... purché non produciate conflitto
Non si può giudicare altrimenti la decisione della casa-madre Fiat sul come eseguire il reintegro (obbligato da una sentenza del giudice del lavoro dello scorso 10 agosto) dei tre dipendenti Fiom di Melfi, due dei quali delelgati Fiom. I tre erano stati licenziati dall'azienda poco più di un mese fa con l'accusa di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno. Il blocco del carrello robotizzato, secondo l'azienda, impediva di lavorare agli operai che non partecipavano allo sciopero e al corteo interno.
Il giudice aveva annullato il provvedimento ritenendolo "antisindacale" ordinando l'immediato reintegro nelle rispettive mansioni professionali dei tre lavoratori ma Fiat, dal canto suo, aveva subito ribadito l'intenzione di voler fare ricorso, non accettando nei fatti la sentenza, e fare di testa propria.
Il risultato è quello comunicato ieri: gli operai saranno pagati... ma non saranno ammessi in fabbrica. Come già fu per la lettera del grande capo agli operai, la comunicazione è stata recapitata a casa dei singoli interessati. Contro la decisione del Lingotto si sono schierati subito i sindacati e l'opposizione, accusando l'azienda di comportamento "antisindacale" e minacciando il ricorso a "vie legali". La risposta dell'azienda non è stata esplicita: "Abbiamo esercitato una nostra facoltà".
La Fiom annuncia che domani i tre operai si presenteranno comunque ai cancelli di Melfi. L'opposizione e la stessa Cgil non mancano di denunciare il carattere anti-sindacale dell'operazione. Gallino ricorda come, oggi più che mai (ma quando avrebbe mai smesso?), la Fiat fa lotta di classe!
Il provvedimento annuncia un ritorno alle "buone vecchie pratiche" di casa Fiat (e in fondo di ogni padrone): "licenziare le avanguardie di lotta!",... anche a costo di doverle pagare per niente (in attesa di regolare i conti poi...). In ogni caso sempre meglio di una ripresa del conflitto operaio dentro le fabbriche, soprattutto all'indomani del pesante No di Pomigliano e l'annunciata fine degli ammortizzatori sociali dei mesi a venire.
Primo bersaglio della Fiat è certamente l'operato sindacale della Fiom, che scenderà in piazza a Roma ad ottobre con una manifestazione nazionale.
Infoaut
Veramente pericolosi questi dirigenti Fiat per il movimento operaio tutto. Ma dove vogliono arrivare? E con quale arroganza poi.
RispondiEliminaRicordatevi che il braciere è spento, ma le fiamme sotto la cenere sono ardenti.
al 16 ottobre, allora...
RispondiElimina(a coloro che verranno assunti dalla nuova società Fiat non verrà applicato il Contratto Nazionale!)