L'accordo di Pomigliano rappresenta una delle peggiori schifezze mai firmate da un sindacato: questa è la sola ed immediata considerazione da fare rispetto a ciò che sta avvenendo nella vicenda FIAT.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha affermato che "l'accordo di Pomigliano ….. è un accordo che farà scuola ….”. Da questa dichiarazione si comprende quale sia veramente la posta in gioco.
Non soltanto i contenuti pesantissimi che prevedono un peggioramento sostanziale delle condizioni di lavoro: 18 turni che significa lavorare anche domenica notte e 120 ore di straordinario, la riduzione dei riposi e l'aumento dei ritmi, la pausa mensa a fine turno con possibilità di trasformarla in straordinario qualora per cause esterne non si raggiungesse la produzione stabilita, la decisione di non pagare l’indennità di malattia se si supera un certo livello di assenze.
Ma come se ciò non bastasse, anche un nuovo attacco al diritto di sciopero e alla contrattazione: punizioni, fino al licenziamento, per i lavoratori che aderissero ad astensioni dal lavoro nelle ore di straordinario e sanzioni pesanti per i sindacati che proclamano agitazioni.
L'accordo insomma prevede che il sindacato debba assicurarne l'applicazione, pena la decadenza dei diritti sindacali previsti dalla legge e dai contratti e che i lavoratori che protestino o scioperino su questa materia possano essere licenziati!
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha affermato che "l'accordo di Pomigliano ….. è un accordo che farà scuola ….”. Da questa dichiarazione si comprende quale sia veramente la posta in gioco.
Non soltanto i contenuti pesantissimi che prevedono un peggioramento sostanziale delle condizioni di lavoro: 18 turni che significa lavorare anche domenica notte e 120 ore di straordinario, la riduzione dei riposi e l'aumento dei ritmi, la pausa mensa a fine turno con possibilità di trasformarla in straordinario qualora per cause esterne non si raggiungesse la produzione stabilita, la decisione di non pagare l’indennità di malattia se si supera un certo livello di assenze.
Ma come se ciò non bastasse, anche un nuovo attacco al diritto di sciopero e alla contrattazione: punizioni, fino al licenziamento, per i lavoratori che aderissero ad astensioni dal lavoro nelle ore di straordinario e sanzioni pesanti per i sindacati che proclamano agitazioni.
L'accordo insomma prevede che il sindacato debba assicurarne l'applicazione, pena la decadenza dei diritti sindacali previsti dalla legge e dai contratti e che i lavoratori che protestino o scioperino su questa materia possano essere licenziati!
Un vero e proprio ricatto inaccettabile!
Se con la sottoscrizione dell'accordo sul nuovo modello contrattuale di tre anni fa Cisl, Uil e Ugl modificarono strutturalmente il loro ruolo, assumendo quello che ancora il Ministro Sacconi ha denominato “collaborazione”, se con la vertenza Alitalia le stesse organizzazioni sindacali sperimentarono l'adesione preventiva alle necessità presentate dalle controparti, con l'accordo di Pomigliano si avalla il superamento dei contratti, della legge, del diritto di sciopero, della libera manifestazione del dissenso e di fondamentali principi sanciti della costituzione.
La Fiom, dopo il no all'accordo, deve prendere una decisione che non può essere quella che la Cgil prese in Alitalia o in tanti contratti sottoscritti in questi ultimi mesi con i medesimi contenuti e meccanismi per i quali non si era sottoscritto l'accordo quadro sulla contrattazione.
Nella vertenza Fiat l’ Unione Sindacale di Base è pronta, come sta facendo in tutte le vertenze e in tutti i settori produttivi, a sostenere una battaglia sia sui bisogni concreti dei lavoratori, sia sui principi che devono essere tutelati e preservati.
La Fiom, dopo il no all'accordo, deve prendere una decisione che non può essere quella che la Cgil prese in Alitalia o in tanti contratti sottoscritti in questi ultimi mesi con i medesimi contenuti e meccanismi per i quali non si era sottoscritto l'accordo quadro sulla contrattazione.
Nella vertenza Fiat l’ Unione Sindacale di Base è pronta, come sta facendo in tutte le vertenze e in tutti i settori produttivi, a sostenere una battaglia sia sui bisogni concreti dei lavoratori, sia sui principi che devono essere tutelati e preservati.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaun accordo vergognoso e incostituzionale
RispondiEliminaun saluto
Il messaggio è: se vuoi lavorare ti devo sfruttare fino all'osso come in Cina, e se ti lamenti ti caccio.
RispondiEliminaSe i sindacati difendono questo ricatto, allora andassero a fare gli imprenditori, mestiere più consono a loro.
Se continuiamo di questo passo, i diritti dei lavoratori saranno sempre più carta straccia. Fra qualche anno saremo messi peggio dei nostri nonni in gioventù. E poi ve ne renderete conto.
Si tiene sissant’anne e tu mo
te ne vorresti andare in pensione
inventati un suicidio chic
e butta giù anche tu l’inflazione
E poi c’é la flessibilità
la nuova moda a tutti ormai nota
che ci divide tutti a metà
chi more ’e famme e chi va in Europa
Se non ti senti bene occhio al trend
non andrai mica all’ospedale
a gravare ncopp’ê spalle ’e ll’azienda
allora overo tu te vuò fa male
Si sì disoccupato NO TREND
meglio piccolo imprenditore
con partitina iva e go wind
e mmanco ’e ssorde pe ll’ascensore
Negli anni ’ssantadue ’ssantatré
papà qualche speranza l’aveva
diceva: “nuie putimmo cagnà
insieme abbatteremo il sistema”
Guardiamo invece all’ultimo trend
la magica globalizzazione
non solo simmo bestie fetenti
ma simmo pure in via d’estinzione
Perché quando il compagno Marx
si portava ancora non male
il nemico del popolo era
il padrone ed il capitale,
ma adesso che non va più
e lo stato sociale è finito
il nemico del povero è
il più povero e così all’infinito
Sono comunista totalmente fuori moda
sono comunista che per questo non vi vota
talmente fuori moda e talmente comunista
CHE BALLO IL TWIST!