RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

sabato 28 maggio 2011

martedì 24 maggio 2011

Proposta di militarizzare la valle? Sarà la Vostra Nassiriya !

Se militarizzeranno la Val Susa ci saranno tanti abitanti pronti a Combattere la Nuova Battaglia Contro i Militari!!!! Gli Alpini, l'Esercito, gli sbirri vari non sono i Nostri Figli!!!!! Pronti a scontrarci! Armi contro le Armi!!! La Valle sarà la Vostra tomba!!!! NO TAV.

domenica 22 maggio 2011

I 99 Posse stanno con Pisapia e De Magistris.

Abbiamo deciso di votare al prossimo ballottaggio, di dirlo pubblicamente e di chiedere anche a voi di fare lo stesso. Una decisione sofferta. Veniamo da un'area che ha sempre guardato con diffidenza al voto e alle promesse elettorali, ma una serie di circostanze ci hanno indotto a rompere gli indugi, pur nel rispetto delle posizioni astensioniste di strutture e pezzi di Movimento coi quali abbiamo condiviso e condividiamo aspirazioni e orizzonti, rivendicando al tempo stesso il diritto alla nostra autonomia. Riteniamo fondamentale cogliere l' opportunità che abbiamo di contribuire al collasso della scellerata era Pdl/Lega.

Rivolgiamo un appello ai nostri fans che risiedono nelle città dove si vota di sostenere nel ballottaggio le candidature contrapposte alla destra: da Napoli a Milano, da Cagliari a Pordenone per accelerare il processo di fuoriuscita dal berlusconismo e provare ad aprire dal basso spiragli per un'Italia diversa e migliore per la quale bisognerà lottare nelle piazze, perché un voto resta sempre e soltanto un voto, se non è sostenuto dalle lotte reali.

Noi che viviamo a Napoli sosterremo la candidatura di De Magistris

Pensiamo che la vittoria di Lettieri sia la sciagura peggiore che possa capitare a Napoli e ai napoletani, dopo l'onda lunga del bassolinismo che ha prodotto negli ultimi anni effetti nefasti. La vicinanza del candidato del Pdl a Nicola Cosentino, vero artefice dell'operazione, scampato all'arresto per concorso esterno in associazione camorristica solo per la richiesta respinta dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, ci sembra un primo ottimo motivo per invitare i napoletani a non votarlo.


Altre e gravi ragioni hanno motivato la nostra scelta. Innanzitutto la presenza di noti fascisti fra i sostenitori di Lettieri. Su tutti Enrico Tarantino, candidato con la lista "Liberi per Lettieri Sindaco" alla terza Municipalità e riconosciuto dagli studenti di Lettere come l'accoltellatore di tre loro compagni nel corso dell'aggressione fascista all'università dello scorso 29 aprile. Lo stesso Lettieri, dopo aver promesso l'allontanamento di Tarantino, non ha dato seguito alle sue parole permettendogli di correre con la sua lista. Con la destra al Comune riteniamo che gli spazi di agibilità per i fascisti aumenterebbero a dismisura.

Lo scenario di minacce, intimidazioni, la compravendita dei voti, che hanno caratterizzato con un'intensità inedita il primo turno in molti quartieri popolari, è stato un ulteriore motivo che ci ha indotto a schierarci. Così come alcuni episodi inquietanti, su tutti quello di squadracce in scooter di giovani sostenitori di Lettieri che nelle ultime ore percorrono la città insultando e minacciando chi viene identificato come appartenente alla sinistra. Un video pubblicato su YouTube testimonia uno degli episodi.

E' stato un dibattito lungo e aspro quello al nostro interno, al termine del quale abbiamo chiesto agli iscritti alla nostra pagina di facebook di esprimere la propria opinione. L'esito è stato in larghissima maggioranza favorevole alla necessità di schierarsi con Luigi de Magistris.

Il nostro sarà sostanzialmente un voto contro la destra e contro la poco limpida storia personale di Lettieri e dei personaggi che lo sostengono, ma auspichiamo che possa essere anche altro. Sarebbe miope non cogliere il dato del movimento reale che sostiene la candidatura di de Magistris. Al suo fianco, come elettori, candidati, sostenitori, rappresentanti di lista, sono scesi in campo decine di migliaia di cittadini napoletani, persone comuni e attivisti di sinistra, che hanno ritrovato un entusiasmo da tempo mortificato dalle pratiche clientelari del centrosinistra in Campania.

Registriamo un fermento che, come anche altri hanno scritto, ci ricorda gli anni post tangentopoli di quel "Rinascimento napoletano" che non fu dirigismo politico dall'alto, anche se la politica ne accentuò mediaticamente e per proprio interesse la portata. Allora, dal basso, migliaia di persone si ripresero la parola, oggi forse un'altra Napoli si è rimessa in marcia. Noi vigileremo affinché questa richiesta di democrazia, diffusa e urgente, non venga tradita nel caso fossero Luigi de Magistris e la sua giunta a governare Napoli e saremo in prima fila nel denunciarlo se dovesse accadere.

Testo pubblicato da 99 Posse su FB

sabato 21 maggio 2011

E' tutta colpa di Pisapia.

Ti suonano al citofono e scappano? Ti bucano la ruota della macchina? Ti è morto il criceto? E' colpa di Pisapia. Basta tacere! Se anche tu sei stato vittima di Pisapia racconta qui la tua esperienza!

martedì 17 maggio 2011

Il 17 Maggio di trent’anni fa l’80% degli italiani disse no al referendum per l’abrogazione della Legge 194 che permetteva l’interruzione della gravidanza. Una vittoria di tutte le donne!

Il risultato referendario del 1981, che confermava la legge che era stata approvata tre anni prima, rappresentò il coronamento di una coraggiosa e lunga battaglia cominciata dal Movimento di Liberazione delle Donne che ben presto coinvolse milioni di donne che nei quartieri popolari, nelle università, nelle fabbriche, negli uffici ed in tutti i posti di lavoro fecero proprie le parole d’ordine che parlavano di contraccezione, di maternità responsabile, di consultori e di leggi a protezione della donna, di diritto a gestire il proprio corpo, di rifiuto di sottomettersi alla volontà del partner, di rifiuto dell’aborto clandestino.


Fino al 1978, anno di approvazione della 194, la legislazione italiana puniva con l’arresto fino a cinque anni le donne che abortivano. All’epoca erano ancora in vigore le norme che consideravano il delitto d’onore non un reato contro la persona ma un gesto riparatore di un’offesa all’onore del marito, del padre o del fratello e come tale meritevole di particolari attenuanti. Bisognerà aspettare il 1981 perché venga abolito.


Fino al 1978 la donna che non poteva condurre a termine la gravidanza doveva ricorrere all’aiuto di medici - che poche potevano permettersi - o alle mammane molto spesso con conseguenze tragiche per la loro salute, lacerazioni, emorragie, setticemie, che quando non portavano alla morte potevano anche inibire per sempre la maternità.


Gli aborti clandestini superavano abbondantemente il milione l’anno, come denunciava già nel 1961 il settimanale ‘Noi Donne’, erano il 50% dei concepimenti. In quegli anni, nonostante il nostro paese avesse già conosciuto il passaggio da un’economia contadina ad una industriale, le strutture sociali rimanevano ancorate ad una visione patriarcale, con le donne ai margini della società: pochi o nulli i servizi sociali, gabbie salariali che di fatto vedevano, come ancora oggi, svantaggiate le donne, quasi nulli i diritti soggettivi.


La Chiesa sferrava in quegli anni campagne violente contro il divorzio ma soprattutto contro l’aborto, tentando di sottrarre alle donne il controllo sul proprio corpo e sulla propria vita, propagandava scenari apocalittici sulla dissoluzione della famiglia, sulla scomparsa della morale.


Nessuno di questi scenari si è realizzato, anzi a distanza di trent’anni , gli aborti sono calati di oltre il 50 % e attualmente l’Italia registra, dopo la Germania, il numero di aborti più basso al mondo, 8,3 % interruzioni ogni mille donne. Se c’è un elemento negativo questo riguarda il ricorso all’aborto clandestino delle immigrate, conseguenza sia della mancanza di informazioni ma soprattutto della condizione di clandestinità cui sono costrette le migliaia di donne/lavoratrici immigrate. Per loro, a causa della legislazione securitaria vigente nel nostro paese, rivolgersi all’ospedale significa esporsi ad un procedimento d’espulsione.


E’ stato merito di una straordinaria stagione di lotte, con le donne grandi protagoniste, se tante conquiste sono diventate patrimonio comune della collettività.


Ma anche questa, come tante altre conquiste che in questi ultimi anni sono state messe in discussione, rischia di essere vanificata.


Anche il diritto all’aborto conosce una nuova stagione di attacchi forsennati da parte di forze politiche, che non sono solo di destra, e della Chiesa - che continua a condannare la contraccezione, lancia anatemi contro l’educazione sessuale nelle scuole e contro la RU486 - ma anche da parte di molte regioni che approvano leggi restrittive tese a svuotare di contenuti la 194 e a chiudere i consultori, dove trovano posto gli attivisti del Movimento della Vita, per non parlare del gran numero di operatori della sanità che si dichiarano obiettori.

Trent’anni dopo abbiamo ancora bisogno di una forte e consapevole mobilitazione delle donne per impedire il ritorno dei cucchiai d’oro - come venivano chiamati i medici abortisti di allora - e del prezzemolo o del ferro da calza delle mammane e per continuare a rivendicare il diritto all’autodeterminazione delle donne.

sabato 14 maggio 2011

Vota comunista

Ultime indicazioni:

Si entra in consiglio comunale solo nel caso in cui la somma dei voti della lista composta da Federazione della Sinistra e Sinistra Critica supererà il 3%.

A questo fine contano solo i voti espressamente assegnati alle liste.

I voti espressi soltanto per il candidato sindaco non contano.

E’ necessario quindi fare una croce, e una sola, o sul simbolo di Federazione della Sinistra o Sinistra Critica.

E’ comunque possibile esprimere un’ulteriore preferenza per Iuri Gilberto Bossuto o per un altro candidato, di cui si dovrà scrivere il cognome a fianco del simbolo del partito che rappresenta.

Si vota domenica 15 maggio 2011 dalle 8.00 alle 22.00 e lunedì 16 maggio 2011 dalle 7.00 alle 15.00.

sabato 7 maggio 2011

Ancora perquisizioni e indagini contro i compagni del collettivo comunista piemontese.

E’ la seconda volta nel giro di qualche mese che i politicanti fascisti, per mano di Magistrati come Enrico Arnaldi Di Balme, (già responsabile della persecuzione contro la compagna accusata di avere lanciato il fumogeno contro Bonanni della CISL), sguinzagliano i loro sbirri nel tentativo di intimidire i compagni che combattono i fascisti e che non abbassano la testa di fronte alla repressione e alle angherie della borghesia.
Sabato 7 maggio alle 7,30 del mattino, otto sbirri inviati dalla Procura della Repubblica di Torino, irrompono nelle case dei compagni Valter e Paolone, militanti comunisti del Collettivo Comunista Piemontese, alla ricerca di materiale esplodente che ipotizzano fosse servito a terrorizzare il candidato sindaco Coppola e i suoi scagnozzi durante una loro iniziativa elettorale in piazza Madama Cristina a Torino.Gli sbirri della Procura hanno perquisito le due abitazioni e rinvenuto un “pericolosissimo ordigno”costituito da un fumogeno da stadio. L’ordigno è stato quindi sequestrato dai poliziotti operanti.
E’ la seconda volta nel giro di qualche mese che i politicanti fascisti, per mano di Magistrati  come Enrico Arnaldi Di Balme, (già responsabile della persecuzione contro la compagna accusata di avere lanciato il fumogeno contro Bonanni della CISL),  sguinzagliano i loro  sbirri nel tentativo di intimidire i compagni che combattono  i fascisti e che non abbassano la testa di fronte alla repressione e alle angherie della borghesia. Come sempre i compagni non intendono assolutamente abbassare la guardia di fronte alle intimidazioni e alla repressione ordinata da politicanti infami e attuata da Pubblici Ministeri compiacenti.
Ne il parafascista Coppola, ne il destro Fassino, ne tanto meno altri politicanti razzisti e speculatori, troveranno buona accoglienza nel quartiere di San Salvario, come negli altri quartieri in cui i comunisti e gli antifascisti vivono, lavorano e si organizzano!

Collettivo Comunista Piemontese

Il signor PIL? E chi lo ha mai incontrato!?


Parlate di statistiche, ma noi siamo persone in carne ed ossa.

Gente come noi non molla mai. Piena solidarietà agli studenti torinesi.


Forza compagni.

mercoledì 4 maggio 2011

Verso lo sciopero generale. Quando lo si farà ad oltranza?

Gli scioperi (poco) generali
In realtà non è che dobbiamo porci tali domande su questo sciopero generale, ma semmai su tutti quelli che vengono indetti, a cadenze più o meno regolari e da sigle diverse. Purtroppo la sensazione è quella che una volta che lo sciopero generale è convocato ognuno è a posto con la propria coscienza, contento di aver fatto il suo e pronto a dire che “comunque io c’ho provato”. Ma è questo il senso di uno sciopero generale? E’ veramente sufficiente mettere in piedi una manifestazione/evento che rischia di essere dimostrativa e basta? E’ logico parlare di sciopero generale sapendo già fin dall’inizio che le produzioni e i centri nevralgici del paese funzioneranno regolarmente? La risposta ce la fornisce in parte un esponente della Cgil stessa (Andrea Furlan), che in un suo intervento analiticamente perfetto denuda la sua organizzazione sindacale di fronte alle scelte strategiche che mette in atto: “Si continua ad accettare la logica degli scioperi puramente dimostrativi (e questo vale sia per la Cgil sia per il sindacalismo di base), rifiutando di impegnarsi per la convocazione di scioperi a oltranza (scioperi generalizzati) che si concludano solo col conseguimento dell’obiettivo o con un compromesso accettabile. Meglio uno sciopero a oltranza per un obiettivo minimo, concreto, ma che duri fino a che l’obiettivo non viene raggiunto (dando così forza e coraggio ai lavoratori per continuare e al sindacato per crescere), che non queste proclamazioni altisonanti, con o senza adunate spettacolari,  che si concludono senza il conseguimento di alcun risultato concreto.”
Puntare il bersaglio
Qualcuno potrebbe sostenere in risposta che è fin troppo facile parlare di sciopero a oltranza quando non si riesce neanche minimamente a mettere in difficoltà il paese in occasione degli scioperi generali, ma l’errore di visuale sta proprio qui. Non è tanto l’oltranza infatti a fare la differenza, ma la concretezza dell’obiettivo, la sua tangibilità con mano, la percezione della sua vicinanza. Di fronte a un attacco di portata storica (come ce ne sono stati e come ce ne saranno, a partire dalla prossima abolizione dello Statuto dei Lavoratori) non ha senso reagire con la bella manifestazione sottoforma di corteo lungo e colorato, ma serve semmai una concentrazione fisica nel luogo in cui il governo o il Parlamento sta facendo diventare legge un testo pericoloso per i lavoratori. Una concentrazione fisica che, grazie appunto all’indizione a oltranza, si arricchirebbe man mano di persone provenienti da ogni parte d’Italia, rendendo la lotta veramente generalizzata e fruibile per tutti. Lo schema dello sciopero su piattaforme stilate tipo liste della spesa è drammaticamente fallimentare, perché allontana proprio dalla voglia di lottare, dando un senso di sterilità devastante. Ecco perché servono invece obiettivi precisi, su cui giocarsi tutto fino alla fine.
Senza Soste

martedì 3 maggio 2011

domenica 1 maggio 2011

Torino 1 Maggio 2011: cacciata la Cisl dal corteo

La manifestazione del 1 maggio di Torino è partita subito sotto il segno della sua ingovernabilità, del rifiuto a condividere le strade con chi dietro presunte parole d'ordine come quelle del lavoro e dell'unità d'Italia pensava di potersi presentare tranquillamente in piazza nonostante sia disgustosa espressione del collaborazionismo e della complicità con i ricatti marchionniani.Subito è stato cacciato il signor Coppola, assessore in Regione e candidato alla poltrona di sindaco di Torino per il Pdl. Cacciato "l'azzurro", èstata la volta dei sindacati gialli Cisl e Uil.
La Cisl sulla sua strada ha trovato, fin dall'inizio del corteo, in via Po, le contestazioni di chi, quantomai oggi, non aveva nessuna voglia di condividere un corteo e di lasciare agibilità a chi lavora per i padroni, che siano essi Marchionne o Berlusconi. L'iniziativa del Network Antagonista Torinese ha attraversato tutta via Po, raccogliendo consenso e simpatia, trovando – quindi restituendo la cifra degli umori della piazza, della maggioranza della manifestazione – clamori, applausi e partecipazione non solamente dei sindacati di base, degli studenti e precari, ma soprattutto di tante persone ai lati degli spezzoni sindacali. Proteste che si sono protratte fino in piazza Castello, di fatto impedendo al corteo di proseguire e poi trasformandosi in un blocco che ha cacciato la Cisl dalla manifestazione, obbligando il sindacato di Bonanni a prendere altra via...! Nemmeno gli schieramenti della polizia hanno potuto evitare e/o governare il montare della rabbia e la raffica di insulti della quale era destinatario il sindacato di Bonanni.
Lo spezzone della Cisl messo in fuga rientra di soppiatto in via Roma ma anche lì trova ad accoglierlo il diprezzo spontaneo della maggioranza della gente presente. Hanno un bel dire dal palco Chiamparino e I bonzi sindacali che si è trattato di "infime minoranze". Centinaia di persone hanno appoggiato la contestazione dei sindacati gialli. In piazza San Carlo, lo spezzone sociale si conquista il palco confederale e brucia le bandiere di Cisl e Uil sottratte durante il corteo chiedendo ai giornalisti di contare quante persone erano favorevoli al falò o critiche: nessun fischio e molti applausi hanno salutato la bruciatura delle bandiere dei collaborazionisti.