzo, una sedia la troverai pure dove stai adesso.

E il biglietto di sicuro non l'avrai voluto pagare.

martedì 7 giugno 2011

No Tav. News e aggiornamenti.

Nei prossimi giorni, spero dopo i referendum, si ballerà parecchio...

correggo... forse anche prima, visto che mi avvertono ora che un elicottero della polizia sta sorvolando la Maddalena... staranno studiando come agire per il blitz...

Teniamoci/tenetevi pronti, visto che oramai hanno deciso la militarizzazione della valle con esercito e polizia.

NO TAV

sabato 4 giugno 2011

Il Sociologo Marco Revelli parla della galassia antagonista. Al parco Ruffini il festival della controcultura.

Il sociologo Marco Revelli parla della galassia antagonista che anima da oggi a giovedì la kermesse organizzata a Parco Ruffini

Centri sociali, blogger, editori indipendenti, movimenti politici dal basso, artisti e associazioni che vivono senza finanziamenti pubblici. Una potente energia sommersa sta risvegliando l´Italia migliore, quella che s´indigna, che non accetta le menzogne, che scende nelle piazze - reali e virtuali - e fa sentire la sua voce. Sono tante le correnti che confluiscono nella «controcultura» contemporanea. Alcune talmente radicali da rifiutare ogni contaminazione con il pensiero dominante, altre più disposte alla mediazione. Il sociologo Marco Revelli le chiama «una galassia». Ed è una concidenza neanche tanto straordinaria che l´Infoaut Festival, il primo festival della cultura antagonista che si apre oggi al Parco Ruffini, arrivi all´indomani di una tornata elettorale che ha trasmesso dalle urne segnali di rivoluzione.

Professor Revelli, che caratteristiche ha questa controcultura rispetto a quelle del passato?

«Ogni forma vera di cultura, ogni pensiero che non si accontenta dell´esistente, è in realtà una controcultura. Negli anni 60 e 70 si trattava di scardinare le forme del mainstream costruendo modelli di anticonformismo, ed ecco allora i movimenti studenteschi, il fenomeno hippy, la Beat Generation. Oggi si è arrivati al paradosso che gli eccessi sessuali caratterizzano lo stile di vita del leader maximo. Da elemento di libertà la trasgressione si è trasformata nella cifra del narcisismo del potere».

A dettare le regole del mainstream, oggi, a stabilire chi è dentro e chi è fuori sembrano essere i media più ancora della politica. Che è essa stessa asservita ai meccanismi della comunicazione. È d´accordo?

«Senza dubbio lo spazio mediatico omologato e le forme del consenso di massa creano una gabbia di ferro per la libera informazione. Il doppio meccanismo marketing/audience ha generato un sistema blindato rispetto al quale la controcultura non può che essere antagonista».

La vittoria di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli, due candidati outsider, che cosa ci dice in proposito?

«Ci dice che la partita non è chiusa, che un´altra Italia è possibile. Che il paese non è del tutto omologato sulla sintesi di questo doppio meccanismo, rappresentata da Silvio Berlusconi . Che esistono gli anticorpi: la sobrietà, l´ambientalismo, la decrescita, la legalità. I valori, oggi vincenti, della politica più radicale».

Beppe Grillo sostiene, al contrario, che si tratti della vittoria del «sistema».

«Un´uscita meschina, dettata dall´invidia per due protagonisti nuovi della scena politica. Peccato, perché avevo seguito con interesse il Movimento 5 stelle. Una caduta di stile, da parte di Grillo. Ma lo stile non è certo il suo forte».

Bersagli di questo moderno antagonismo, che porta le donne in piazza e i ricercatori sui tetti delle università, sono non solo la destra e il berlusconismo ma anche la sinistra più conformista.

«Il veltronismo è stata una forza del berlusconismo, non dimentichiamolo. Entrambi attori di un progetto egemonico unitario. Ora è arrivato un segnale forte che cambierà la politica, anzi l´ha già cambiata. È venuto il momento di superare entrambi, il Lingotto e il predellino».

Come si controlla la massa di notizie e informazioni che circola sul web, epicentro della nuova controcultura?

«Non si controlla. Semmai si prova a decifrarla. E chi ci riuscirà per primo avrà certamente dei vantaggi».

Repubblica

venerdì 3 giugno 2011

La Torino antagonista si apre alla città

Per chi non lo sapesse ancora, è in corso a Torino la festa organizzata da Infoaut. L'evento ha sede al Parco Ruffini e si terrà fino a giorno 9 giugno.
L'iniziativa vede la presenza di molte realtà antagoniste torinesi, dai centri sociali Askatasuna e Gabrio, ai sindacati di base USB e COBAS, dai NO TAV ai Free Palestine, dal Collettivo Comunista Piemontese a Radio Black Aut, ecc.
Molti stand e molte iniziative e dibattiti. Tante magliette e tanti libri, fiumi di birra e tanta musica. I guppi musicali sono molti, parliamo di Statuto, Fratelli di Soledad, Bunna, e soprattutto gli Asian Dub. Alcuni concerti sono gratuiti, altri sono a pagamento e si tengono dentro il Palasport.
Per i più piccoli c'è il tappeto gonfiabile organizzato dalla Ludoteca popolare Vanchiglia, mentre per i più anziani c'è la possibilità di ballare al palchetto.
Infine abbiamo la palestra popolare Antifa Dante Di Nanni, con iniziative e veri incontri di pugilato.
E' una festa per tutti, per grandi e piccini, per militanti antagonisti e per chi si affaccia per la prima volta a certe realtà cittadine.
Insomma, se volete fatevi un giro al Parco Ruffini, ne vale la pena.
Sempre al fianco dei popoli in lotta.

mercoledì 1 giugno 2011

Ai Referendum si deve votare SI


Domenica si vota SI per mantenere l'acqua pubblica.

sabato 28 maggio 2011

martedì 24 maggio 2011

Proposta di militarizzare la valle? Sarà la Vostra Nassiriya !

Se militarizzeranno la Val Susa ci saranno tanti abitanti pronti a Combattere la Nuova Battaglia Contro i Militari!!!! Gli Alpini, l'Esercito, gli sbirri vari non sono i Nostri Figli!!!!! Pronti a scontrarci! Armi contro le Armi!!! La Valle sarà la Vostra tomba!!!! NO TAV.

domenica 22 maggio 2011

I 99 Posse stanno con Pisapia e De Magistris.

Abbiamo deciso di votare al prossimo ballottaggio, di dirlo pubblicamente e di chiedere anche a voi di fare lo stesso. Una decisione sofferta. Veniamo da un'area che ha sempre guardato con diffidenza al voto e alle promesse elettorali, ma una serie di circostanze ci hanno indotto a rompere gli indugi, pur nel rispetto delle posizioni astensioniste di strutture e pezzi di Movimento coi quali abbiamo condiviso e condividiamo aspirazioni e orizzonti, rivendicando al tempo stesso il diritto alla nostra autonomia. Riteniamo fondamentale cogliere l' opportunità che abbiamo di contribuire al collasso della scellerata era Pdl/Lega.

Rivolgiamo un appello ai nostri fans che risiedono nelle città dove si vota di sostenere nel ballottaggio le candidature contrapposte alla destra: da Napoli a Milano, da Cagliari a Pordenone per accelerare il processo di fuoriuscita dal berlusconismo e provare ad aprire dal basso spiragli per un'Italia diversa e migliore per la quale bisognerà lottare nelle piazze, perché un voto resta sempre e soltanto un voto, se non è sostenuto dalle lotte reali.

Noi che viviamo a Napoli sosterremo la candidatura di De Magistris

Pensiamo che la vittoria di Lettieri sia la sciagura peggiore che possa capitare a Napoli e ai napoletani, dopo l'onda lunga del bassolinismo che ha prodotto negli ultimi anni effetti nefasti. La vicinanza del candidato del Pdl a Nicola Cosentino, vero artefice dell'operazione, scampato all'arresto per concorso esterno in associazione camorristica solo per la richiesta respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, ci sembra un primo ottimo motivo per invitare i napoletani a non votarlo.


Altre e gravi ragioni hanno motivato la nostra scelta. Innanzitutto la presenza di noti fascisti fra i sostenitori di Lettieri. Su tutti Enrico Tarantino, candidato con la lista "Liberi per Lettieri Sindaco" alla terza Municipalità e riconosciuto dagli studenti di Lettere come l'accoltellatore di tre loro compagni nel corso dell'aggressione fascista all'università dello scorso 29 aprile. Lo stesso Lettieri, dopo aver promesso l'allontanamento di Tarantino, non ha dato seguito alle sue parole permettendogli di correre con la sua lista. Con la destra al Comune riteniamo che gli spazi di agibilità per i fascisti aumenterebbero a dismisura.

Lo scenario di minacce, intimidazioni, la compravendita dei voti, che hanno caratterizzato con un'intensità inedita il primo turno in molti quartieri popolari, è stato un ulteriore motivo che ci ha indotto a schierarci. Così come alcuni episodi inquietanti, su tutti quello di squadracce in scooter di giovani sostenitori di Lettieri che nelle ultime ore percorrono la città insultando e minacciando chi viene identificato come appartenente alla sinistra. Un video pubblicato su YouTube testimonia uno degli episodi.

E' stato un dibattito lungo e aspro quello al nostro interno, al termine del quale abbiamo chiesto agli iscritti alla nostra pagina di facebook di esprimere la propria opinione. L'esito è stato in larghissima maggioranza favorevole alla necessità di schierarsi con Luigi de Magistris.

Il nostro sarà sostanzialmente un voto contro la destra e contro la poco limpida storia personale di Lettieri e dei personaggi che lo sostengono, ma auspichiamo che possa essere anche altro. Sarebbe miope non cogliere il dato del movimento reale che sostiene la candidatura di de Magistris. Al suo fianco, come elettori, candidati, sostenitori, rappresentanti di lista, sono scesi in campo decine di migliaia di cittadini napoletani, persone comuni e attivisti di sinistra, che hanno ritrovato un entusiasmo da tempo mortificato dalle pratiche clientelari del centrosinistra in Campania.

Registriamo un fermento che, come anche altri hanno scritto, ci ricorda gli anni post tangentopoli di quel "Rinascimento napoletano" che non fu dirigismo politico dall'alto, anche se la politica ne accentuò mediaticamente e per proprio interesse la portata. Allora, dal basso, migliaia di persone si ripresero la parola, oggi forse un'altra Napoli si è rimessa in marcia. Noi vigileremo affinché questa richiesta di democrazia, diffusa e urgente, non venga tradita nel caso fossero Luigi de Magistris e la sua giunta a governare Napoli e saremo in prima fila nel denunciarlo se dovesse accadere.

Testo pubblicato da 99 Posse su FB

sabato 21 maggio 2011

E' tutta colpa di Pisapia.

Ti suonano al citofono e scappano? Ti bucano la ruota della macchina? Ti è morto il criceto? E' colpa di Pisapia. Basta tacere! Se anche tu sei stato vittima di Pisapia racconta qui la tua esperienza!

martedì 17 maggio 2011

Il 17 Maggio di trent’anni fa l’80% degli italiani disse no al referendum per l’abrogazione della Legge 194 che permetteva l’interruzione della gravidanza. Una vittoria di tutte le donne!

Il risultato referendario del 1981, che confermava la legge che era stata approvata tre anni prima, rappresentò il coronamento di una coraggiosa e lunga battaglia cominciata dal Movimento di Liberazione delle Donne che ben presto coinvolse milioni di donne che nei quartieri popolari, nelle università, nelle fabbriche, negli uffici ed in tutti i posti di lavoro fecero proprie le parole d’ordine che parlavano di contraccezione, di maternità responsabile, di consultori e di leggi a protezione della donna, di diritto a gestire il proprio corpo, di rifiuto di sottomettersi alla volontà del partner, di rifiuto dell’aborto clandestino.


Fino al 1978, anno di approvazione della 194, la legislazione italiana puniva con l’arresto fino a cinque anni le donne che abortivano. All’epoca erano ancora in vigore le norme che consideravano il delitto d’onore non un reato contro la persona ma un gesto riparatore di un’offesa all’onore del marito, del padre o del fratello e come tale meritevole di particolari attenuanti. Bisognerà aspettare il 1981 perché venga abolito.


Fino al 1978 la donna che non poteva condurre a termine la gravidanza doveva ricorrere all’aiuto di medici - che poche potevano permettersi - o alle mammane molto spesso con conseguenze tragiche per la loro salute, lacerazioni, emorragie, setticemie, che quando non portavano alla morte potevano anche inibire per sempre la maternità.


Gli aborti clandestini superavano abbondantemente il milione l’anno, come denunciava già nel 1961 il settimanale ‘Noi Donne’, erano il 50% dei concepimenti. In quegli anni, nonostante il nostro paese avesse già conosciuto il passaggio da un’economia contadina ad una industriale, le strutture sociali rimanevano ancorate ad una visione patriarcale, con le donne ai margini della società: pochi o nulli i servizi sociali, gabbie salariali che di fatto vedevano, come ancora oggi, svantaggiate le donne, quasi nulli i diritti soggettivi.


La Chiesa sferrava in quegli anni campagne violente contro il divorzio ma soprattutto contro l’aborto, tentando di sottrarre alle donne il controllo sul proprio corpo e sulla propria vita, propagandava scenari apocalittici sulla dissoluzione della famiglia, sulla scomparsa della morale.


Nessuno di questi scenari si è realizzato, anzi a distanza di trent’anni , gli aborti sono calati di oltre il 50 % e attualmente l’Italia registra, dopo la Germania, il numero di aborti più basso al mondo, 8,3 % interruzioni ogni mille donne. Se c’è un elemento negativo questo riguarda il ricorso all’aborto clandestino delle immigrate, conseguenza sia della mancanza di informazioni ma soprattutto della condizione di clandestinità cui sono costrette le migliaia di donne/lavoratrici immigrate. Per loro, a causa della legislazione securitaria vigente nel nostro paese, rivolgersi all’ospedale significa esporsi ad un procedimento d’espulsione.


E’ stato merito di una straordinaria stagione di lotte, con le donne grandi protagoniste, se tante conquiste sono diventate patrimonio comune della collettività.


Ma anche questa, come tante altre conquiste che in questi ultimi anni sono state messe in discussione, rischia di essere vanificata.


Anche il diritto all’aborto conosce una nuova stagione di attacchi forsennati da parte di forze politiche, che non sono solo di destra, e della Chiesa - che continua a condannare la contraccezione, lancia anatemi contro l’educazione sessuale nelle scuole e contro la RU486 - ma anche da parte di molte regioni che approvano leggi restrittive tese a svuotare di contenuti la 194 e a chiudere i consultori, dove trovano posto gli attivisti del Movimento della Vita, per non parlare del gran numero di operatori della sanità che si dichiarano obiettori.

Trent’anni dopo abbiamo ancora bisogno di una forte e consapevole mobilitazione delle donne per impedire il ritorno dei cucchiai d’oro - come venivano chiamati i medici abortisti di allora - e del prezzemolo o del ferro da calza delle mammane e per continuare a rivendicare il diritto all’autodeterminazione delle donne.