La storia è piena d'esempi di radicali che arrivano al potere, e diventano come i politici che hanno rimpiazzato, oppure più conservatori; qualunque governo è sotto la pressione di due potenze, la burocrazia statale ed il mondo dell'alta finanza. Questo assicura che qualunque tentativo di cambiamento sociale, sarà bloccato grazie agli investimenti mancati ed al lavoro della burocrazia.
Supponiamo che riesca ad andare al governo un gruppo abbastanza riformista, questo si troverebbe di fronte vari problemi e pressioni economiche. Il capitale non farebbe investimenti, ed il governo dovrebbe fare passi indietro per evitare il collasso economico, oppure se il governo bloccasse l'uscita di denaro dal paese, rimarrebbe presto isolato economicamente, rendendo la propria moneta molto debole. In tutti i modi, il fallimento è assicurato, perché come già sottolineato, qualunque governo dipende dal capitale, e quindi subisce la volontà di questo capitale. Quindi, qualunque governo con qualunque persona alla guida, deve prima accontentare il capitale e poi il popolo, perché il contrario non sarà mai permesso.
Il voto "democratico" attuale è la contrapposizione dell'azione diretta, perché votando deleghi qualcuno a pensare per te. Il voto toglie il potere alla gente, regalando la "leadership" a qualcun altro: proprio il contrario di quello che si dice comunemente. I partiti rispecchiano la divisione tra il lavoro manuale e mentale, e quindi sono necessari per il sistema capitalista. Osservando la situazione attuale delle "democrazie" moderne, trovo sorprendente che la gente continui a votare a legare le proprie speranze ai nuovi partiti che spuntano ogni giorno o ai vecchi partiti riformati. Il problema non sta nei politici o nei partiti, ma nel sistema che li forma a sua immagine, emarginando la gente e costringendo i politici a scelte non personali. Nemmeno un milione di partiti nuovi potranno cambiare questo. Quindi, il voto implica soltanto il mantenimento dello stato attuale delle cose, perché nessun partito, persona o ideale può riformare lo stato burocratico.
Ci insegnano da una giovane età che il voto è "un diritto ed un dovere", giustificando moralmente le elezioni con parole come "responsabilità civile". Ma questa è soltanto demagogia e paura che il popolo si svegli, obbligando questi "parassiti" a lavorare come il resto del gente. Chi è al potere, necessita dell'appoggio del popolo, e quindi ci bombarda con frasi tipo "diritto e dovere" di votare, cosi mantenendo i privilegi. Il voto è sempre stato la morte della idee rivoluzionarie. I partiti politici sono radicali soltanto quando non hanno la possibilità di essere eletti.
Chiaramente, il non voto in sé, porterà soltanto apatia, e quindi il non voto va abbinato all'azione diretta, altrimenti ha pochissima utilità, tranne il dissociarsi dal sistema attuale. Bisogna ribellarsi contro qualsiasi forma di potere. Propagandare il nostro ideale di libertà. Incominciare a costruire luoghi di autogestione e di creatività.......
Il sistema elettorale non può tutelare o rappresentare l'elettorato, indipendentemente da quale partito assuma il potere.
Odio gli indifferenti
UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

domenica 30 gennaio 2011
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