Assalto al parlamento
Centinaia di migliaia di persone scendono in piazza ad Atene contro gli accordi costruiti sulle teste del popolo greco. 3 morti accidentali per l'incendio scoppiato in uno degli edifici parlamentari. La protesta contro il piano di austerità imposto da Ue e Fmi incendia la Grecia e preoccupa un'Europa che finora ha visto solo la questione finanzaria.
Nel giorno del nuovo sciopero generale contro il governo Papandreu e le politiche di ristrutturazione concordate con FMI e UE, la Grecia si ferma. E non sta a guardare. Violentissimi scontri sono in corso nei pressi del Parlamento. Neanche la polizia che sta caricando violentemente il grande corteo che attraversa Atene, dopo aver tentato di disperdere i manifestanti a botte di lacrimogeni. Gli scontri si sono concentrati nell'area centrale del Parlamento, dove almeno un edificio è in fiamme.La mattina è cominciata subito con una clima da guerriglia urbana ad Atene mentre si formava l'immenso corteo. Nella capitale i manifestanti hanno lanciato bombe molotov contro negozi e banche e hanno tentato di forzare il cordone di sicurezza attorno al Parlamento lanciando pietre e bottiglie. La polizia ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni e granate stordenti. Un palazzo del centro attaccato dai manifestanti è stato evacuato dopo che è scoppiato un incendio. Fiamme anche in una una banca colpita da una molotov dove due persone sono morte.
Manifestazioni e scontri sono in corso anche a Patrasso e Salonicco.
La posta in gioco è sul chi dovrà pagare la crisi e sul futuro dei diritti sociali nel paese all'alba delle nuove crisi in Portogallo e Spagna E, come alcuni analisti indicano, in Italia. La rabbia degli uomini e delle donne greche si sta concentrando contro le principali istituzioni statali e bancarie del paese, individuate come le reali responsabili del disastro in atto, senza però dimenticare la natura sistemica e strutturale della crisi in corso.
Il popolo greco sta dimostrando di non essere disposto a subire l'applicazione di oltre 110 miliardi di euro in tagli allo stato sociale e aumento della tassazione diretta e indiretta. Lo sciopero generale, iniziato ieri dal sindacato del pubblico impiego Adedy, a cui si è aggiunto oggi il settore privato ha praticamente paralizzato il paese.
L’oggetto della protesta è il piano anticrisi messo a punto dal governo Papandreou, definito da lui stesso ‘lacrime e sangue’. Per le retribuzioni si provvede all’abolizione di tredicesima e quattordicesima, licenziamenti più veloci dei dipendenti attraverso l’adozione di contratti di lavoro elastici. Le pensioni subiscono un ulteriore congelamento, ed è stato progettato un sistema di scivolamento, in tre anni, verso l’innalzamento dell’età pensionabile, livellando anche il limite d’età tra i due sessi; stabilita, inoltre, la perdita dei bonus per i pensionati sotto i sessant’anni, mentre entro il 2018 i fondi pensioni, al momento numerosi e non regolamentati, verranno accorpati i tre grandi unità.
Quello di ieri e di oggi è il terzo sciopero generale in pochi mesi, e come sembrava promettere, è effettivamente il più partecipato degli ultimi anni. Si parla di centinaia di migliaia di persone scese in piazza: dalle 3 alle 500.000 nella sola Atene secondo gli organizzatori.
In due parole quello che sta succededendo:….
RispondiEliminaHeidi è la proprietaria di un bar a Berlino. Per incrementare le vendite, decide di offrire ai clienti -per la maggior parte ubriaconi perdigiorno- la possibilità di bere pagando in seguito. Tiene i conti su un taccuino, concedendo in pratica agli avventori un mutuo subprime.
Quando la voce si sparge, i clienti affollano il bar di Heidi. Le vendite esplodono. Approfittando della libertà dei clienti di pagare con comodo, Heidi aumenta il prezzo per vino e birra, le bevande più richieste. I suoi profitti crescono.
Un giovane e dinamico consulente della banca locale si accorge che i debiti degli avventori sono una garanzia per il futuro, e così aumenta il credito di Heidi presso la banca. Non ha ragioni per preoccuparsi, dato che vede i debiti degli alcolisti come garanzia collaterale.
Nella direzione generale della banca, esperti di finanza trasformano gli asset del cliente in Bevibonds, Alcoolbonds e Vomitbonds. I bonds sono poi piazzati sul mercato globale. Nessuno capisce cosa significhino i nomi, o come i bonds siano garantiti. In ogni caso, il prezzo continua a salire e si vendono alla grande
Un bel giorno, malgrado il prezzo sia ancora in salita, un manager del credit-risk della banca (che viene poi licenziato perché pessimista) decide che è ora di richiedere il pagamento dei debiti contratti dai beoni al bar di Heidi.
Ma loro non possono.
Heidi non riesce a ripagare il suo debito bancario e fa bancarotta. I Bevibonds e gli Alcoolbonds crollano del 95%. I Vomitbonds hanno una migliore performance, e si stabilizzano dopo una perdita dell'80%.
I fornitori di Heidi, che le avevano garantito pagamenti posticipati, e avevano investito nei bonds, si trovano davanti ad un disastro.
Il fornitore di vino fallisce, quello della birra viene acquistato da un concorrente.
La banca, invece, viene salvata dal governo dopo frenetiche consultazioni dei leader dei vari partiti, e i fondi necessari per l'operazione di salvataggio reperiti grazie ad una nuova tassa pagata dagli astemi.
Cosiglio a tutti di incominciare a bere…
dicasi capitalismo allo stato puro, dove l'economia non è tenuta sotto controllo dalla politica.
RispondiElimina...si...la politica è nelle mani dei poteri "forti"...finchè...dura!
RispondiEliminaLa paghino loro!!!
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