RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

mercoledì 10 febbraio 2010

Susa. Trivelle, manganelli, resistenza popolare


Assemblea, corteo, polizia che picchia, blocco dell'autostrada.
Cronaca di una giornata No Tav


Susa 9 febbraio 2010. È trascorso un mese dalla nascita del presidio No Tav/NoTrivelle all’autoporto lungo la A32. Dopo una decina di giorni di tregua, le truppe dello Stato iniziano una nuova offensiva per imporre la realizzazione della nuova linea tra Torino e Lyon. Intorno all’una e mezza di notte, accompagnata da un imponente spiegamento di forze, viene piazzata una trivella a circa a 500 metri dal presidio No Tav, nei pressi del parcheggio “Annibale 2000”, in località S. Giuliano. Parte il tam tam e sin dall’alba arriva gente.

Intorno alle 17 l’assemblea dura molto poco: si decide di andare a dare un’occhiata alla trivella e si parte sull’autostrada.

Nevica e fa un freddo cane, ma ci vuol altro a spaventare i No Tav, sempre più determinati a lottare contro un’opera inutile, dannosa, costosa.

In tanti prendono un ciocco dalla catasta della legna da ardere e battono con forza il guardrail. Un frastuono assordante, il pacifico grido di guerra dei No Tav.

A comandare la piazza c’è il vicequestore Spartaco Mortola, uno che la carriera se l’è costruita nel mattatoio del G8 di Genova 2001. Dopo un po’ una ventina di uomini dell’antisommossa si schiera davanti al corteo. Subito alzano i manganelli e colpiscono: uno alla testa, altri alle braccia. Un ragazzo disabile, un anarchico torinese, viene sbattuto giù dalla carrozzina. Ma il corteo non sbanda né indietreggia. I poliziotti lasciano sull’asfalto un paio di scudi ormai inservibili. Dopo un po’ i poliziotti si tirano indietro e il corteo prosegue sino alla statale 25. Nel frattempo decine e decine di lampeggianti blu bucano la notte. Davanti alla recinzione uomini in divisa e mezzi si agitano forsennatamente. La battitura aumenta di ritmo. Poi si torna in autostrada, davanti alla trivella. Il blocco va avanti per oltre mezz’ora. Grida indignate e fischi accompagnano l’arrivo di un mezzo della ditta che per quattro soldi si è schierata con i si tav.

Al ritorno dal presidio riprende l’assemblea.

Le manganellate di oggi dimostrano che il ministero dell’Interno è deciso ad imporre a tutti costi le trivellazioni. L’impegno per tutti è di moltiplicare le iniziative sul territorio, contrastando le trivelle, e gli interessi di chi lucra sulla vita e il futuro di noi tutti.


Prossimi appuntamenti:

- Ogni giorno, in caso di nuove trivelle presidi immediati per contrastare i sondaggi


- Mercoledì 10 febbraio, davanti alla stazione di Porta Nuova a Torino, presidio No Tav, punto info, aperitivo autogestito e assemblea.

Dalle 17 alle 20 all’uscita della metro.

Organizza: Torino e cintura: sarà dura. No Tav No Trivelle!

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