Odio gli indifferenti
UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

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mercoledì 2 marzo 2011
domenica 27 febbraio 2011
1 Marzo migrante e antirazzista. Torino 0re 17 Porta Nuova
Per il secondo anno consecutivo il 1 Marzo si celebra la giornata dei migranti in tutta Italia. Una giornata di lotta e rivendicazione. Dopo i fatti di qualche anno fa dove i migranti hanno avuto la forza di ribellarsi alle situazioni di sfruttamento in quel di Rosarno, si è deciso che il 1 Marzo sarà la giornata dei migranti.
Oggi i lavoratori e le lavoratrici immigrate sono i primi a subire le conseguenze della crisi, con tassi di disoccupazione vertiginosi, sia tra i regolari che tra gli irregolari. Il ricorso al lavoro nero e sottopagato è sempre più diffuso grazie a leggi razziali che impongono al lavoro migrante il ricatto della clandestinità.
Questa situazione colpisce tutti i lavoratori e le lavoratrici: quelli migranti, resi sempre più ricattabili, e quelli italiani, costretti a vedere una costante diminuzione del reddito.
Lo sciopero del 1 marzo deve vederci uniti nell'opporsi a queste politiche e nella costruzione di una solidarietà fatta di lotta e resistenza.
Scioperiamo e manifestiamo:
* lottiamo contro la crisi
* per il permesso di soggiorno per tutti/e, contro la sanatoria truffa, il decreto flussi, il permesso di soggiorno a punti e il test di italiano per i lungo-soggiornanti;
Corteo ore 17:00 - di fronte Stazione Porta Nuova
Assemblea per il 1 marzo - Torino
P.S.
Vediamo di esserci tutti/e
Oggi i lavoratori e le lavoratrici immigrate sono i primi a subire le conseguenze della crisi, con tassi di disoccupazione vertiginosi, sia tra i regolari che tra gli irregolari. Il ricorso al lavoro nero e sottopagato è sempre più diffuso grazie a leggi razziali che impongono al lavoro migrante il ricatto della clandestinità.
Questa situazione colpisce tutti i lavoratori e le lavoratrici: quelli migranti, resi sempre più ricattabili, e quelli italiani, costretti a vedere una costante diminuzione del reddito.
Lo sciopero del 1 marzo deve vederci uniti nell'opporsi a queste politiche e nella costruzione di una solidarietà fatta di lotta e resistenza.
Scioperiamo e manifestiamo:
* lottiamo contro la crisi
* per il permesso di soggiorno per tutti/e, contro la sanatoria truffa, il decreto flussi, il permesso di soggiorno a punti e il test di italiano per i lungo-soggiornanti;
* no al cie e alle leggi razziste
* no allo sfruttamento e al lavoro nero;
* no all'espulsione dei migranti che perdono il lavoro
* per il lavoro, le cure sanitarie, la casa e l'istruzione per tutti/e
* residenza per rifugiati e rifugiate
* abbattiamo le frontiere per la libera circolazione di tutte e tutti
* solidarietà con le lotte dei popoli del nord africa
Martedì 1 marzo 2011Corteo ore 17:00 - di fronte Stazione Porta Nuova
Assemblea per il 1 marzo - Torino
P.S.
Vediamo di esserci tutti/e
martedì 9 novembre 2010
Brescia: dalla Gru si resiste. Forza compagni.
E' giunto il momento di amplificare la protesta dei compagni di Brescia saliti su una Gru da diversi giorni e da ieri entrati in sciopero della fame e della sete. Tutto per un pezzo di carta che permetterebbe loro di non vivere più in clandestinità. Nel ricco Nord-Est dove la Lega Nord si occupa di dialetti e sagre, l'economia viene portata avanti dai compagni migranti.
In ogni città ci sono iniziative di solidarietà ai migranti asseragliati sulla Gru.
In ogni città ci sono iniziative di solidarietà ai migranti asseragliati sulla Gru.
venerdì 9 aprile 2010
Il razzismo è duro a morire
Andre Visagie - segretario generale del partito di destra sudafricano Awb il cui leader, Eugene Terre'Blanche, è stato ucciso la settimana scorsa a colpi di machete - perde il controllo in diretta tv, durante un dibattito sul problema del razzismo nel paese
Visagie regisce alle domande prima mostrando di volersi allontanare dallo studio, poi si rivolge all'analista politico Lebohang Pheko ("Non osi interrompermi") e infine fronteggia il conduttore che stava difendendo l'altro ospite
Repubblica.it
sabato 13 marzo 2010
Dopo i presidi spia e i medici spia, tocca alle materne.

La corte di cassazione torinese respinge il ricorso di un cittadino albanese "clandestino" che si opponeva ad un decreto di espulsione avendo in Italia moglie e due figli in eta' scolare (cosa che ebbe successo in passato presso la stessa corte appellandosi ai diritti del minore per evitargli un turbamento psicologico).
Il pacchetto sicurezza, attraverso lo strumento del reato di clandestinita', obbliga i funzionari pubblici a denunciare gli irregolari in quanto il loro stesso esistere nel nostro territorio e' un reato. Fa specie notare come quando a suo tempo fu' ampio il dibattito pubblico di opinione in merito al pacchetto sicurezza grazie alle mobilitazioni che medici, infermieri, operatori sanitari prima, presidi ed insegnanti delle scuole dell'obbligo poi che denunciavano le discriminazioni razziali presenti nel decreto, fosse quasi del tutto assente una qualunque forma di opposizione parlamentare. Fu solo grazie a quelle mobilitazioni che nel pacchetto sicurezza si aggiunsero le eccezioni a tale obbligo sulla sanita' e sulle scuole dell'obbligo.
Il comune di Torino, ed alcuni altri comuni italiani, estendono le eccezioni previste dal decreto Maroni ("pacchetto sicurezza") per le scuole dell'obbligo e la sanita' anche alle scuole materne. Chi iscrive i propri figli nelle materne non dovra' temere di essere denunciato dai funzionari che vi lavorano se irregolare. Oggi alcuni comuni, come sempre in ritardo sull'agenda politica, estendono questa garanzia minima anche alle scuole materne. L'inconsistenza numerica della questione (nel comune di Torino ad esempio si parla di due-trecento iscrizioni sul oltre 15.000 l'anno) da poi conferma del fatto che non possa certo imputarsi a questo eventuali malfunzionamenti della scuola materna nel nostro paese.
Nonostante cio' in periodo per-elettorale si infiamma la polemica in grado di far leva su mostri e paure precedentemente preconfezionate (meridionali ieri, clandestini oggi) a cui addossare tutte le responsabilita' della crisi da un lato e dalla totale incapacita' di offrire alternative credibili d'altro per quel che riguarda la politica istituzionale.
domenica 28 febbraio 2010
1 Marzo 2010: fatica e sudore hanno lo stesso colore
A Torino concentramento alle 17 davanti la stazione Porta Nuova. Portare qualcosa di giallo.
lunedì 11 gennaio 2010
O sfruttamento
Due brani tratti da "Incredibile opposizione tour 1994" che bene rappresentano il degrado culturale del paese già alla fine della prima repubblica e che ancora oggi dopo 15 anni di PDL sono incredibilmente attuali.
Dobbiamo combattrere il regime che diventa sempre più solido e violento e che in quindici anni ha reso l'Italia un paese barbaro!
Il rapporto annuale dell'ILO accosta l'Italia a paesi come il Burkina Faso o la Guinea!Il paragone è ottimo per rappresentare le condizioni economiche e sociali del belpaese!
Dobbiamo combattrere il regime che diventa sempre più solido e violento e che in quindici anni ha reso l'Italia un paese barbaro!
Il rapporto annuale dell'ILO accosta l'Italia a paesi come il Burkina Faso o la Guinea!Il paragone è ottimo per rappresentare le condizioni economiche e sociali del belpaese!
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domenica 10 gennaio 2010
venerdì 8 gennaio 2010
Rosarno: la rivolta degli immigrati
Ancora rabbia a Rosarno
Nuova rivolta dopo un nuovo agguato mafioso ai lavoratori stranieri
"I fatti sono molto più seri degli incidenti seguiti alle proteste del dicembre 2008, quando la comunità ghanese e burkinabè scese in piazza per protestare contro il ferimento di due ragazzi a colpi di kalashnikov sparati da un'autovettura in corsa. Oggi a Rosarno alcuni ragazzi africani sono stati raggiunti nel primo pomeriggio da colpi sparati da un fucile ad aria compressa, e tutta la rabbia della comunità degli immigrati africani per la raccolta di clementine eolive è venuta fuori. Al momento non sembra ci siano feriti ma sicuramente alcuni calabresi, gente del posto che rientrava a casa mentre la rivolta era in corso, sono stati aggrediti mentre i migranti inscenavano la loro protesta; la polizia ha riferito come diverse autovetture siano state ribaltate e alcune addirittura date alle fiamme mentre percorrevano la statale di fronte alle fabbriche abbandonate (come l'impianto ‘Rognetta') dove i lavoratori stagionali hanno trovato un riparo. Molti mi hanno raccontato di rosarnesi costretti a abbandonare l'auto mentre i migranti li aggredivano per ribaltare la vettura in strada"; a parlare è uno dei ragazzi dell'Osservatorio Migranti , mentre mette in ordine la sua valigia, afferra al volo le chiavi della sua auto e lascia Rosarno. Stanotte meglio non dormire in città. "Per me e per tutti quelli che in questi anni hanno aiutato i migranti"; la rabbia degli extracomunitari covava da tempo, nonostante in maggio finalmente i primi tre sfruttatori avessero pagato con l'arresto per ‘'riduzione in schiavitù''.
Ma gli africani non conoscono la Calabria. Non immaginano che possa essere più dura del continente dal quale sono scappati, lasciandosi alle spalle guerre e pallottole. Guerre e pallottole di altro tipo. Ma oggi chi ti parla da Rosarno dall'altro lato della cornetta, ti fa capire che il peggio deve ancora venire. "I ragazzi hanno spaccato vetrine, attaccato negozi, dato fuoco ad alcune auto, senza saper chi potessero essere i proprietari di questi negozi e di queste autovetture", spiega una fonte che prega di rimanere anonima per timore di sempre più probabili conseguenze. La paura che adesso attanaglia i rosarnesi è che i soliti picciotti possano vedere gli episodi di violenza del 7 gennaio come uno ‘sgarro' che il loro codice dell'onore non può fare passare sotto silenzio. E la voce che sta correndo in queste ore sulla Piana di Gioja Tauro è che domani, nelle prossime ore, a parlare saranno le lupare degli uomini delle ‘ndrine, che non possono tollerare sul loro territorio una tale violazione della Pax mafiosa.
I due ragazzi aggrediti a colpi di fucile ad aria compressa sono fuori pericolo, all'ospedale di Gioja Tauro. Sulla statale degli ulivi che collega Rosarno a San Ferdinando nel pieno della Piana, e dall'altro lato al mar Tirreno con Gioja e il suo porto, sembra sia tornata la calma, restaurata dall'intervento di una decina di auto del comando di polizia gioiese. Presidiate le fabbriche ex Rognetta, dove dormono in 200 e la ex Opera Sila di gioia Tauro, dove dormono altre centinaia di immigrati non registrati. le pantere della questura della Piana pattugliano la statale.
Ma alcune vetture bruciano ancora; e rimangono i danni a negozi. Impossibile contattare qualcuno alle caserme di carabinieri o polizia, ma sembra che alcuni cittadini italiani durante le proteste siano stati aggrediti dalla folla, inferocita per l'ennesimo trattamento disumano, per l'ennesimo assalto ai danni di chi attraversa i continenti per venire qui a lavorare come bestie per 20 euro al giorno, deprivati di ogni conforto materiale. Ma stavolta i migranti potrebbero aver passato il segno, e aver commesso un errore fatale, accecati dalla loro rabbia. Nelle prossime ore le bocche taceranno in Calabria, e chi sente dentro di sé di aver subito un torto, molto probabilmente cercherà di porre rimedio. Da soli. Senza ricorrere alla polizia. Come si faceva una volta. Con le carabine sempre pronte, sempre ben oliate, tenute dietro le dispense e nelle cantine.
Gian Luca Ursini per Peace Reporter
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giovedì 26 novembre 2009
Ecco perchè i centri sociali danno fastidio alle istituzioni comunali
Sotto potrete vedere tre video che ripercorrono la storia di un centinaio di rifugiati politici (scappati dalle loro terre perchè c'è la guerra), che chiedono invano asilo politico al comune di Torino e come al solito gli viene risposto picche.
Grazie alla determinazione e alla volontà di alcuni compagni dei centri sociali torinesi, queste persone sono uscite dalla marginalità e insieme ai rifugiati lottano affinchè questi ultimi siano trattati da persone. Ricordo che stiamo parlando di gente che è venuta in Italia perchè nei loro paesi c'è la guerra. E' un dovere del nostro Stato accoglierli e dare asilo politico.
Purtroppo molti passi avanti sono stati fatti, ma non è ancora finita.
Ci vogliono morti perchè siamo i loro nemici e non sanno che farsene di noi perchè non siamo i loro schiavi.
Soledad
Grazie alla determinazione e alla volontà di alcuni compagni dei centri sociali torinesi, queste persone sono uscite dalla marginalità e insieme ai rifugiati lottano affinchè questi ultimi siano trattati da persone. Ricordo che stiamo parlando di gente che è venuta in Italia perchè nei loro paesi c'è la guerra. E' un dovere del nostro Stato accoglierli e dare asilo politico.
Purtroppo molti passi avanti sono stati fatti, ma non è ancora finita.
Ci vogliono morti perchè siamo i loro nemici e non sanno che farsene di noi perchè non siamo i loro schiavi.
Soledad
giovedì 8 ottobre 2009
Fastweb: niente contratti ai rumeni

Esclusivo PeaceReporter: una circolare interna Fastweb ordina ai venditori finali di non stipulare contratti Mobile a cittadini rumeni
PeaceReporter è entrato in possesso di una circolare che la responsabile dei venditori di Fastweb a Bologna ha recapitato a tutti i rivenditori autorizzati dell'Emilia Romagna.
Nel documento, datato 19 settembre 2009, si legge che l'azienda ha deciso di non stipulare più abbonamenti "Fastweb Mobile" a cittadini rumeni.
Evidentemente l'avvertimento era già stato divulgato in precedenza perché nella circolare è scritto: "Ciao a tutti, mi raccomando a voi, da ora in poi non fate più abbonamenti a cittadini rumeni. Dite chiaramente che non è possibile da sistema caricare abbonamenti Fastweb". Il testo continua: "Ieri sono entrate 70 pda (proposte di abbonamento ndr) quasi tutte di clienti stranieri!!! Forse il messaggio non è stato trasferito alla rete con la giusta enfasi: "BLOCCATE LE VENDITE AI CITTADINI RUMENI". L'ultima frase è scritta in rosso e a caratteri cubitali, in modo da far capire anche al più reticente il carattere definitivo della circolare.
La mail ci è stata passata da una fonte - che ovviamente vuole rimanere anonima - che si occupa dell'inserimento dei dati dei clienti. Questa persona ci ha riferito anche che è stato suggerito loro, non appena si accorgono di aver a che fare con un rumeno, di fingere che il sistema si sia bloccato e di tornare un altro giorno o di rivolgersi a qualcun altro.
Il diktat telematico è stato scritto da Micaela Serenari, Dealer Manager per l'Emilia Romagna di Fastweb. Le abbiamo chiesto spiegazioni:
Signora Serenari, la direttiva che lei ha emanato è un'iniziativa bolognese o è stata decisa a livello nazionale?
Certo, a livello nazionale perché abbiamo avuto tantissime frodi. Tantissime persone che sono venute a prendere dei cellulari e poi li hanno rivenduti aprendo dei conti che duravano un solo giorno. Quindi noi abbiamo regalato un sacco di telefoni.
E queste persone sono state prese?
Alcune sì, anche dai carabinieri. Era un'organizzazione che andava sempre negli stessi negozi. Venivano buttate le sim e venduti i telefoni.
Quest'organizzazione era composta da rumeni?
Nella nostra area diciamo di sì.
Non le sembra strano che se le persone sono state prese e i negozi erano sempre gli stessi la direttiva sia stata emanata a livello nazionale?
No non mi sembra strano. Comunque noi facciamo anche tanti controlli, tante cose, anche sui conti bancari.
Prima di questa intervista, abbiamo contattato telefonicamente due rivenditori dell'area bolognese fingendoci rumeni interessati al contratto "Mobile". Non appena la nazionalità saltava fuori, l'operatore rispondeva che "... no allora non si può fare", senza dare ulteriori spiegazioni.
Questo dimostrerebbe che nessun controllo viene fatto sul conto corrente o altro, si tratta semplicemente dell'applicazione di quanto scritto nella circolare. Abbiamo allora provato a contattare la direzione centrale di Fastweb Italia, a Milano, ma dall'ufficio stampa ci hanno detto che avrebbero dovuto fare accertamenti prima di rilasciare commenti.
Il responsabile delle relazioni esterne di Fastweb, Sergio Scalpelli, contattato da PeaceReporter, ha dichiarato che "si è trattato solo di un eccesso di zelo di una pur bravissima manager della zona, dovuta al fatto che tra il 2008 e il 2009 proprio in quella zona si sono verificate numerose truffe ai danni della azienda". "In realtà - ha precisato Scalpelli - si tratta di un sistema di credit management che è in grado di verificare in tempo reale la solvibilità dei nuovi clienti e, essendo digitale, non fa distinzioni di razza, di sesso o di religione, proprio come l'azienda".
Evidentemente, questo sistema deve essere così evoluto da essere in grado di verificare la solvibilità di un potenziale cliente, al telefono, anche solo dal tono della voce o dall'accento.
Marcello Brecciaroli per Peace Reporter
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