Questa mattina ho portato solidarietà ad una famiglia in via Don Murialdo 32 a Torino, vittima di uno sfratto esecutivo.
Una storia sentita molte volte negli ultimi anni, una famiglia colpita dalla crisi, cassaintegrazione o licenziamento e l'impossibilità di pagare l'affitto.
Questa volta tocca ad una famiglia con due minori e un ragazzo di 19 anni.
Oggi c'erano tutti: ufficiale giudiziario, padrone di casa, e forze dell'ordine in divisa e in borghese.
C'eravamo anche noi: sportello diritto alla casa zona San Paolo, il centro sociale Gabrio e tutta la gente del quartiere .In tarda mattinata si è trovato l'accordo sulla proroga dello sfratto fino al 30 Novembre c. m.
Poi si vedrà cosa il Comune intenderà fare, anche perchè con due minori si parla di emergenza abitativa.
Perdere la casa non significa perdere solo quattro mura, ma significa perdere la dignità, perdere i propri sogni, il proprio futuro.
Interessante è stato ragionare anche con i passanti sulla problematica casa e sul lavoro in genere e molti che in un primo momento dicevano: "se non paga è giusto che venga sfattata" , in seguito ad argomentazioni più ampie si è arrivati a dire: " la colpa è del governo che non investe su politiche sociali quali case popolari, sussidi o lavoro stabile".
Nessuno ha demonizzato il padrone di casa che ha anche lui le sue ragioni, ma finalmente si comincia a creare una problematica sociale e a ragionare sulle politiche di uno Stato che pensa solo al Bunga Bunga.
Odio gli indifferenti
UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

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