RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

lunedì 31 maggio 2010

Israele terrorista. Palestina libera



Dopo l'attacco di ieri di Israele contro le navi che portavano aiuti umanitari ai palestinesi, non si può che gridargli:
ASSASSINI

giovedì 27 maggio 2010

Dov'è finita la sottocultura e la cultura di opposizione? Berlusconi go home.

Dove sono finiti tutti? Dove sono finiti i tanti ragazzi che negli anni 70-80 portavano i capelli lunghi, la barba e vestivano con l'eskimo?

La manovra del governo, mette allo scoperto il vero volto di Berlusconi e company. Fino a ieri ci dicevano che l'Italia non correva rischi dalla crisi economica. Ora si fa una manovra di tagli che come al solito colpisce il ceto medio-basso.
A forza di tagliare arriveremo un giorno che non essendoci altro, ci teglieranno l'uccello, almeno per i maschietti.

Ecco la politica di rilancio economica di Berlusconi.
Quando alzeremo la testa sarà sempre ora. Governo go home.


Dove sono finiti i tanti operai e i tanti insegnanti che votavano PCI o giù di li? Come mai il ceto medio-basso vota a destra? Dov'è finita la sottocultura trasgressiva e di opposizione? Siete morti tutti? Le idee di rivolta dove sono andate?

La verità è che molte categorie sociali si sono imborghesite e al massimo si rifanno al PD, ovvero alla fotocopia del PDL.

C'è bisogno di un nuovo Movimento che spazzi via questa porcheria. Ricompattiamoci e creiamo contropotere dal basso. Non posso credere che ci sia rassegnazione e basta. Dopo la rassegnazione e la depressione, deve subentrare la rabbia. Questo è il momento di creare.

martedì 25 maggio 2010

La morte

Vorrei dedicare a tutti lor signori che affamano il popolo e che controllano il mondo, questi versi.



Ricordiamocelo

domenica 23 maggio 2010

giovedì 20 maggio 2010

Toni Negri - L'eterna rivolta - Autonomia Operaia

Mettetevi comodi per circa un'ora e seguite questa ricostruzione storico-politico-sociale, attraverso Toni Negri e le sue teorie del comunismo e del conflitto contro il capitalismo.
Il filmato è spezzato in sei parti.
Per alcuni cattivo maestro, per altri grande filosofo.






domenica 16 maggio 2010

martedì 11 maggio 2010

USB - nasce l'Unione Sindacale di Base



Roma, 23 maggio
Cinema Capranica, ore 9.30
USB. IL SINDACATO CHE SERVE AI LAVORATORI

Costruire
Un sindacato generale, confederale, capace cioè di tutelare tutti i soggetti del lavoro e del non lavoro, di esprimere un punto di vista generale, di affrontare l’intero corpo dei problemi sociali e dei lavoratori.

Un sindacato democratico al suo interno in cui gli iscritti contino nelle decisioni che l’organizzazione assume attraverso le necessarie forme della rappresentanza, con concrete modalità di partecipazione ai passaggi democratici interni attraverso la formula “una testa un voto”.

Un sindacato democratico per consentire e favorire la ripresa del protagonismo diretto dei lavoratori interessati sulle scelte che li riguardano sia sul piano aziendale che categoriale.

Un sindacato di massa tendenzialmente maggioritario che attiri milioni di lavoratori, li organizzi e proponga loro una prospettiva generale di cambiamento della propria condizione di vita e della società; che non si accontenti di occupare uno spazio di nicchia ma abbia l’ambizione di crescere e svilupparsi.

Un sindacato meticcio in cui non conti il colore della pelle, la nazionalità, la fede religiosa ma che renda uguali, con la propria azione, soggetti uguali.

Un sindacato che agisce sul territorio e nel sociale, capace di offrire tutele, garanzie, un luogo di discussione e d’incontro anche ai soggetti che non hanno possibilità di incontrare il sindacato nei luoghi di lavoro perché non ce l’hanno, perché sono precari e ricattabili, perché sono immigrati e senza permesso di soggiorno o senza lavoro, perché il loro problema è la casa e/o il reddito. Un sindacato che sul territorio sappia proporre aggregazione e conflitto.

Un sindacato internazionalista che intrecci e consolidi strette relazioni con organizzazioni che abbiano la stessa volontà di migliorare le condizioni dei lavoratori dei propri paesi e di tutto il mondo, anche per affrontare assieme le politiche sovranazionali delle aziende e dei governi.

Che assuma
L’indipendenza dai governi, dai padroni, dai partiti. Non indifferente alla politica ma capace di definire le proprie scelte politico/sindacali sulla base di una vera autonomia, libero di poter contrastare le scelte di qualsiasi governo e di qualsiasi forza politica laddove esse siano in contrasto con le esigenze reali del mondo del lavoro.

Il conflitto come strumento democratico di regolazione degli interessi contrapposti, che dica no alla pratica della concertazione e del dialogo sociale, si alla partecipazione ai negoziati e alle trattative cui giungere accompagnati dal conflitto e dalle lotte rigettando qualsiasi tregua contrattuale.

La contraddizione capitale-lavoro come centro della propria azione sindacale e per riportare la centralità del lavoro nell'agenda politica e sociale del paese.

La contraddizione capitale-ambiente perché la produzione di merci non può avvenire a discapito dell’ambiente.

La differenza di genere come elemento fondante del nostro sindacato.

La lotta al razzismo come presupposto per ottenere uguali diritti per i lavoratori migranti.

L’opposizione alla guerra perché espropriazione della politica, perché affermazione del diritto del più forte, perché politica di aggressione, perché a rimetterci sono sempre i lavoratori e le loro famiglie

Che lotti
Per difendere i diritti dei lavoratori e conquistarne altri, affinché il sindacato torni ad essere un soggetto propositivo e vincente.

Per difendere la salute dei lavoratori e conquistare condizioni di lavoro sempre migliori.

Contro ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura.

Insieme ai lavoratori degli altri Paesi per ottenere diritti uguali per tutti ed impedire che padroni e governi sfruttino le differenze di condizioni contrattuali per esportare il lavoro e gli impianti.

Contro le privatizzazioni e per affermare la centralità del pubblico come garanzia per tutti, a tutela dei diritti dei cittadini.

Contro la precarietà e per riaffermare la dignità del lavoro in un mondo in cui l’arricchimento facile e a qualsiasi costo sembra essere l’unico fine a cui la società dia valore.

Per affermare la democrazia nei luoghi di lavoro ed impedire che i padroni, le aziende, i governi continuino a potersi scegliere le controparti escludendo dai tavoli negoziali ogni vera rappresentanza democratica dei lavoratori.

ROMA 23 MAGGIO 2010 - ORE 9.30 - TEATRO CAPRANICA

mercoledì 5 maggio 2010

Solidarietà alla popolazione greca. Il popolo la crisi non la vuole pagare. La pagasse chi l'ha creata.

 Grecia in fiamme: la popolazione non vuole pagare la crisi!
Assalto al parlamento



Centinaia di migliaia di persone scendono in piazza ad Atene contro gli accordi costruiti sulle teste del popolo greco. 3 morti accidentali per l'incendio scoppiato in uno degli edifici parlamentari. La protesta contro il piano di austerità imposto da Ue e Fmi incendia la Grecia e preoccupa un'Europa che finora ha visto solo la questione finanzaria.

Nel giorno del nuovo sciopero generale contro il governo Papandreu e le politiche di ristrutturazione concordate con FMI e UE, la Grecia si ferma. E non sta a guardare. Violentissimi scontri sono in corso nei pressi del Parlamento. Neanche la polizia che sta caricando violentemente il grande corteo che attraversa Atene, dopo aver tentato di disperdere i manifestanti a botte di lacrimogeni. Gli scontri si sono concentrati nell'area centrale del Parlamento, dove almeno un edificio è in fiamme.
La mattina è cominciata subito con una clima da guerriglia urbana ad Atene mentre si formava l'immenso corteo. Nella capitale i manifestanti hanno lanciato bombe molotov contro negozi e banche e hanno tentato di forzare il cordone di sicurezza attorno al Parlamento lanciando pietre e bottiglie. La polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni e granate stordenti. Un palazzo del centro attaccato dai manifestanti è stato evacuato dopo che è scoppiato un incendio. Fiamme anche in una una banca colpita da una molotov dove due persone sono morte.
Manifestazioni e scontri sono in corso anche a Patrasso e Salonicco.

La posta  in gioco è sul chi dovrà pagare la crisi e sul futuro dei diritti sociali nel paese all'alba delle nuove crisi in Portogallo e Spagna E, come alcuni analisti indicano, in Italia. La rabbia degli uomini e delle donne greche si sta concentrando contro le principali istituzioni statali e bancarie del paese, individuate come le reali responsabili del disastro in atto, senza però dimenticare la natura sistemica e strutturale della crisi in corso.
Il popolo greco sta dimostrando di non essere disposto a subire l'applicazione di oltre 110 miliardi di euro in tagli allo stato sociale e aumento della tassazione diretta e indiretta. Lo sciopero generale, iniziato ieri dal sindacato del pubblico impiego Adedy, a cui si è aggiunto oggi il settore privato ha praticamente paralizzato il paese.

L’oggetto della protesta è il piano anticrisi messo a punto dal governo Papandreou, definito da lui stesso ‘lacrime e sangue’. Per le retribuzioni si provvede all’abolizione di tredicesima e quattordicesima, licenziamenti più veloci dei dipendenti attraverso l’adozione di contratti di lavoro elastici. Le pensioni subiscono un ulteriore congelamento, ed è stato progettato un sistema di scivolamento, in tre anni, verso l’innalzamento dell’età pensionabile, livellando anche il limite d’età tra i due sessi; stabilita, inoltre, la perdita dei bonus per i pensionati sotto i sessant’anni, mentre entro il 2018 i fondi pensioni, al momento numerosi e non regolamentati, verranno accorpati i tre grandi unità.
Quello di ieri e di oggi è il terzo sciopero generale in pochi mesi, e come sembrava promettere, è effettivamente il più partecipato degli ultimi anni. Si parla di centinaia di migliaia di persone scese in piazza: dalle 3 alle 500.000 nella sola Atene secondo gli organizzatori.

domenica 2 maggio 2010

2 maggio, Milano continua a difendere l'antifascismo dalle minacce dell'estrema destra.

2 maggio, Milano: corteo antifascista e antirazzista

Aggiornamento dal corteo milanese (da Radio Popolare e Lombardia-Indymedia)

Questo pomeriggio il corteo antifascista in concomitanza dell'ultima iniziativa della "settimana nera" per Sergio Ramelli organizzata dall'estrema-destra milanese. In concomitanza col torneo di calcio organizzato dai fascisti al Lido una manifestazione ha percorso le strade del quartiere popolare di San Siro.
Presenti tra le 500 e le 700 persone. La zona era militarizzatissima.
Iniziativa che voleva denunciare il patrocinio dato da Comune e Provincia alle iniziative della destra radicale.
Diversi gli interventi dal camion degli abitanti del quartiere ed i racconti dei migranti sulle condizioni di vita nel quartiere San Siro.

L'indizione del corteo:

Aprile 2010: la Milano antifascista e antirazzista decide di rispondere con chiarezza e determinazione alla provocatoria 'settimana nera', lanciata da tutto l'arco delle realtà dell'estrema destra meneghina, con una serie di iniziative, volte a denunciare la complicità e la connivenza delle istituzioni cittadine nella legittimazione e patrocinio di raduni nazi-fascisti a ridosso del 25 Aprile.

Si tratta di un vero e proprio salto di qualità da parte delle frange della destra più estrema, che, dietro la facciata del ricordo di Sergio Ramelli, esalta platealmente il fascismo repubblichino e le pratiche squadriste, attaccando frontalmente il simbolo della Resistenza partigiana, ovvero la Festa della Liberazione. Nel nome della pacificazione nazionale e attraverso un acuto vengono rimosse le inequivocabili responsabilità storiche di chi, da una parte liberò questo paese dall'invasore nazista e da vent'anni di dittatura e chi dall’altra invece oppresse il suo stesso popolo fino all'ultimo.

Il calendario di iniziative nere, che è stato aperto da una messa in ricordo di Mussolini al Cimitero di Musocco, doveva concludersi, nelle intenzioni degli organizzatori, con due eventi pubblici il 1 e il 2 maggio, inizialmente patrocinati e finanziati da Comune e Provincia di Milano. In seguito la Prefettura ha vietato loro l’agibilità del Lido per la giornata di sabato 1° maggio, facendo sfoggio mediatico di sensibilità politica e adducendo motivi di ordine pubblico causa lo svolgimento contemporaneo di partite (sorvolando sulla presenza di migliaia di persone in piazza quella giornata); in realtà ha semplicemente spostato al giorno dopo le stesse manifestazioni fasciste ribattezzando con nomi nuovi realtà altrimenti impresentabili. Non si è voluto affatto negare quella legittimazione politica istituzionale che la nuova destra oggi sta cercando dopo aver contribuito alla vittoria elettorale.

Questi loschi figuri sono la bassa manovalanza squadrista che il potere ha sempre utilizzato, specie in tempi di crisi, per sopprimere ogni dissenso, per fomentare odii razziali e guerre tra poveri, per diffondere quell’ideologia del più forte che giustifica ogni prevaricazione. Nei palazzi intanto si varano leggi infami in tema di sicurezza, immigrazione, precarietà del lavoro, libertà individuali da parte del PdL e della Lega Nord, ma anche da larghi settori del PD. Per questo saremo in piazza il 1 e il 2 maggio rivendicando che Milano non ha alcuna intenzione di tollerare fascisti e razzisti!

Così come abbiamo fatto il 24 aprile con un corteo comunicativo nei pressi dei giardini “Ramelli”, così come abbiamo occupato gli uffici di Milanosport per chiedere il ritiro della concessione del Lido di Milano al concerto e al torneo di calcetto nazi-fascista previsto per il 2 maggio, così come abbiamo portato 5000 persone nel quartiere Stadera in un'iniziativa che ha ricordato che l'Antifascismo è un valore ancora vivo e deve essere pratica quotidiana, così come abbiamo contestato i rappresentanti delle istituzioni cittadine sul palco di piazza del Duomo, perché non si può legittimare e sdoganare i fascisti da una parte e riempirsi la bocca con i valori della Resistenza dall'altra. La strumentalizzazione mediatica seguita alla contestazione ci dimostra quanto i rappresentanti della sinistra istituzionale siano ormai distaccati dalla realtà e da tutte quelle persone che ancora sentono i valori che hanno animato la Resistenza come qualcosa da rivendicare e difendere quotidianamente e non da sventolare strumentalmente in qualche occasione.

Sabato 1° maggio invitiamo tutti e tutte al presidio dal mattino in piazzale Lotto per chiedere a gran voce la cancellazione dei raduni nazi-fascisti dal calendario del Lido di Milano, e a partecipare nel pomeriggio al 1° maggio della rabbia precaria della May Day che attraverserà il centro cittadino.

Domenica 2 maggio l'appuntamento sarà alle 14.30 in via Monterosa /p.le Lotto, per muoverci in un corteo nelle vie di uno dei quartieri più popolari e multietnici della città, dove le pratiche antifasciste sono quotidiane e partono dai comitati per la casa, dalle associazioni di zona, dai centri sociali, dai lavoratori.

Milano non tollera fascismo e razzismo, nè oggi nè mai!