RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

venerdì 30 aprile 2010

L'unica opposizione in-credibile. Opposizione sociale.

Siamo l'opposizione sociale che mette in pratica i bisogni di quel pezzo di paese che non votando ha dimostrato che l'unica proposta politica credibile è quella della lotta come strumento di contrapposizione tra i poteri.

Torino, Largo Cairoli ore 9.30

mercoledì 28 aprile 2010

1 maggio di lotta e di opposizione sociale - Torino

appello congiunte delle realtà sociali autorganizzate di Torino per una partecipazione allo spezzone dell'opposizione sociale

Di fronte ad una crisi che si fa sempre più profonda e aggressiva nei confronti dei soggetti più deboli, le politiche del governo si caratterizzano per le misure anti-popolari che tagliano il costo della forza-lavoro, attaccano il reddito e scaricano verso il basso i costi sociali della stessa.
I partiti e i sindacati concertativi restano a guardare, senza attrezzare risposte efficaci, limitandosi ad "accompagnare" riforme del lavoro costruite a tavolino da Confindustria e poteri forti.
Come realtà dell'autorganizzazione sociale invitiamo quindi i/le torinesi a vivere ed attraversare diversamente la giornata del 1 maggio, non accontentandosi di una mera ritualità celebrativa ma smarcandosi visibilmente da quegli aggregati politici e sindacali complici del disastro in atto; collocandosi invece nello spezzone dell'opposizione sociale come unica opposizione credibile, composta da quei soggetti che quotidianamente praticano e sperimentano una politica altra e differente, costruita dal basso, contro le concertazioni e le compatibilità che si consumano sulle nostre teste.

Un primo maggio di lotta:
      •    Contro una crisi che non abbiamo creato noi ma che ci vogliono far pagare,
           per la  riappropriazione della ricchezza socialmente prodotta.

      •    Contro l'arbitrato e il collegato lavoro che smantella l'art 18 e installa la norma del contratto individualizzato,
           reddito per tutti e maggiori condizioni di sicurezza sui posti di lavoro.
     •    Contro l'apartheid istituzionale che fa del lavoratore migrante la pietra angolare dello sfruttamento generalizzato della forza-lavoro,
          a fianco delle lotte migranti e per la chiusura dei cie.

     •    Contro la "riforma" Gelmini e i finanziamenti alle scuole private
          per una scuola e un'università pubbliche e di tutti/e

     •    Contro le biopolitiche di controllo su sessualità e riproduzione,
          per l'autodeterminazione e la libertà di scegliere in ogni ambito delle  nostre vite

     •    Contro lo sperpero delle grandi opere e la devastazione promessa dal Tav
          a fianco del movimento NoTav e delle lotte per i beni comuni
     •    Contro le politiche repressive e l'apertura di spazi all'estrema destra
          per una comune battaglia contro vecchi  e nuovi fascismi

     •    Contro una Torino ridotta a vetrina  di grandi eventi che fanno gli interessi di pochi,
          per una città che metta al centro la qualità della vita ed un diverso uso delle risorse.

     •    Contro la delega del nostro futuro ad una casta di politici, affaristi e speculatori,
          per una politica in prima persona centrata sui bisogni e i desideri di trasformazione.

martedì 27 aprile 2010

Non vincono, non vinceranno...



Peccato che il tempo è stato fissato da loro, invece che nascere prima dal nostro lavoro.
Non vincono non vinceranno non hanno domani la forza è nel puntello impugnato da oneste fortissime mani.


Diamo un segnale forte, partecipiamo in massa al 1 maggio.

lunedì 26 aprile 2010

Lettera aperta di un iscritto ANPI: "Contro le false celebrazioni istituzionali"

lettera aperta di un iscritto Anpi livornese che ben fotografa quello che è stato il 25 aprile 2010 in Italia. Un 25 aprile pieno di tensioni e di ipocrisie, pieno di retorica istituzionale ma che non riesce a dare nessuna risposta e nessuna riflessione utile per situazioni presenti, gravi e reali. Ci sono stati momenti di tensione sia a Milano che a Roma, raccontati poi dalle televisioni e dai giornali come un intervento dei soliti intolleranti dei centri sociali. Non è stato così, infatti le motivazioni di quelle contestazioni erano ben ancorate a episodi gravi che hanno visto le istituzioni stesse come protagoniste o complici.A Milano infatti un Consiglio di quartiere aveva dato autorizzazione (anche con i voti del Pd) ad una due giorni di dibattiti e concerti a gruppi neonazisti proprio il 24 e il 25 aprile in un parco milanese. Dopo le proteste e lo scandalo politico sollevato dagli antifascisti, il Consiglio di quartiere ha tolto il patrocinio all'inziativa che tuittavia si svolgerà il 1 e il 2 maggio sempre a Milano nel parco Ramelli. A Roma invece appariva chiara da subito la presenza strumentale di gente come Alemanno o la Polverini ad una simile celebrazione. Entrambi sono legati infatti ad un passato fascista e al legame con gruppi neofascisti che a Roma godono di appoggi e impunità. Basti vedere la presenza della Polverini sulla balaustra della curva laziale in campagna elettorale ed i festeggiementi a braccio teso con i propri camerati del Comitato elettorale (vedi foto).
Insomma, in un'Italia sempre più fascista e razzista queste contestazioni hanno portato sulla terra chi, come il Pd e le varie associazioni di combattenti, vive queste celebrazioni come una cerimonia staccata dalla realtà e non come un evento di popolo. A Livorno infatti quando alcuni militanti del Csa Godzilla e del Collettivo anarchico hanno intonato "Bella Ciao", il sindaco e molti partecipanti se ne sono andati in fretta e furia quasi disturbati da questo fuori programma.
La lettera dell'iscritto all'Anpi

Partendo dall'immensa gratitudine per chi 65 anni fa prese armi e coraggio per combattere il fascismo dobbiamo oggi (2010) rammaricarci per le posizioni che L'Associazione Nazionale Partigiani (alla quale sono iscritto da molti anni) sta portando avanti.
Roma e Milano sono state solo le gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Non possiamo vedere commemorare il 25 aprile da chi faceva il saluto romano (Polverini) o da chi concede spazi pubblici ai gruppi fascisti per le loro ridicole parate.
Purtroppo sempre più spesso l'ANPI preferisce accompagnarsi alle istituzioni piuttosto che ai giovani che quotidianamente si impegnano e lottano contro ogni forma di fascismo, razzismo e discriminazione, d'altro canto, sempre più spesso, vediamo l'associazione "tirata per la giacca" dal PD.
Smuraglia (presidente dell'ANPI) crede di non essere più solo nella battaglia antifascista perchè sindaci , presidente di regione e di province di destra salgono sul palco per un vuoto cerimoniale. Se l'ANPI non è più sola lo deve SOPRATTUTTO agli antifascisti di oggi.
No caro Smuraglia, no cara ANPI, il 25 aprile non è SOLO una festa e non lo può essere nel nostro paese.
Non lo può essere perchè l'eredità della resistenza è stata tradita dalle stesse istituzioni politiche che considerano la lotta quotidiana fascisti/antifascisti come una guerra per bande e che sempre più spesso lasciano immensi spazi pubblici all'avanzare dei fascisti del terzo millennio, che poi ci si appelli al voto lo ritengo addirittura ridicolo.
Gruppi di estrema destra continuano a moltiplicarsi nel nostro paese coperti dalla destra "istituzionale" la quale non disdegna (vedi Salerno) di attaccare la Resistenza appena possibile.
Per tornare all'oggi, l'ANPI doveva scandalizzare non per la contestazione ma per le prese di posizione della CGIL che chiedeva "l'intervento delle forze dell'ordine" contro quei ragazzi che contestavano chi concede agibilità politica ai fascisti, doveva scandalizzarsi per la presenza della Polverini che qualche settimana fa era circondata dai fascisti della curva laziale sempre pronti ad esporre croci celtiche e immagini del duce.
Purtroppo l'ANPI deve decidere, in una società come quella Italiana dove tutto può essere messo in discussione, non si può sempre appoggiarsi alle istituzioni per portare avanti la battaglia antifascista, perchè le istituzioni stesse hanno dimostrato, se governate dalla destra, ma sempre troppo spesso anche dalla sinistra, di essere partecipi del rifiorire di gruppi fascisti.
L'antifascismo è un VALORE che non tutti hanno fatto proprio e credo che ormai spetti alle nuove generazioni il compito di portarlo avanti. Quella generazione di antifascisti era in piazza a Milano e Roma ed è sempre mobilitata, senza riguardo per quelle istituzioni che non si siano dimostrate sinceramente antifasciste.
L'ANPI deve prendere atto di questo evitando di ascoltare gli amici PD per cui il 25 aprile non è altro che una cerimonia a cui si partecipa con il doppiopetto.

Alessandro Giusti
Tesserato ANPI n 087005


Senza soste

domenica 25 aprile 2010

25 Aprile dell'ultimo bandito.

Sveglia di prima mattina.
Dopo la colazione, barba e capelli.
Mi appresto ad esporre sul balcone il tricolore, a ricordare che oggi è un giorno particolare. E' un giorno da festeggiare, è la nostra festa. Vedo i pullman della GTT (azienda trasporti torinese), che circolano con la bandiera italiana in bella vista, allora cerco di scorgere qualche altra bandiera sui balconi vicino casa mia. Purtroppo nessuna. Va bene, non sarà certo una bandiera a far sentire alla gente il significato del 25 aprile.

Tutta la famiglia è pronta, si va in centro a vedere cosa c'è. Arrivati in via Roma, mi ritrovo deluso, non una bandiera per ricordare il giorno della liberazione, meno male che quà e la vedo il tricolore sventolare dalle finestre di singoli cittadini. Minoranze di minoranze, ma ancora qualcuno ci crede.
Il centro è pieno zeppo di pellegrini che sono venuti a Torino per l'ostensione della Sindone. Sembra di stare a Firenze o a Roma tanti sono i turisti.
Dico a mia moglie: "meno male che siamo venuti di mattina, altrimenti pomeriggio non si riusciva a passare". Facciamo il nostro giro di routine per le vie del centro e alla fine in piazza Castello vedo un palco con dei manifesti che ricordavano il 25 aprile. Bene, stanno facendo le prove per oggi pomeriggio quando ci sarà un concerto. Tutto questo nell'indifferenza del 99% della gente che passeggiava in centro.

Mi guardo intorno e vedo la maggioranza dei negozi aperti tra cui pure le librerie Feltrinelli e Comunardi. Mi chiedo: "meno male che sono librerie con un certo orientamento politico!" E' proprio il caso di dire: non c'è più religione.

In tarda mattinata si torna a casa e ci si prepara per il pomeriggio. In programma ci sono due iniziative, una promossa dai compagni dell'Askatasuna, nuovamente in centro (zona Vanchiglia) e una promossa dai compagni del Gabrio (zona San Paolo).
Quest'anno decido di partecipare all'iniziativa dei compagni del Gabrio che tra l'altro sono pure più vicini a casa mia. I compagni dell'Askatasuna li vedrò al corteo del 1 Maggio.
Ritrovo in via dei Nanni (partigiano torinese) zona isola pedonale e si parte in corteo. La via è piena di bancarelle artigianali ed è arricchita da una mostra fotografica sui partigiani torinesi, grazie al contributo dell'Anpi (associazione nazionale partigiani).
Il pomeriggio scorre piacevolmente sia per la mia famiglia che per me, dove ritrovo vecchi amici, accompagnati dalla musica che esce dai sound.
Due chiacchere con i compagni di radio black aut (a rischio censura e sgombero) e altre due chiacchiere con i compagni della Cub (confederazione unitaria di base).
Il tutto fila tranquillo dove ci si prepara per il concerto serale dei calabresi Parto delle nuvole pesanti. In serata la mia famiglia ed io decidiamo di tornare a casa. L'aria del 25 aprile anche quest'anno l'abbiamo respirata. Insieme alla nostra gente, insieme ai miei fratelli, insieme a chi la pensa come me.

Usciamo da via dei Nanni e tutto cambia, tutto è diverso. Indifferenza, menefreghismo e spacchiosità come una normale domenica di primavera.

Cosa mi importa di loro, o forse si!?

Ci si vede al 1 Maggio.

giovedì 22 aprile 2010

Fini e la Lega... visti da sinistra.

Quante parole e polemiche sul fatto che la Lega avesse vinto le ultime elezioni. Quante analisi e confronti su chi a sinistra avesse votato Grillo, su chi non avesse votato, su chi "doveva vincere la Bresso a tutti i costi" anche turandosi il naso e su chi la voleva cotta e su chi la voleva cruda.

Alla pochezza della sinistra istituzionale, queste ultime elezioni a qualcosa sono servite. Sono servite alla rottura interna in casa PDL tra i finiani e i berlusconiani. Oramai la rottura c'è ed esiste, e non so quanto sarà il tempo che terrà incollate le due anime del partito.
Tutto questo grazie all'avanzata della Lega, che forte delle ultime elezioni, chiede sempre più a Silvio riforme a loro favore. Se prima la Lega a Fini provocava insofferenza, ora lo ha costretto ad una presa di posizione.

Come dire, quello che la sinistra istituzionale non è capace di fare, e cioè l'opposizione, la maggioranza di governo se la crea al proprio interno.

mercoledì 21 aprile 2010

Ma chi ha detto che non c'è



Le idee ci sono ancora. Sempre presenti.