RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

venerdì 15 gennaio 2010

Curva Scirea chiusa per la prossima partita interna della Juve per cori razzisti.


E' la decisione presa dal giudice sportivo in seguito agli insulti razziali a Balotelli: domenica in campionato contro la Roma curva sbarrata ai tifosi bianconeri
ROMA
Il giudice sportivo ha disposto la chiusura della Curva Sud dello stadio Olimpico di Torino per la prossima gara casalinga della Juventus.

La decisione, legata ai cori razziali intonali da alcuni sostenitori bianconeri, è stata adottata dopo la gara di Coppa Italia che la formazione di Ciro Ferrara ha vinto 3-0 contro il Napoli mercoledì.

Il giudice sportivo ha adottato il provvedimento poichè «al rientro delle squadre negli spogliatoi per l’intervallo, sostenitori della Soc. Juventus, collocati nel settore denominato Curva-Sud, indirizzavano ad un calciatore tesserato per altra Società un coro costituente espressione di discriminazione razziale».

Il giudice ha preso in considerazione «la specifica e reiterata recidività». Sull’entità della sanzione hanno influito anche circostanze esimenti: «La non reiterazione nel corso della gara del comportamento discriminatorio, la sua riferibilità esclusiva ad uno specifico settore dello stadio e la concreta cooperazione offerta dalla Società alle forze dell’ordine a fini preventivi e dissuasivi».

La Stampa

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