Ma cosa bisogna ancora fare in questo paese per farsi ascoltare? Si sale sui tetti, si sale sui monumenti, si bloccano strade, autostrade e tangenziali, si bloccano stazioni, si paralizzano le città, si assalta Monte Citorio, si cerca di sfondare i cordoni della polizia, si srotolano striscioni, si fanno trasmissioni televisive, si lanciano fumogeni in risposta ai lacrimogeni, ecc. ecc. Si scende inpiazza in 50mila, si bloccano le scuole e la didattica, si fa lezione in strada. Insomma cosa bisogna ancora fare?
Così si spinge alla violenza, alla guerriglia, ad atti estremi. Cari ministri, cari politici tutti ma sapete cosa significa il dissenso? Vi ritengo responsabili ora, come per qualsiasi altra protesta inascoltata delle eventuali e relative conseguenze.
Odio gli indifferenti
UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

martedì 30 novembre 2010
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50mila a manifestare e 50milioni a ignorantare!
RispondiEliminaUniversità, colpo di mano del Pdl e la norma anti-parentopoli esce dimezzata
RispondiEliminaScoppia il caso dell’emendamento contro le “parentopoli” negli atenei. La proposta che l’Italia dei Valori aveva presentato la scorsa settimana, e su cui si erano dichiarati a votare a favore anche finiani e Lega, passa ma con un effetto notevolmente depotenziato rispetto al testo dei dipietristi. Tanto che Di Pietro lo disconosce completamente. Eppure la maggioranza, dopo il controemendamento del Pdl, si è affrettata a dichiarare alle agenzie di stampa che la norma appena passata è durissima contro le raccomandazioni nelle università. Di più, per il presidente del Consiglio Berlusconi sarebbe addirittura un “colpo mortale a parentopoli”, ennesima prova del “governo del fare”. In sostanza, dichiarano dal ministero della Gelmini, non potrà rispondere ai procedimenti per la chiamata all’insegnamento chi è parente “fino al quarto grado compreso” di un professore del dipartimento o della struttura che effettua la chiamata ovvero del rettore, del direttore generale o di un consigliere di amministrazione. E anche Fli ha votato a favore dell’emendamento.
L’Idv va, invece, giù duro: “Ma quale stretta su parentopoli, non scherziamo – dichiara il vicecapogruppo alla Camera, Antonio Borghesi – il governo ha vanificato l’effetto del nostro emendamento con uno stratagemma ‘gattopardesco’: poiché è sufficiente ora con l’emendamento appena passato che il parente già professore si sposti in un altro dipartimento dell’università, rendendo possibile la chiamata del parente nello stesso ateneo. Noi invece – continua il deputato dipietrista – avevamo chiesto la restrizione tout court per i parenti in tutto l’ateneo, senza distizioni”.
sanno sempre come mettercelo in quel posto... e come ho detto sopra: a qualcuno piace pure!
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