RIBELLARSI E' GIUSTO

ne servi ne padroni

Odio gli indifferenti

"Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Antonio Gramsci

UN GIORNO NON PUO' VIVERE SENZA LA SUA UTOPIA...

Così l’uomo deve vivere andare senza frontiere come bambini dietro un aquilone Correre giocare ridere vivere Non girare mai il volto anche quando a te non tocca Amare questa terra dove nel nostro cuore sventola rossa come il sole il simbolo di una nuova era Cammina uomo E va senza tempo Ridere amare lottare e poi infine invecchiare E passerà per questa terra come una luce di libertà

giovedì 30 settembre 2010

Anche gli operai vogliono dire la loro? E che noia. Per la Cisl tempi duri.

E ora... ci si mettono pure gli operai


[Verso il 16... e oltre]

Uova e petardi contro una sede della Cisl a Treviglio.
Condanne e "Preoccupazioni" ma nell'Europa della crisi è la norma!

Chissà cosa diranno domani gli espertucoli e i moralizzatori dagli editoriali della carta stampata. Questa volta gli operai c'erano... anzi, erano esclusivamente operai. Per cui, questa volta, sarà forse un po' più difficile blaterare  di ingenui ragazzin* dei centri sociali, manipolati dai "cattivi maestri" di turno. Segno che la contestazione a Bonanni e il fumogenino erano un segnale preciso, in grado di cogliere almeno qualcosa (rispetto al nulla che non colgono media e politici) del disagio che attraversa il paese. Come dire, se il fumogeno di Torino voleva essere un segnale, qualcuno, nel bergamasco, ha saputo ben raccoglierlo.

La nuda cronaca

Oggi davanti alla sede della Cisl di Treviglio, in provincia di Bergamo alcuni militanti della Fiom di Bergamo hanno manifestato il proprio disappunto contro le politiche -nei fatti - antisindacali di quella conferderazione, lanciando uova e altri oggetti e gridando insulti contro l'organizzazione sindacale ed i suoi militanti. È quanto si apprende dalle agenzie di stampa.

La riflessione


La semplicità e limpidezza del gesto saranno certo ancora una volta oggetto di strambe riflessioni che chiameranno in causa chissà quale determinazione impazzita nel muovere la volontà di questi operai. Da queste righe sappiamo benissimo che si tratta della pura e semplice incazzatura di una parte di paese che non ce la fa più ed è stufa di stare a guardare. Si alambicchino pure i moralisti da 10.000 euro al mese nel voler fare "lezioni di democrazia" a chi decide, un bel giorno, di dire (e fare!) la sua... Non cambierà il mondo ma almeno, qualche volta, aiuta a non rodersi troppo dentro!
Così devono aver pensato questi operai bergamaschi (pare, pure iscritti alla Fiom... quel covo di terroristi!) e di conseguenza hanno agito. Piccoli gesti che scaldano un po' il cuore.

La Cisl e Sacconi (c'è ancora qualche differenza?) prendono la palla al balzo e iniziano a blaterare di "clima insostenibile e pericoloso", di strani rigurgiti e tutta la paoplia da paranoici poco fantasiosi. In realtà, sanno benissimo che la loro impopolarità sta crescendo e si preoccupano (a ragione) di non poter continuare  a fare quello che vogliono.
Il sindacato dei venduti, intanto, fa sapere che «sino a quando la Cgil lombarda non prende una posizione chiara forte e pubblica di condanna senza riserve e attenuanti di questa che è solo l’ultima delle azioni antidemocratiche della Fiom i nostri rapporti unitari sono azzerati, in ogni dove e per qualsiasi tema o argomento».
La Cgil si è già prostrata, condannando il gesto.

L'aspetto più divertente è che mentre da noi ci si scandalizza per ogni fischio di cui non si chiede il permesso, in tanti paesi d'Europa si fanno picchetti, blocchi stradali e ci si scontra con la polizia, per dire No all'Europa dell'austerità, quella che lor signori ci stanno imponendo da Bruxelles in questi giorni.
Succede in tutta la Spagna e a  , in Grecia come in Irlanda.

Da noi si aspetta il 16 ottobre...  ma da questa sera, con un sorriso in più sulle labbra.


Divertiti e ben lungimiranti,
primi affumicatori di Bonanni


Infoaut

mercoledì 29 settembre 2010

martedì 28 settembre 2010

lunedì 27 settembre 2010

domenica 26 settembre 2010

La notte delle matite spezzate (parte 3 e 4...)

Parte 3

Parte 4

La notte delle matite spezzate (parte 1 e 2...)

Non voglio appesantirvi, questo film tratto dalla realtà è diviso in 10 parti. Oggi posterò le prime due parti, in seguito le altre a gruppi di due.
Vi avviso che il film è molto duro, purtroppo sono fatti veramente accaduti. Siamo in Argentina.
parte 1

parte 2

venerdì 24 settembre 2010

martedì 21 settembre 2010

lunedì 20 settembre 2010

domenica 19 settembre 2010

Adro (BS): mobilitazione contro la scuola pubblica marchiata Lega



Adro: diritti e libertà hanno un solo limite, la vostra arroganza. Abbattiamola!

18sett - Alcune centinaia di persone hanno partecipato questa mattina alla protesta ad Adro contro la decisione del sindaco razzista Lancini di marchiare il nuovo polo scolastico con il sole delle Alpi, non che simbolo del Carroccio. Il presidio promosso dal Pd e dalla lista locale di opposizione, Linfa, si è trasformato in una partecipata manifestazione promossa dalle tante realtà di base, antirazziste e di movimento, cha avevano deciso di aderire alla protesta di questa mattina con una propria connotazione, per rimarcare l'opposizione radicale non solo alla giunta Lancini, ma, in generale, a tutti i fautori delle istanze sicuritarie, razziste e xenofobe che stanno attraversando l'Italia. Il corteo ha raggiunto la nuova scuola dove è stato esposto lo striscione con la scritta: "diritti e libertà hanno un solo limite, la vostra arroganza. Abbattiamola! La lega uccide il tricolore non salva". Il riferimento al tricolore era indirizzato al Pd che aveva chiesto ai partecipanti di scendere in piazza oggi con la bandiera italiana.

giovedì 16 settembre 2010

W i compagni che ogni giorno lottano per un mondo migliore

Questo testo lo voglio dedicare a tutti loro/noi, compagni di ieri e di oggi.



...compagno non lasciare...

mercoledì 15 settembre 2010

E a Milano viene contestato Pietro Ichino



Ma chi è Pietro Ichino? Per chi non lo conoscesse: giurista, giornalista e politico italiano (PD).
Pietro Ichino vive da alcuni anni sotto scorta a causa delle minacce che alcuni membri delle Brigate Rosse gli hanno esplicitamente rivolto e per via del fatto che due suoi colleghi (Massimo D'Antona e Marco Biagi) che stavano lavorando alle stesse materie di cui si occupa Ichino sono caduti sotto i colpi delle Nuove Brigate Rosse.

lunedì 13 settembre 2010

Paperino e Paperina ballano una tarantella

dedicata ai nostri politici, per la gioia dei nostri bambini.

venerdì 10 settembre 2010

Gli operai di Mirafiori commentano la contestazione a Bonanni

In alto i toni! sulla contestazione a Bonanni. Comunicato del Csoa Askatasuna.

In alto i toni! sulla contestazione a Bonanni


[Comunicato del csoa Askatasuna]

Contestare qualcuno è legittimo, alla festa del Pd come in qualsiasi altro luogo. Se poi la festa si tiene in una piazza, libera e di tutti, lo è ancora di più.
Se quel qualcuno è Bonanni, è giusto persino di impedirgli di parlare. Le prese di posizione che trovano spazio sui giornali e sui tg di ieri e oggi lasciano alquanto dubbiosi per le categorie che si utilizzano (attacco violento, squadrista, ritorno agli anni di piombo) e per le soluzioni (isoliamo i violenti, abbassiamo i toni). Non appena accade un fatto si apre il circo della politica, quello che foraggia i Bonanni e i Letta, quello dei salotti televisivi, quello del volemose bene.
Bonanni è il responsabile di quanto sta avvenendo nel nostro paese con la Fiat e più in generale nel mondo del lavoro. E' la sponda certa per Confindustria e Governo su qualsiasi argomento. Il sindacato che rappresenta si permette di estromettere un altro sindacato dalla contrattazione e dalla rappresentanza nonostante abbia più iscritti del suo. Quelli come Bonanni sono tra i tanti responsabili delle condizioni di vita e di lavoro che vive la gente, rappresentando gli interessi di chi non ne ha bisogno a discapito di chi lavora.
Togliere la parola a qualcuno non è una cosa così fuori dal mondo, del resto a quanti è tolta parola (e la dignità) tutti i giorni per le scelte dei vari Bonanni? I senza voce sono quelli (metalmeccanici o meno) che possono solo subire una vita di ricatti, che gente come "il nostro", avvallano e perpetrano. Zittirlo è legittimo punto e basta.

Ora sui motivi della contestazione non entriamo neanche nel merito parchè sono così tanti e chiari che ci sembra di offendere chi legge. Sui modi possiamo spendere qualche parola perché chiamati in causa più volte e nelle maniere più fantasiose. I centri sociali non sono un'entità fuori dal mondo, estromessa dalla quotidianità, con soldati pronti a combattere la prossima battaglia. Sono luoghi dove trovano spazio tutti, lavoratori, studenti o disoccupati che siano, e in quello spazio, non solo fisico, si confrontano ed esprimono le tensioni di questa società. A differenza dei partiti, i collettivi e le soggettività che trovano spazio nei centri sociali intendono la democrazia come una pratica di partecipazione diretta, senza mediatori, senza rappresentanze. I "democratici" intendono la democrazia come un insieme di regole e norme alle quali far sottostare i governati, estromettendosene ed elevandosi a rappresentanti di tutto e tutti. E visto che questa è la democrazia, ebbene si siamo anti-democrtatici. La politica per noi non è un posto di lavoro, non è una carriera alla cui aspirare, è un mezzo per mettere in pratica i bisogni collettivi che questo sistema nega con tutti i mezzi che ha disposizione. Così è normale che vadano anche i centri sociali a contestare Bonanni, perché essi sono la voce di quanti non ce l'hanno, e a differenza dei partiti, senza voler rappresentare nessuno, mettono in pratica quello che molti lavoratori avrebbero voluto fare ma che non possono fare, limitandosi a insultare Bonanni davanti alla televisione.
Altro che abbassare i toni, qui i toni sono da accendere al massimo volume! E' semplice per politici, opinionisti e sindacalisti patinati fare i discorsi che abbiamo letto sui giornali che richiamano al confronto , alla pacatezza, a tante belle parole. Ci dicono anche che così si rischia di rispolverare la figura del nemico o non quella di semplice avversario. Certo per chi fa parte della stessa cricca è normale che chi schiaccia o collaborare a schiacciare sotto i piedi i tuoi diritti minimi sia solo un avversario, come in una partita a briscola. E se gli devi dire qualcosa, glielo devi dire con gentilezza e abbassando i toni. Per noi non è così, crediamo ancora che esistano le categorie dei nemici, e questo mondo ce lo dimostra giorno dopo giorno, e siccome non partecipiamo a un torneo di carte, e la partita è la vita di tutti, indichiamo e avversiamo i nemici. Siamo di parte, e lottiamo per una parte sola di questa società: quella che lavora o non lavora, che è sottomessa a chi comanda e chi governa, quella delle fabbriche che chiudono e non sa come arrivare a fine mese. Padroni, proprietari, sindacalisti di mestiere, politici di professione, pennivendoli al soldo dei propri editori sanno far valere le loro ragioni molto bene!

Al resto delle considerazioni non diamo neanche spazio, il ritorno degli anni di piombo, la violenza estrema, lo squadrismo e tante altre parole le lasciamo al vento assieme a quelle tante altre che sentiamo in tv tutti i giorni. Avessimo mai sentito dire a Bersani parole del genere nei confronti degli squadristi veri, dei fascisti in doppiopetto, degli imprenditori delle varie cricche allora potremmo anche prenderle in considerazione.

Centro Sociale Askatasuna - Torino

martedì 7 settembre 2010

Insieme alle urne, Pd e comunisti

Insieme alle urne,
Pd e comunisti cercano l'accordo


Ma in caso di vittoria niente esecutivo per Prc e Pdci
FABIO MARTINI
ROMA
Una stretta di mano tra compagni vale più di un accordo sottoscritto davanti al notaio. Venerdì 27 agosto poche ore dopo aver lanciato la proposta del “Nuovo Ulivo”, il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha avuto due colloqui. Con Paolo Ferrero, leader della Rifondazione comunista e con Oliviero Diliberto, segretario del Pdci e ad entrambi ha spiegato come ha in mente di rimetterli in gioco: nel caso molto probabile in cui la legge elettorale non dovesse cambiare, il Pd è pronto a stringere una alleanza elettorale con i due partiti comunisti, che a loro volta però dichiareranno di non voler partecipare ad un (eventuale) governo di centrosinistra.

Una proposta che Ferrero e Diliberto hanno sottoscritto immediatamente: per il loro elettorato tornare al governo è vissuto come uno spauracchio, ma rientrare il prima possibile in Parlamento è invece una sorta di panacea per due partiti che finanziariamente sono sull’orlo del collasso. Quasi tutti i funzionari sono stati messi in cassa integrazione, il quotidiano «Liberazione» è a rischio di chiusura a breve, Paolo Ferrero si è autosospeso il contributo-stipendio e si è rimesso a lavorare alla Regione Piemonte. E che i due partiti comunisti gradiscano assai il patto proposto loro dal Pd lo dimostra il fatto che, senza fare accenno al patto con Bersani, Paolo Ferrero abbia subito diffuso una dichiarazione favorevole: «Condividiamo la proposta di dar vita ad un’Alleanza democratica per sconfiggere Berlusconi».

Un’intesa che non è stata formalizzata e non lo sarà fino a quando non si entrerà nella stagione elettorale. Soltanto allora si entrerà nei dettagli e si studieranno gli escamotages, a cominciare dal più serio: i comunisti, ammesso e non concesso che la sinistra vinca le prossime elezioni, pur stando fuori, appoggeranno l’eventuale governo? Per ora una ideale stretta di mano è sufficiente, ma l’effetto di questo patto informale equivale ad una piccola rivoluzione copernicana: rimette in gioco due partiti con i quali il Pd aveva deciso di non allearsi più in nome della opzione riformista e dell’abbandono di ogni tentazione massimalista.

Una scelta assunta prima delle Politiche del 2008 e dopo la quale i partiti comunisti hanno subito tre batoste elettorali consecutive. Ma Bersani, letti e riletti i dati elettorali, si è deciso a fare la prima mossa. In base ad un calcolo pragmatico. Certo, Prc e Pdci (ora riuniti nella Federazione della Sinistra) negli ultimi 4 anni hanno drasticamente ridotto il proprio peso elettorale. Nel 2006, anno della vittoria dell’Unione di Prodi, il Prc era stato votato da 2 milioni e 300mila elettori (pari al 5,8%), mentre al Pdci erano andati 884mila suffragi, il 2,3%. Totale l’8,1%.

Ma nel 2008, dopo una partecipazione al governo vissuta con senso di colpa e senza mai rivendicare i risultati ottenuti (ritiro delle truppe dall’Iraq, abolizione dello «scalone»), si era determinato un tracollo elettorale e il cartello della Sinistra Arcobaleno (Verdi compresi) aveva ottenuto 1 milione e 124 voti, tutti assieme precipitando al 3,1%. Subito dopo, Nichi Vendola aveva lasciato Rifondazione, fondando la Sel, mentre i comunisti più radicali avevano proseguito la discesa elettorale, ottenendo il 3,4% alle Europee 2009 e il 2,7% alle Regionali 2010. Ma al Pd hanno fatto i conti: la somma dei voti dei comunisti «buoni» e di quelli «cattivi» supera il 6% e persino nel terribile 2008, soltanto con metà di quella percentuale, il centrosinistra avrebbe conquistato diverse regioni andate al centrodestra, compreso il Lazio, col suo ricco «premio».
 
La Stampa